Non appena la lezione di Lombardi terminò, tra le critiche del professore a quella generazione ignorante e maleducata, Simone si dileguò in bagno. Aveva bisogno di restare per conto suo, di ragionare su ciò che aveva visto e soprattutto di allontanarsi da Manuel prima di fare una cazzata, come ad esempio dargli uno schiaffo, nel migliore dei casi, o parlargli, nel peggiore. Era come se avesse la febbre, si sentiva bruciare e al tempo stesso era scosso da incontrollabili brividi freddi, eppure fino ad un'ora prima stava benissimo; non aveva dubbi su cosa -o meglio, chi- fosse la causa del suo malessere, e certamente non era un virus. Aveva giurato a se stesso di non farsi più coinvolgere da Manuel, eppure eccolo lì, accovacciato in un angolo nascosto del bagno dei maschi perché la sua interrogazione non aveva sconvolto soltanto il prof di latino, anche se l'aveva fatto per motivi decisamente diversi.
Si chiese se si fosse immaginato Manuel parlare di gelosia, di baci, d'amore, senza smettere di guardarlo e si rispose che no, era sicuro che non fosse soltanto una sua suggestione: Manuel stava rispondendo a Lombardi, ma era a lui che parlava, restava solo da capirne la ragione. Entrare in quella testa riccioluta non era impresa facile, Simone ci aveva provato molte volte e non aveva mai avuto successo. Si disse che avrebbe potuto semplicemente ignorare la questione, del resto era diventato piuttosto bravo ad ignorare Manuel, ma evidentemente non così bravo come pensava, perché non riusciva ad accantonare niente e la cosa lo faceva impazzire e sentire impotente. Non poteva permettere a Manuel di sconvolgere di nuovo la sua vita, non adesso che la stava faticosamente rimettendo in ordine, grazie a Claudio.
Claudio, ecco, sì, lui avrebbe potuto aiutarlo a schiarirsi le idee e a riprendere il controllo di se stesso, come faceva sempre. Prese il cellulare dalla tasca e controllò l'ora, era mezzogiorno passato e l'uomo non avrebbe lasciato lo studio prima delle sedici, ma Simone non poteva aspettare così a lungo. Gli telefonò, dunque, e l'altro rispose dopo un paio di squilli.
"Hey, Claudio, ciao. So che stai lavorando, ma...mi chiedevo se potessi venirmi a prendere a scuola, oggi."
La sua voce tremava un po', per quanto si sforzasse di controllarla, e mentre parlava tormentava con la mano libera un lembo della camicia, agitato.
"Certo, certo che posso, non preoccuparti. È successo qualcosa? Non ti senti bene?"
Simone sospirò profondamente.
"Grazie, davvero, ma preferisco parlarne a casa, ok?"
Claudio non insisté ulteriormente e i due si salutarono. Simone si sentiva un po' meglio al pensiero di poter parlare con lui, abbastanza da convincersi ad alzarsi e tornare in classe, dopo essersi sciacquato il viso.All'uscita da scuola, come promesso, l'avvocato era lì ad aspettarlo. Il ragazzo accennò un sorriso quando vide la sua auto e in un attimo la raggiunse, sistemandosi sul sedile del passeggero. Oltre ad un "ciao" e ad un "grazie di essere venuto" appena mormorati non disse niente per tutto il tragitto, né Claudio lo forzò a parlare. Rispettava i suoi tempi, come sempre, e Simone gliene era davvero grato. Appena arrivati a casa, gettò lo zaino a terra e andò dritto in cucina per prendere una birra dal frigo, bevendone un lungo sorso.
"Non è un po' troppo presto, per quella?"
Commentò l'uomo, senza che la frase suonasse eccessivamente come un rimprovero. Simone accennò un sorrisetto colpevole.
"A volte una tisana non basta."
Replicò, per poi spostarsi verso il soggiorno. L'altro accennò una risatina e lo raggiunse sul divano, sedendosi accanto a lui. Prima di parlare, Simone bevve un altro po'."Manuel oggi è tornato a scuola e ha fatto una cosa strana durante l'interrogazione di latino."
Teneva lo sguardo basso, fisso sull'etichetta della bottiglia di cui prese a staccare pezzetti con le unghie.
"Si è messo a parlare di Catullo e l'ha fatto guardando me per tutto il tempo. Lombardi ha pure pensato che gli stessi suggerendo."
Gli tornò in mente ciò che aveva detto Manuel in quel momento, che Simone avrebbe preferito staccarsi la lingua pur di non parlare con lui, e gli tornarono in mente anche i suoi occhi rassegnati mentre pronunciava quelle parole. Ammetteva di essere stato abbastanza stronzo a confermarle senza esitare, ma non è che Manuel non se lo meritasse, quindi non doveva sentirsi dispiaciuto. Non doveva.
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Tu non innamorarti di un uomo che non sono io
Roman d'amourDal testo: "Ma se po sape' che ce devi fa' co' quel vecchio?" "[...] le stesse cose che facevi tu con l'architetta." -FF post 1x10 in cui Manuel si ritrova a fare i conti con la gelosia e Simone con la rabbia.-