17.Destino.

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POV:[T/N]

Come aveva consigliato Tio Bruno, inizia a girare sempre con in tasca qualche biscotto preparato da Julieta.
Non sapevamo ancora quando la profezia si sarebbe avverata, ma non sembrava così lontana nel tempo; dovevamo tenerci sempre pronti.
Luisa, quando era in casa, controllava sempre la candela magica e Isabela aveva fatto crescere un bel po' di cactus intorno alla finestra di Abuela e anche se quest'ultima all'inizio sembrò contraria alle nuove decorazioni, dopo qualche giorno se le fece piacere.
Non era molto, ma era tutto quello che potevamo fare, al massimo delle nostre capacità.
Nel tardo pomeriggio decisi di recarmi al mercato, volevo provare a trovare qualche vestito nuovo; in realtà avrei preferito essere consigliata da una delle ragazze, ma sembravano essere tutte sparite o non disponibili.
Feci spallucce mentre camminavo, non potevo sempre essere in compagnia di qualcuno e non volevo tediare Camilo, trascinandolo in mezzo ai vestiti da donna.
Era l'imbrunire e le prime lanterne avevano già incominciato a risplendere per il mercato e le strade adiacenti.
Alcuni banchetti stavano già levando le tende per chiudere e nella via in cui mi ero addentrata non si vedeva più anima viva.
Forse avevo pensato di andare troppo tardi.
"Sarebbe meglio tornare alla Casita".
Feci per voltarmi, ma la strada mi fu sbarrata da un paio di uomini, avevano il cappuccio del poncio tirato sul viso, non riuscii a riconoscerli.
<Dove vai bella signorina?>
Il tono di voce era di scherno, parevano divertirsi.
Uno di loro mi piombò addosso, prendendomi per un polso.
Guardai un mercante che stava ritirando la sua roba, ma quando incrocia i suoi occhi, preso dal panico, si ritirò lasciandomi sola con quei due brutti ceffi.
<Perché non vieni a bere con noi, ci divertiamo!>
Sentii l'alito del tizio che mi tratteneva per il polso, puzzava di Rum.
Mi sentii esposta e indifesa, ma nulla mi fece raggelare il sangue come quando l'altro compare si avvicinò prendendomi il mento esclamando: <Hey, ma questa è quella lì, la vedova del tizio morto circa un anno fa. Quella che adesso si diverte con Camilo Madrigal!>
Sbarrai gli occhi, cercando di divincolarmi.
Per tutta risposta mi arrivò un ceffone in pieno viso.
Sentii le orecchie fischiare e la guancia, dove avevo ricevuto il colpo, andare a fuoco.
<Chissà quanto ti deve piacere fare certe cose, per non rispettare nemmeno il lutto!>
Iniziarono a schernirmi con vari epiteti, urlandomi addosso.
Capii che stavolta non sarebbe venuto nessuno.
<Hey, senti questa! Secondo me se riuscissimo a toccare quella candela, potremmo diventare anche noi magici...>
Sembrarono tutti e due essere colti da un'illuminazione.
<E se li ricattassimo?>
Percepii del sapore metallico in bocca e quando sentii quelle parole sputai in faccia al primo che mi venne a tiro.
<... Siete proprio degli ottusi, se pensate davvero che sia un'ottima idea ricattare una intera famiglia che può difendersi con i propri doni!>
Ricevetti una testata subito dopo aver parlato.
Non vidi più nulla.

-

POV:[CAMILO]

Era ora di cena e lei non era ancora arrivata.
Mirabel mi aveva avvertito che era andata al mercato, ma non era possibile fosse ancora lì.
Mi diressi all'ingresso della Casita, l'avrei aspettata davanti l'ingresso.
La porta si aprì nel momento in cui decisi di uscire, ma non feci in tempo, perché le scale dell'ingresso mi porsero una lettera e un pezzo di tessuto.
Rimasi impietrito quando mi resi conto che quel lembo color giallo somigliava tanto ad una delle sue gonne.
Ritornai immediatamente in casa come una furia, iniziando ad urlare i nomi di tutti.
Dolores per prima uscì dalla sua stanza, seguita da Mirabel e Isabela, nel giro di qualche minuto fummo tutti nel cortile interno.
Iniziai a leggere ad alta voce la lettera.
Le mie mani tremavano mentre tenevo quel foglio di carta, scandendo parola per parola il suo contenuto.
Sostanzialmente ci veniva chiesta la candela in cambio della sua vita.
Sentii tuonare e guardai mia madre trattenersi dallo scatenare una tempesta.
<Che si fa?> Chiese Luisa.
Non vidi altra scelta.
<Porteremo la candela con noi e faremo in modo di salvare sia lei che la nostra magia, se non vedranno la candela... l'accordo salterà.
Ma ci servirà un piano.
Se... se dovessero accorgersi che siamo tutti, potrebbero farle del male.
Andrò io con la candela, voi mi seguirete ben nascosti.>
Non sapevo nemmeno se ciò che avessi detto avesse un senso, ma nessuno osò contraddirmi.
Alzai lo sguardo verso Abuela e mi accorsi che teneva già la candela in mano.
<Mi fido di te Camilo, so che la riporterai indietro e parlo di entrambe. >
Mi porse la candela e gettando la lettera a terra, l'afferrai con decisione.

