Trattenersi è difficile quando le accuse fiondano sul proprio corpo come fulmini assetati di autorità.
Il sorriso forzato che assumo non serve a quietare la furia di chi brama il disastro che solo io posso garantire. Pare invece servire a stimolare la fame dei miei predatori, che provano completezza manifestando critiche e prosciugando il loro animo da ogni segno di colpevolezza.Fine. Le mani tra i capelli e le corde vocali sforzarsi per ricercare quiete. Fine, sussurro ripetutamente, ma contrastare il volere dei miei predatori risulta solo inutile: nessuna pace senza il loro ego sazio.
Le mie braccia al vento allora. La mano stringe una bandiera dipinta da viscide macchie per assecondare le loro proteste e io subito schiava delle loro accuse: l'ira si propaga.
Sembrano godere nello scaraventare i fulmini e io ai loro occhi ora sono la vittima ideale.
La mia resa non ha portato alla sentenza finale.Fine. Urlo allora, ma l'incomprensione mi caccia via.