16.Mi Vida

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POV:[CAMILO]

Ogni volta che mi trovavo insieme a lei, qualunque cosa, anche la più importante, come la mia stessa vita, sembrava spostarsi in secondo piano.
Rimanere concentrati e lucidi con lei nei paragi era impossibile.
Con la sua mano nella mia la portai con me fin davanti la porta di camera sua, ma poi cambiai idea all'ultimo e la guidai verso lo mia stanza; una volta lì la guardai con desiderio.
Sapevo che quello non era il momento adatto, che c'era altro a cui pensare.
"Se dovesse mai accadermi davvero qualcosa rimpiangerei di non esser stato più tempo con lei così."
Lei si scostò da me, il suo sguardo scivolava imbarazzato su tutto il mobilio.
Adoravo questo suo essere così timida, anche se alla fine si lasciava sempre andare.
Era come se dovessi cacciarla, prima di godere della sua "presenza".
Le sorrisi malizioso e vidi il suo viso avvampare.
La stanza era leggermente diversa dall'ultima volta in cui era venuta, non dovetti dirle nulla, perché parve accorgersene immediatamente.
C'erano molti più specchi verticali, disposti al centro della stanza, prima di arrivare al letto; sembrava quasi assomigliare ad una di quelle vecchie sale stregate degli specchi ed effettivamente, se usate bene, si poteva ottenere lo stesso risultato.
Andai avanti e mi nascosi dietro uno di quest'ultimi, proiettando la mia immagine nello specchio accanto.
La vidi dirigersi verso di esso e quando fu abbastanza vicina le presi all'improvviso la mano facendola piroettare su se stessa.
Ne fu visibilmente sorpresa, ma non spaventata.
Iniziai allora ad avanzare verso di lei, come in una danza senza musica, sentendo un ritmo che non c'era, muovendo le mani sinuosamente, come se volessi incantarla, mentre io avanzavo e lei indietreggiava arrossendo.
Mi morsi il labbro inferiore, mi stava facendo impazzire.
Sparii dietro un altro specchio, spuntando nuovamente alle sue spalle, ma stavolta fui io a piroettare intorno a lei.
Il mio bacino di tanto in tanto sfiorava il suo corpo, sentivo il viso caldo... in realtà non solo il viso.
Quando la portai proprio dove volevo, la spinsi delicatamente e lei cadde sul mio letto.
Il cacciatore era appena riuscito a cacciare la preda.

-

POV: [T/N]