-

POV:[T/N]

Mi risveglia stordita.
Strizzai un paio di volte gli occhi, per cercare di riprendermi e guardandomi la gonna vidi delle gocce di sangue su di essa, mi spaventai, ma quando capii che quel sangue proveniva da una ferita alla fronte, apertasi dopo la testata che mi aveva messa al tappeto, mi calmai.
<Guarda un po', la puta si è ripresa! Abbiamo mandato una bella letterina al tuo novio!>
Le parole erano strascicate a causa dell'alcol ed entrambi tenevano ancora il cappuccio sulla testa.
<Probabilmente il giovane Camilo non verrà, perché dovrebbe portare una cosa tanto preziosa e scambiarla con una cosa sporca come te?
Ti ha fatto già assaggiare la sua candela magica forse?>
Mi salì forte la nausea e dovetti trattenermi per non vomitargli addosso.
<Che ne dici se ci divertissimo noi tre, intanto?>
Sentii uno dei due afferrararmi da dietro, mentre l'altro provò a strapparmi di dosso la parte superiore del vestito.
Riuscì solo a far volare via una manica, talmente era ubriaco.
Stava per riprovarci, quando si bloccò istantaneamente.
<Non... non ci credo!
L'ha portata davvero.>
Ci voltammo tutti.
Indicò una flebile luce tra gli alberi della foresta, ed ecco che lo vidi:
era Camilo e aveva portato con sé la candela magica.
Sentii le lacrime rigarmi io viso, ero felice di vederlo lì, ma anche immensamente preoccupata.
Erano in due e lui non era forte come Luisa.
<Non ti avvicinare!>
Lo avvertì uno dei due.
L'altro mi teneva ancora ferma da dietro.
<Isabela, fagli togliere quelle mani luride di dosso.>
Lo sibilò fra i denti e nel giro di qualche secondo il brutto ceffo dietro di me mi lasciò andare, rimanendo bloccato al mio posto.
Non era solo.
Mi sentii sollevata, fin quando non mi ricordai della tavoletta di Bruno.
Era quello il momento.
Non feci in tempo a realizzare la cosa, che vidi l'altro uomo partire di scatto.
Lo vidi prendere una lama da sotto il poncio e scaraventarsi contro Camilo.
Mi gettai verso l'aguzzino e riuscii ad afferrargli una caviglia, arrestando la sua corsa.
Quest'ultimo inciampò, ma non ebbi abbastanza forza per trattenerlo che mi scalciò via, rialzandosi.
Cercai di indietreggiare in qualche modo, ma vidi i suoi occhi infuocarsi, carichi di rabbia.
Vidi la sua lama calare veloce su di me, chiusi gli occhi, cercando di ripararmi, ma la lama fredda non arrivò.
Sentii un gemito e aprii gli occhi di scatto.
Camilo.
Camilo si era parato fra me e l'assalitore, ricevendo il colpo sul costato.
Si accasciò su di me, tenendo in mano ancora la candela.
I suoi occhi... nei miei occhi, vidi il dolore e il sollievo.
In quel momento apparve Luisa che afferrò l'uomo placcandolo e disarmandolo.
Ma era troppo tardi, la visione di Bruno si stava avverando e alla fine non eravamo riusciti ad impedirlo.
Vidi la mano che teneva la candela farsi molle, l'afferrai nel momento in cui lui la lasciò andare.
<No... No, No, No.
C-Camilo ti prego.
R-resta con me.>
Respirava a fatica.
In quel momento arrivò anche Tio Bruno.
Rimase lì, la disperazione negli occhi.
Ricordai i biscotti di Julieta e ne presi uno con la mano tremante.
<T-ti prego.
Forza!>
Cercai di spingerlo a forza fra le sue labbra.
Il suo capo sulla mia spalla ed il resto del corpo sul mio ventre.
<M-mi Vida...>
Provò ad allungare la mano per accarezzarmi la guancia, ma alla fine quest'ultima ricadde mollemente sul suo corpo.
Rimasi attonita e alla fine urlai disperata.

Dandelion [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora