8.Zagara

1.2K 105 27
                                    

POV: [CAMILO]

Cosa diamine era appena successo?
Ero confuso.
Vederla ballare con Tio Bruno mi aveva agitato, perché sorrideva e rideva in quel modo con lui?
Perché con me non era così?
Mi sentii geloso e stupido per provare gelosia a causa di mio Tio.
Ero stato smascherato così pure da lui?
E lei?
Non sapevo a quale emozione dar prima la precedenza.
Volevo solo averla per me.
Perché mi faceva sentire così, perché mi resisteva, scappava con qualunque scusa.
Io che ero sempre stato pacato, razionale, gentile... perché ogni volta che la vedevo scattava in me questo?
Perché mi rendeva così possessivo e desideroso?
Dopo tutti quei giri mi stava scoppiando la testa, non volevo più danzare con Paoleta, ero stanco di giocare, volevo soltanto lei.
Così feci cenno all'orchestra, sapeva bene cosa inziare a suonare e quando Paoleta si frappose fra me e il mio obiettivo, la scansai come se non fosse mai esistita.
Perché mi doveva far essere così scortese?
L'agganciai con lo sguardo, non aveva più vie di fuga,
era mia.
Danzammo e ci misi tutto quello che provavo in quella danza, rabbia, desiderio, passione.
Sapevo bene che lei stava leggendo tutto.
E sentii che ricambiava tutto, lo percepivo.
Più mi avvicinavo e più sentivo il profumo delle zagare fra i suoi capelli.
"Dannazione!"
Doveva esser stata opera di Mirabel, sapeva benissimo quanto questo profuma mi facesse uscire di testa.
Più volteggiavo intorno a lei e più mi avvicinavo e più avrei voluto prenderla e baciarla e...
Le sfiorai le mani proprio quando la musica terminò.
Ci guardammo a lungo e alla fine lei riuscì a scapparmi ancora.
"No, stavolta no."
Mi ridestai e le andai subito dietro.
La vidi prendere la porta e uscire, facendo il giro della Casita.
Si fermò lì, poggiando una mano sul muro e l'altra sul suo petto, sembrava stesse prendendo fiato.
Mi guardai intorno, non sembrava esserci nessuno nei paragi.
Era quello il momento.
Sentii le gambe tremarmi, non potevo essere così: due secondi prima sicuro di me stesso e una volta davanti a lei così poco risoluto, mi avrebbe preso per uno sciocco, un bambino che non sapeva gestire le sue emozioni.
"Sii uomo Camilo!"
Strinsi i pugni e avanzai.

-

POV:[T/N]

