POV:[T/N]
Camilo aveva ragione, in nostra assenza la festa non aveva subito battute d'arresto, anzi... sembravano tutti un pochino più alticci di come li avevamo lasciati.
Mi staccai da Camilo in maniera naturale, non avrei voluto chemi venissero fatte delle domande fuori luogo in quel momento e lui mi sorrise comprensivo.
<Allora... è andata come nella visione?>
Tio Bruno spuntò dal nulla col cappuccio sul capo, mi fece quasi paura.
<Oh, scusami!> Esclamò notando la mia reazione.
Scossi il capo, scusandomi a mia volta per essermi spaventata.
<Be Tio, se la tua visione era positiva... direi proprio di si!>
Arrossì e io arrossii di rimando.
<Ma Tio... perché hai avuto una visione su di me?>
Lui fece spallucce.
<A volte capitano, come quando ho avuto la visione di te al fiume... non facevi una bella fine lì...
O-oh... forse questo non avrei dovuto dirlo.>
Rimasi attonita, allora non era stata una casualità il fatto che Camilo si trovasse proprio lì quel giorno.
Presi la mano di Tio Bruno e gli accarezzai il dorso.
<No Tio, tranquillo...
Non sono arrabbiata, anzi... sono qui grazie a te e...>
<E a Camilo, quel testone.>
Ridacchiai, guardandolo dolcemente, come una figlia ad un padre.
<Grazie.>
Mi allungai e gli stampai un bacio sulla guancia.
I suoi occhi parvero illuminarsi e ingrandirsi e sparì di nuovo fra la folla mentre si toccava il punto in cui le mie labbra si erano posate.-
Quella sera, quando tutti gli invitati furono andati via e la casita fu pulita, finalmente potei andare in camera per spogliarmi.
Bellissimo il vestito, ma non ne potevo più di tutte quelle balze.
Mi misi la camicia da notte e realizzai una cosa:
non avevo fatto gli auguri a Camilo.
Che imbarazzo.
Uscii dalla stanza facendo meno rumore possibile e quando fui davanti alla porta della sua camera sussurrai:
<Camilo... apri un attimo?
Stai dormendo?>
<Gnom.>
Sentii la sua voce alle mie spalle e strabuzzando gli occhi mi voltai.
Camilo era in piedi, dietro di me e con solo i pantaloni addosso, in mano teneva un vassoio pieno di cibo e frittelle dolci.
Cercai di soffocare le risate, tutto quello sforzo nell'essere silenziosa per nulla.
<Che ridi? Ho fame.>
<Ma se hai mangiato come un maiale alla festa!>
Mi grugnì quasi addosso e mi offrì una frittella dolce.
Accettai il segno di pace.
<Entriamo da te?>
Scosse il capo.
<La mia stanza è un po' particolare...
Andiamo da te>
Scrutai la porta con sopra il suo disegno, chissà cosa nascondeva di così complesso da dover essere spiegato.
Non feci domande e lo condussi da me.
Ci accomodammo sul letto, il vassoio a separare i nostri corpi, come una barriera.
Lo vidi molto rilassato, ma probabilmente la motivazione era la fame.
<Dimmi tutto.>
Agguantò una frittella dolce e la mandò giù, mentre con i suoi occhi dolci mi fissava.
<Ah si.. vero.
Beh, avevo dimenticato totalmente di farti gli auguri... ero passata dalla tua stanza solo per questo.
Certo, non avrei mai pensato che si sarebbe potuto trasformare in un picnic notturno.>
Feci spallucce e afferrai un piattino con una fetta di torta.
<Buon compleanno Camilo!>
Gli sorrisi e iniziai a mangiare la mia porzioncina, mentre lo vidi addentare una meringa.
<Pensi veramente di uscirtene solo così?
Sei l'unica a non avermi fatto un regalo.>
Mi colpì la fronte con una mano, sentendomi assolutamente in difetto, mentre il cucchiaino sbagliava mira, andando a sporcarmi di torta l'angolo della bocca, non me ne accorsi.
<Che vergogna... hai pienamente ragione... domai rimedierò.
C'è qualcosa che desideri?>
Vidi Camilo sorridere e annuire, un sorriso che però non mi parve molto rassicurante, così aggiunsi:
<Nei limiti del fattibile.>
Lo vidi pensarci un attimo o forse stava solo fingendo, quando all'improvviso allungò un dito verso le mie labbra.
Rimasi ferma.
Sentii la sua falange pulirmi lentamente dallo sbafo di panna, non mi mossi; lo sentii indugiare sull'angolo delle mia bocca, il suo dito mi pareva andare a fuoco, sulla mia pelle.
Rimasi immobile fin quando non decise di ritirare il dito sporco.
Lo fissò e poi, spostando lo sguardo su di me, se lo portò alle labbra, leccandolo lentamente.
Avvampai, volevo solo fargli gli auguri... ma forse con Camilo, un approccio del genere avrei dovuto prevederlo che non sarebbe stato possibile.
<Beh... credo di avere un desiderio "fattibile".>
Il suo sguardo era sottile, come una lama pronta a colpire.
Eccola: la mia fine.
<Voglio passare la notte qui, insieme a te.>
Trattenni il respiro.
