Non so mai come iniziare.
Cosa? Qualsiasi cosa.
Ho atteso, osservato, imparato, assorbito e riatteso il buio: speravo di riuscire ad accendere io dei veli di luce.
Mi sento come un mostro, rinchiuso in un corpo minuscolo, che si consuma e resta schiacciato da rivoli di sangue e ammassi di carne.
Un mostro enorme, debole, rinchiuso in un corpo troppo potente.
Un continuo vacillare tra concetti che ti fanno schiantare e finisce che la testa non regge più. Si sgretola in mille pezzi, in mille sagome che non fanno altro che confondere, aprire mille strade... Ed ecco che non si sa mai che scegliere; per paura di sbagliare si arriva a guazzare tra le lacrime di noia.
Forse sono queste figure che mi hanno rovinata, voci su cui ho cercato di aggrapparmi, e ci ho buttato la merda, la mia merda, il mio cervello malandato.
Ed eccomi al capolinea, sospesa su un filo che non poteva che essere il confine tra una cruda realtà e un'illusione tanto sognata.
E mi pesa troppo la testa per riuscire a reggere. Sto crollando e mi schianterò, chissà se su un cielo illuminato da nere stelle o se tra nuvole che sanno accecare.
In ogni caso, dovunque io finisca, non avrò occasione di brillare.