Mi aveva ammaliata con quella danza, se non avessi avuto la certezza di quale fosse effettivamente il suo dono, mi sarei seriamente convinta del fatto che Camilo potesse davvero stregarmi con la sua danza, inducendomi a fare qualunque cosa mi chiedesse.
Ma qui non c'era nemmeno stato bisogno di una parola, mi era bastato il suo corpo e i suoi sguardi per farmi cascare nella sua trappola sensuale.
Mi ritrovai distesa sul letto.
Camilo era su di me, torreggiava: alto, bello e seducente; non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi e pensai che potesse davvero leggermi nel pensiero in quel momento.
"Sono tua.
Fa di me ciò che desideri."
Lo vidi abbassarsi lento e inesorabile sul mio collo, sentii i suoi baci, seguiti dalla sua lingua che guizzava languidamente su di esso. Avevo il cuore che batteva all'impazzata.
Mi meravigliavo sempre quando succedeva, dopo ciò che era accaduto, non avrei mai pensato potesse tornare ad essere così.
Camilo mi faceva sentire viva e voluta, non solo in queste situazioni, ogni volta che era insieme a me, provavo sempre questa sensazione.
Sentivo la mia anima scaldarsi.
I suoi morbidi ricci mi accarezzavano il viso, così decisi di affondare la mie mani in essi, dietro la sua nuca, giocandoci. Gli sfiorai le orecchie e lo sentii sospirare, così mi allungai verso una di queste e incomincia a baciare lentamente il padiglione auricolare, facendogli sentire per bene il contatto con le mie labbra.
Tremò su di me e allora continuai a dargli "fastidio" in quel modo, fin quando non si tirò nuovamente su.
Mi guardo con occhi lascivi.
<Vorrei strapparti questi vestiti inutili.>
Si tolse il poncio, lanciandolo per terra e continuò a spogliarsi, sbottonando la camicia mentre mi guardava intensamente.
<Mi fai diventare pazzo.
Ogni volta che ti vedo, penso solo ad un modo per poter stare da solo con te, non è una cosa sana...>
Gettò pure la camicia per terra, restando a petto nudo.
Il suo corpo asciutto sussultava, cercando di trattenere l'urgenza nell'avermi. I muscoli delle braccia guizzavano ogni qual volta lanciava uno dei suoi vestiti via e il ventre era piatto, lasciando intravedere gli addominali e la sua pelle...
Chiusi gli occhi e deglutii rumorosamente.
Camilo parve accorgersene, perché mi chiese:
<A che pensi?>
Il mio viso ormai si accendeva e spegneva come una fiaccola, divenni nuovamente rossa.
Lo vidi sogghignare, come qualcuno che sapeva di aver vinto una partita, ancora prima di terminarla.
<Vorresti che ti spogliassi?>
Tremai, facendogli capire benissimo che non mi sarebbe assolutamente dispiaciuto.
Si abbassò nuovamente su di me e alzandomi la maglietta me la tolse arrotolandomela sui polsi che finirono sopra la mia testa.
Lo guardai imbarazzata e proprio quando pensai di essere mezza nuda davanti a lui, mi prese la gonna e la tirò giù, sfilandomi via pure l'intimo contemporaneamente.
Trattenni il respiro, era la prima volta che mi capitava di essere totalmente senza vestiti davanti ai suoi occhi.
Sentii tutto il corpo andare a fuoco.
Vidi Camilo sfiorare tutto il mio corpo con lo sguardo e mi sembrò come se tracciasse su di esso una linea infuocata.
Senza aspettare oltre si tolse i pantaloni, facendomi compagnia nella mia nudità.
Ci guardammo a lungo, scambiandoci sguardi carichi di desiderio; non potei fare a meno di notare quanto volesse avermi.
<...Camilo...>
Non si fece attendere oltre, si stirò su di me ed io aprii le gambe, invitandolo.
Gemetti senza nemmeno provare a trattenermi, quando entrò con un'unica spinta.
Volevo di più, volevo davvero che si prendesse tutto, senza lasciarmi nulla.
Avrei voluto toccarlo, accarezzarlo, ma le mie mani erano bloccate a causa della maglia sui polsi; ne approfittai quando, con un'altra spinta, vidi il suo volto vicino al mio.
Gli cinsi il collo con le braccia e iniziai a baciargli il viso e ad ansimarci contro ogni volta che sentivo un suo colpo ben assestato.
Mi inarcavo e gemevo ad ogni spinta, senza più riuscire a trattenermi, sentendo anche i suoi gemiti di tanto in tanto.
Il ritmo delle spinte, ad un certo punto, si fece più serrato, così veloce che mi sembrò di impazzire e quando finalmente venne si gettò stanco su di me.
Lo sentii accarezzarmi i fianchi e sospirare.
<T-tutto bene?>
Mugugnò qualcosa che non capii bene e mi preoccupai, mentre entrambi provavamo a riprendere fiato.
<...Si... cioè, vorrei poter farti arrivare... e-ecco...>
Sbattei un paio di volte le palpebre confusa.
<T-ti piace?>
Quasi non mi sembrava nemmeno il Camilo di qualche minuto prima.
Gli sorrisi, accarezzandogli il viso sudato.
<Si... mi piace.>
Avevo capito cosa intendesse.
<Te lo dirò solo una volta perché mi... mi imbarazza un po'...>
Presi un bel respiro:
<Non è che... succeda sempre a noi donne, ma non è detto che quello che facciamo non ci piaccia... o-ok?>
Lo vidi annuire imbarazzato e io, dal mio canto, distolsi immediatamente lo sguardo.
Lo sentii uscire da me lentamente, quasi come se avesse paura di farmi del male e si stirò al mio fianco, mettendomi una mano sul ventre.
<Mi fai sentire in così tanti modi diversi...>
<Anche tu...>
Tornai a guardarlo e gli sorrisi, aggiungendo:
<Credo sia normale sentirsi così, no?>
Lo vidi annuire e prendendomi la mano iniziò a baciarne il palmo.
<Mi Vida.>

Dandelion [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora