Un uomo senza identità è un blasonato folle coperto dalle ceneri delle sue vernici. Indossa cappelli senza fondo e tra i denti stringe la più tagliente delle maschere, si trova pronto ad esplodere in contorte battaglie che lo accompagneranno in euforiche discese e percorsi in salita capaci di illuderlo di apatia. Un uomo senza identità è una bestia traforata di energia, si inietta di vita e la rigetta per completarsi nell'abisso e divorarne il potere. Assorbe il silenzio per convertirlo in grida catartiche fino a lasciarsi cadere con i timpani ridotti in polvere. E bagnato, zuppo di fiamme, strappa via i suoi organi, uno ad uno, per strizzarli, assaporarne il sangue dall'alto della sua presa con la lingua che non sa d'essere biforcuta. E quando nello stomaco ribolle lo stesso stomaco non aspetta di perire o riposare, perché egli già vaga come un cadavere animato da impulsi convulsi. Dopotutto, un uomo senza identità è un uomo intriso di vita che non sa ancora cosa sia vivere. Corroso e contorto, affamato e nauseato, vomita ogni capolavoro esposto dai neuroni sfibrati e lo fa a pezzi per pompare i suoi battiti, e vedere il sangue esplodere dalle sue ferite perché queste possano distruggerlo, abbatterlo, annientarlo perennemente fino a completarlo nell' impervia essenza.
Così un uomo senza identità si costruisce per essere senza mai Essere, e quando sarà soffocato dai suoi respiri saprà di aver vissuto.