<T-ti avevo detto una cosa fattibile...>
<Ti sto chiedendo solo di dormire insieme, non succederà nulla... te lo prometto.>
Ricordai solo in quel momento che lui era a petto nudo e il mo sguardo vagò su di esso, studiando ogni centimetro di pelle scoperta.
Aveva un bel colore la sua pelle ed era sempre profumata...
<Hey... vedi che sono più su!>
Schioccò le dita per attirare la mia attenzione e mi ridestai, tornando ad assomigliare ad un pomodoro subito dopo.
<S-si, s-scusami.
Beh... se mi prometti che vuoi solo dormire... va bene.>
Annuì e senza farselo ripetere due volte si alzò, poggiò tutto ciò che aveva preso in cucina sulla mia scrivania e si stirò sul mio letto.
Sembrava molto a suo agio, io, dal canto mio, mi sentii un palo di legno.
L'ultima volta che avevo dormito con un uomo, era stato mio marito, ed era passato un anno quasi.
Sentii i sensi di colpa farsi strada nel mio petto mentre mi stiravo accanto a Camilo.
Lui parve sentire i miei pensieri che subito, una volta messi faccia a faccia, mi afferrò una mano.
<Stai serena... non ti farò nulla.>
Sembrava così rassicurante adesso, come faceva ad essere così?
Sospirai annuendo.
<Buona notte allora.>
Sentii le sue labbra sulla mia mano.
<Buona notte> mi sussurrò dolcemente.
Chiusi gli occhi."Perché mi hai sostituito Mi Amor?
Mi hai mai amato?"Mi svegliai sudata, nel cuore della notte e una volta messo a fuoco tutto sentii Camilo che mi chiamava preoccupato.
<Hai fatto un brutto sogno...
chiamavi...
chiamavi Alejandro.>
Sentii il sangue gelarmisi nelle vene.
Non mentii, annuii e basta.
<Forse ho esagerato, torno in camera mia...>
Lo acchiappai per un polso, prima che potesse sparire pure lui.
<NO!>
Chiusi gli occhi, sospirando.
<Non lasciarmi, resta con me.>
Lentamente Camilo si adagiò nuovamente accanto sul letto.
Mi accarezzò il capo dolcemente, mentre una mano era ancora intrappolata nella mia presa.
Lentamente lo lasciai andare, ormai sicura che non si sarebbe piu mosso.
<Non sparire.>
Mi sorrise ancora una volta e stavolta mi abbracciò cingendomi la vita.
<Non andrò da nessuna parte.>
Ritornai a dormire dopo qualche minuto, sicura che il giorno dopo lo avrei ritrovato accanto a me.
Aprii gli occhi lentamente, la luce del sole che filtrava dalle tende leggere mi disturbava.
Riabbassai le palpebre.
Mugugnai qualcosa e sentii ridacchiare, aprii allora gli occhi nuovamente e molto lentamente e mi accorsi di quanto Camilo fosse pericolosamente vicino a me, i nostri corpi praticamente avvinghiati.
<Buenos días pequeño mono!>
Piccola scimmietta, io...?
<Ieri notte avevi così paura che ti lasciassi sola che non mi hai lasciato scampo.>
Ero assolutamente imbarazzata, eppure sentirlo così vicino, senza nulla addosso sul petto... mi face sentire protetta.
Non volevo si spostasse.
Non ci volle molto che Camilo cogliesse la palla al balzo e lentamente si chinò su di me, dandomi un leggero bacio sulle labbra, spostandosi poco dopo.
<Forse questo buongiorno ti piace di più.>
Sospirai, cercando di non dimostrargli quanto fossi imbarazzata e quanto anche mi fosse piaciuto di più effettivamente.
Con le mani andai ad accarezzargli il petto nudo, era glabro... e la sua pelle era lisciassima.
<Hai una bella pelle...>
Le parole mi scapparono dalla bocca.
Alzai lo sguardo e vidi lui stavolta diventare rosso come un pomodoro.
<N-non sapevo fossi così timido... pensavo di essere io...>
<Non sono timido.>
Gli sorrisi, ripensando a ieri sera.
<Hai ragione, non lo sei per nulla.>
Non ebbi il tempo di dire o fare nulla che mi ritrovai stesa supina con lui sopra di me.
Sentii il corpo andare a fuoco.
<C-Camilo?>
Vidi abbassare il suo capo verso il mio collo e lo sentii annusarmi.
Sentii dei brividi di piacere attraversarmi la schiena.
<...Camilo?>
Avevo i suoi capelli che mi solleticavano il viso, mentre sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante.
Mi morse, piano, in maniera delicata.
E subito dopo si staccò da me.
Si alzò dal letto, andando verso la porta.
<... Vado via.
Ti avevo promesso che non sarebbe successo nulla.
Voglio mantenere la parola data...
per stavolta.>
Lo vidi aprire la porta e richiudersela dietro.
Io rimasi a letto sbigottita.
Mi sembrava tutto così surreale, che mi coprì col lenzuolo.
Eppure c'era ancora il suo odore lì.
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Dandelion [CAMILO X READER]
FanfictionLa storia è ambientata cinque anni dopo gli eventi di Encanto. Dopo aver perso l'amore della sua vita, (T/N) riceverà aiuto da Camilo Madrigal. *Disclamair* Camilo ha 20 anni. #1 Disney dallo 03/01/2022 al 14/01/2022