Mi sentii di punto in bianco stanca, affannata, l'aria estiva notturna era più fresca e mi aiutò a star meglio.
Poggiai una mano sul petto.
No... non era stata la danza a ridurmi così.
Era colpa di Camilo.
Mi sventolai una mano davanti al viso, cercando di farmi arrivare più fresco possibile e voltandomi leggermente lo vidi.
Stava avanzando, coi pugni serrati, in maniera decisa e il suo obiettivo ero io.
Sentii il cuore accelerare, lo stomaco rivoltarsi.
<Camilo...>
Fui letteralmente travolta dal suo bacio.
Mi spinse contro il muro, non prima di aver messo una mano sulla mia nuca per evitarmi l'impatto, mentre con l'altra mi aveva afferrato il polso.
Sentivo le sue labbra baciarmi con urgenza e se all'inizio rimasi immobile e di stucco, dopo qualche secondo il mio corpo reagì e le labbra iniziarono a muoversi in sintonia con le sue, mentre la mano libera si insinuava fra i suoi morbidi ricci.
Mi sovrastò con la sua figura e se dietro di me avevo il muro fresco della casita, davanti il mio corpo era diventato bollente, poiché Camilo aveva ridotto a zero le distanze.
Non appena mi staccavo dalle sue labbra per riprendere fiato, lui le intercettava e si riattaccava.
Non so quanto durò questo bacio.
Sentivo solo il suo profumo, mescolato a quello delle zagare.
La mano che mi teneva il polso, ad un certo punto mi lascio, andando ad accarezzarmi il collo.
Mugugnai qualcosa fra le sue labbra, ma il fiato mi rimase in gola quando lo sentii modermi il labbro inferiore.
Si staccò così, infine, dalle mie labbra che sentivo pulsare per il lungo bacio.
<Perché...>
Aveva il fiatone, come se avesse corso una lunga maratona.
<Perché mi fai diventare così?>
Chiese con un filo di voce.
<Vorrei essere gentile, ma tu... scappi, mi confondi...
Sembra che mi desideri e il giorno dopo mi eviti.
Perché sei così?>
Non osavo parlare.
Avevo paura che tutto ciò che avessi potuto dire, sarebbe potuta suonare sbagliata.
<Ti prego... se non mi vuoi dimmelo adesso e io mi rassegnerò.
Non ti darò più fastidio, se ti piace Tio Bruno...>
Mi sveglia da quel torpore quando sentii l'ultima frase.
<Ma che stai dicendo?
Pensi che sia per questo?>
Vidi la confusione nel suo sguardo.
<Tu pensi che potrei essere così...
così con tutti...>
<No... io divento i-insicuro quando sono con te.>
<Non mi pare.> Lo incalzai.
Eravamo ancora l'uno contro l'altro, le sue labbra quasi sfioravano le mie mentre mi parlava.
<E allora perché?>
<Pensi che sia facile per me?
... D-dopo quello che mi è accaduto.
Ho paura.>
Mi morsi il labbro inferiore, cercando di trattenere le lacrime e fu in quel momento che Camilo si staccò dal mio corpo, pensavo non si sarebbe più avvicinato e invece mi cinse in un caldo abbraccio.
Iniziai a singhiozzare.
<Respira lentamente...
Calmati.>
Scossi il capo e lo affondai sul suo petto.
Sentii il suo cuore battere forte come il giorno precedente, era assordante.
<Torna dentro, si chiederanno tutti dove sia il festeggiato.>
<Non penso, avevo già avvisato la mia famiglia che mi sarei allontanato un attimo, ad un certo punto della serata.>
Rimasi in silenzio.
<Ti lamenti che ho ballato con Tio Bruno, ma tu... non sei stato da meno stasera.>
Cercai di riprendere il controllo della situazione, non volevo sembrare patetica.
<La tua gelosia potrebbe essere un problema.>
Alzai il capo e con esso pure un sopracciglio.
<Senti chi parla.
Geloso di suo zio.>
Lo vidi diventare rosso come un peperone e affondò il viso sul mio capo.
<Adoro le zagare.>
Arrossii sentendolo chiaramente annusarmi.
<C-Camilo?>
Lo chiamai incerta.
<Io ti voglio, ti desidero.
Non so più davvero come fartelo capire.
Da quando tu sei qui non so più chi sono...
Credevo di saperlo e invece... invece mi sono accorto di non sapere nulla di me stesso.
Mi hai stregato.>
Ricambiai il suo abbraccio e leggermente lo scostai così da poterlo guardare negli occhi.
<Devi darmi tempo... non è una scusa, è una necessità.
Penso... penso ti sia chiaro ormai che... che non mi sei indifferente, ma ho troppe paure e ho bisogno che tu capisca anche la situazione.>
Sospirò e annuì, sorridendomi poi dolcemente.
<Vuol dire che continuerò a corteggiarti fin quando non ne potrai più.>
<Camilo!>
Lo sentii ridacchiare.
<Scherzo... credo.>
Mi diede una carezza sul viso e alla fine si staccò da me, prendendomi per mano.
<Dai, torniamo dalla Famiglia.
Sono sicuro che Dolores avrà sentito tutta la nostra conversazione... inzia a farci l'abitudine!>
Fece roteare gli occhi, sbuffando, anche se alla fine tornò a sorridermi in maniera dolce.

---------
Salve a tutt* spero che la storia vi stia piacendo, non so ancora come andrà a finire, lo scoprirò insieme  voi mentre scrivo! :)
Se vi va lasciatemi pure qualche commento, sono aperta pure alle critiche.
:***
Beniora.

Dandelion [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora