3. Standing ovation

122 7 0
                                    

19:59, ci aveva dato appuntamento alle 20.
Parcheggiai l'auto e mi recai verso il portone con i vassoi tra le mani; con un po' di difficoltà bussai al citofono e senza che io dicessi nulla qualcuno mi aprì, solo dopo notai la presenza di una telecamera.
Ricordai che Sabrina aveva detto di avere un attico, quindi presi l'ascensore e premetti il bottone dell'ultimo piano. "Sabrina Ferilli è letteralmente la mia vicina di casa" pensai mentre la scatola di metallo saliva; una volta arrivata mi recai nella direzione opposta a quella in cui c'era la porta di casa mia, bussai al campanello e qualche secondo dopo la padrona di casa venne ad aprire, stupenda come non mai.
"Ma cos'hai portato? Non dovevi, sei mia ospite" disse mentre mi toglieva i vassoi dalle mani.
"Non potevo arrivare a mani vuote o mia nonna stanotte mi sarebbe venuta in sogno per rimproverarmi." la sentii ridere mentre la guardavo poggiare i dolci su un tavolino. "Sono in anticipo?" le chiesi per evitare che il silenzio calasse in quella stanza, non ero mai stata troppo loquace.
"Sei stata puntualissima, forse sei l'unica di quella banda di matti ad esserlo, ma ancora ci devi entrare del tutto, magari verrai deviata anche tu." una voce maschile proveniente dalla mia sinistra mi rispose al suo posto. "Sono Flavio, è un piacere conoscerti."
Sapevo perfettamente chi fosse quell'uomo, d'altro canto Sabrina era una delle mie attrici preferite e fin da ragazza era stata il mio modello da seguire; allungai la mano verso l'uomo e mi presentai.
"Ma lo sapete che dopodomani mi trasferisco qui accanto?" indicai il muro alle mie spalle mentre Sabrina mi porgeva un calice di vino, poi ne diede uno anche al marito.
"Ma allora sei te, mi fa piacere, almeno tu e tua figlia allieterete sto condominio de vecchi decrepiti." scoppiai a ridere alle sue parole.
Fummo interrotti dal suono del citofono, anche gli altri erano arrivati; salirono e dopo varie presentazioni e chiacchiere iniziammo a cenare. Sabrina aveva preparato una gustosa carbonara e come secondo del filetto di manzo alla brace. Durante la cena, non si sa come, la conversazione si spostò sulle feste natalizie, sul fatto che quest'anno a causa del covid avremmo dovuto passare il Natale con la famiglia stretta, senza poter invitare amici e parenti vari; quell'argomento mi incupì un po', così riempii il calice di vino chiedendo se potessi uscire in terrazzo a fumare e con mia grande sorpresa vidi Sabrina prendere una sigaretta e seguirmi, non sapevo fumasse.
"Ti stai annoiando?" mi chiese osservandomi mentre guardavo un punto indefinito nel panorama.
"No, è solo che questo argomento mi fa sentire...saudade." non distolsi lo sguardo dal nulla, lei aspettava che continuassi a spiegarmi ed io lo feci, con mia grande meraviglia, dato che non ero solita aprirmi a chiunque. "Questo sarà il primo Natale che trascorrerò da sola in quarant'anni, non avrò nemmeno la piccola perché tocca a Jen tenerla. Fino all'anno scorso avevo una famiglia stupenda, ero felice, appagata...adesso mi sono ritrovata a dover scappare in Italia per ritrovare almeno un briciolo di serenità." gli occhi mi si fecero lucidi.
"Non puoi tornare a Napoli dai tuoi per Natale?"
"Da quando ho sposato Jennifer con i miei non ho più rapporto, per loro era un peso accettare una figlia omosessuale in segreto, figuriamoci ora che il mondo intero sapeva...e poi non si tratta solo del Natale, è la vita di tutti i giorni, devo imparare di nuovo ad affrontare la solitudine." stavolta mi girai e una lacrima mi solcò la guancia, lei me l'asciugò delicatamente con una carezza.
"Dai, che tra du giorni te trasferisci e ci facciamo compagnia insieme, che pur'io in quanto a solitudine so campionessa, ormai Flavio torna solo il fine settimana" mi mise il braccio attorno alla vita spingendomi verso la ringhiera che separava i due terrazzi. "Sai che ce facemo qua? Facciamo fa na bella porta, così per incontracce non ce toccherà fare tutto il corridoio der palazzo" mi fece ridere, era proprio una bella persona, esattamente come me l'ero sempre immaginata. Tornammo dentro e Sabrina portò a tavola i miei dolci e un vassoio pieno di maritozzi.
"Avete visto l'intervista di Claudia a Verissimo oggi?" chiese Maria di punto in bianco.
"No, non mi piace rivedermi. Com'era? Sembravo impacciata? Perché avevo un'ansia terribile." sorrisi mentre addentai un brigadeiro.
"Sei stata perfetta. Sabri tu l'hai vista? Si parlava anche di te." sbiancai, effettivamente era vero, avevo completamente dimenticato che Silvia mi avesse chiesto a chi mi ispirassi, se avessi un idolo.
"Magari se la rivede con calma, m'imbarazza parlarne adesso" balbettai, sperando non insistessero nel voler sapere e, fortunatamente, andò così.
Finimmo di mangiare i dolci, bevemmo un caffè e, dopo aver dato una mano a sistemare, ognuno tornò a casa.
La domenica mi sentivo molto pigra, così decisi di restare tutto il giorno in camera a giocare con mia figlia, l'indomani avrei iniziato le registrazioni e l'avrei vista poco, dovevo approfittarne.
Il lunedì mattina lasciammo la stanza d'albergo alle 7:30 del mattino, ci recammo alla casa nuova, finalmente. Jo quella mattina sarebbe tornata a Miami, per un po' ci saremmo divise, doveva spedirmi alcune cose da casa e sistemare alcune questioni personali.
Aspettai l'arrivo della tata puntuale alle 8:15, uscii in terrazzo a godermi il sole che iniziava a baciare timidamente la città mentre fumavo una sigaretta.
"Flavio, ma te voi move? Me farai fa tardi alle registrazioni." mi avvicinai alla ringhiera e notai Sabrina dall'altro lato che fumava irritata.
"Ehi, buongiorno, vuoi un passaggio? Io sto per uscire." le sorrisi e la salutai timidamente con la mano.
"Fija mia, tu me stai salvando, lo sai?" mi faceva sempre ridere quando parlava in romanaccio. "Fla, fai con calma che me da un passaggio Claudia!" urlò verso il balcone aperto.
"Dai, finisci di fumare, ci vediamo tra due minuti all'ascensore." le dissi per poi tornare dentro per prendere la borsa e salutare Bela.
Aprii la porta di casa e anche lei lo fece nello stesso momento; prendemmo l'ascensore e arrivammo fin sotto al garage. Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso gli studi.
"Comunque l'ho vista la tua intervista da Silvia, sei stata tanto cara." sorrise ed io ricambiai il sorriso con un po' d'imbarazzo.
"Se vuoi puoi venire con me quando dobbiamo registrare, per me è solo un piacere", cercai di cambiare discorso.
"Ma non voglio essere d'impiccio, io di solito prendo un taxi, sai, c'ho la patente ma non guido mai."
"Abitiamo nello stesso posto, dobbiamo andare nello stesso posto, mi spieghi che fastidio dovrebbe essere?" la guardai seria mentre eravamo ferme ad un semaforo.
"E vabbè, prendiamo st'appuntamento fisso, però almeno dovemo divide la benzina altrimenti nun se ne fa niente, nun voglio fa mica la scroccona!" puntò l'indice verso di me, quasi in maniera accusatoria.
"Sisi, poi ci penseremo" risposi per sviare nuovamente il discorso.
La musica accompagnò il resto del nostro viaggio; una volta arrivate e dopo aver parcheggiato ci aspettava la solita routine: febbre, tampone, attesa, esito.
Devo ammettere che ero parecchio emozionata, non era la mia prima volta in tv, ma qui era diverso, le persone mi avrebbero vista per la prima volta e non volevo apparire una bacchettona.
Nel camerino trovai una rella con tanti outfit diversi, alla fine optai per un jeans strappato chiaro, una t-shirt bianca semplice e un blazer azzurro cielo aperto; a completare il tutto un paio di décolleté neri con tacco a spillo.
Sentii bussare alla porta, era Maria.
"Sei pronta? Il pubblico di là non vede l'ora di iniziare" si, perché Maria era riuscita a trovare un modo per avere il pubblico presente in studio: separare ogni posto con pannelli di plexiglas su ogni lato.
"Anch'io non vedo l'ora, anche se sono parecchio emozionata." stavo finendo di mettere il rossetto quando una persona della produzione passò ad avvisarci che tra tre minuti avremmo iniziato e che io sarei dovuta entrare dopo per essere presentata.
Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio poi mi avviai verso lo studio insieme a Maria, gli altri erano già posizionati sulle loro poltrone, la bionda li raggiunse, io andai verso il retro dello studio posizionandomi dietro l'enorme schermo al led; partì la sigla.
"Bentrovati! Settembre è il mese dell'anno che porta con sè una grandissima certezza: si riunisce ufficialmente, finalmente, la famiglia di Tu si que vales!" la voce di Belen risuonava in tutto lo studio; "e per famiglia non intendiamo solo noi tre, ma anche loro..." adesso era Alessio a parlare, poi intervenne Martín "Gerry Scotti, Teo Mamuccari, Maria De Filippi, Rudy Zerbi e la celestiale presidentessa della giuria popolare Sabrina Ferilli!" il pubblico era in delirio, la mia ansia cresceva sempre di più.
"Ma quest'anno, come potete notare, c'è una poltrona in più, perché a questa famiglia si aggiunge un volto internazionale." Belen sospirò e d'istinto lo feci anch'io. "Napoletana di nascita, ma brasiliana d'adozione, ha venduto un milione e duecentomila biglietti durante il suo concerto a Recife, un altro milione a Rio De Janeiro; vanta featuring con Daddy Yankee, Ricky Martin e Sergio Mendes, ha partecipato all'inno ufficiale dei mondiali di calcio in Brasile del 2014 insieme a Pitbull e Jennifer Lopez" durante il discorso di presentazione sul grosso led che mi separava dallo studio scorrevano le immagini dei miei concerti, dei video delle mie canzoni. "Parla e canta in quattro lingue diverse, è da sei anni giudice di The Voice Brasil, è l'ambasciatrice ufficiale di Zumba Fitness in Brasile e vanta più di 48 milioni di follower sui vari social. Ogni anno durante il carnevale di Bahia porta in strada più di due milioni di persone." il mio respiro si stava facendo corto, cercai di riprendere il controllo di me stessa. "È una cantante, una ballerina ed anche una delle più influenti imprenditrici brasiliane...signore e signori, Claudia Leitte!" il led si aprì, il pubblico applaudiva forte; entrai in studio e tutti erano in piedi, perfino i giudici, addirittura Sabrina.
"È troppo, è troppo, grazie!" applaudivo io loro mentre mi recavo alla mia poltrona, mi sedetti.
Dopo mesi ero di nuovo felice.

Damme 'na mano a faje di' de si'...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora