"Mi serverebbe aiuto con le valigie, ci sono alcune che proprio non si chiudono." Scendo di fretta al piano di sotto, dove trovo all'ingresso della porta le mie due guardie, che come immaginavo non si sono mosse dai loro posti per almeno due ore. Praticamente il tempo che io ho impiegato a scegliere cosa mettere in valigia. "Va tu, io inizio a chiamare la macchina, tra meno di mezz'ora dovremo essere fuori." Parla Christian, lasciando che sia Sebastian ad aiutarmi con le valigia. Quest'ultimo non se lo fa dire più di una volta e di fretta mi raggiunge. Inizio quindi a salire le scale per fargli da guida fino alla mia stanza, ma credo che sappia meglio lui questo posto che io. Di solito mio padre pretende che tutti coloro che lavorano per lui siano super preparati, su tutto. "Queste due. Le altre si sono chiuse facilmente." Gli indico le due valigie aperte sopra al letto di colore rosa, che lui di fretta chiude come se nulla fosse. L'ultima volta che ci ho provato io per poco non mi distruggevo un'unghia. "Grazie." Lo ringrazio gentilmente. "C'è altro signorina Bonnie?" Domanda, e posso notare un velo di ironia nella sua voce, come se mi stesse prendendo in giro. Alzo per un attimo un sopracciglio, ma ricomponendomi semplicemente gli faccio cenno di si. "Bene, faccia presto signorina, dobbiamo essere fuori tra poco." Annuisco alle sue parole, lasciando che porti le mie valigie al piano di sotto. Sarà stata una mia impressione, ma quel Sebastian proprio non mi convince. Scuoto la testa, togliendomi questo strano pensiero dalla testa. Non posso sempre pensare che tutto riguardi me, magari stava pensando a qualcosa che lo divertiva e io lo condanno in questo modo. Afferro la mia borsa e telefono e in poco tempo scendo al piano di sotto, dove c'è Christian che mi aspetta per accompagnarmi all'auto. Arrivo alla macchina, che in fretta parte per arrivare all'aeroporto. Guardo l'orario, notando che sono a mala pena le sette, che è nettamente prima dell'orario che mi aveva detto mio padre. "Siamo sicuri di non essere in anticipo?" Domando a Christian, che mi guarda leggermente confuso alla mia domanda. "Richieste del capo, ha voluto anticipare la sua partenza." Mi comunica la guardia, facendomi annuire, confusa. Di solito mio padre scrive sempre tutto prima a me, proprio per evitare che io mi faccia questo tipo di domanda, quindi per sicurezza lo chiederò direttamente a lui.
'Papà sto andando in aeroporto.' Gli scrivo velocemente, aspettando una sua risposta impazientente.
'Di già?' Ricevo un suo messaggio, che mi fa socchiudere leggermente gli occhi confusa.
'Mi hanno detto che hai anticipato la partenza.' Lo metto al corrente subito dopo.
'Chiamami e passami Jason.' Il suo messaggio mi fa restare per un attimo con gli occhi sgranati e la bocca aperta. Poi notando gli occhi delle due guardie su di me, faccio finta di niente.
'Non sono con Jason e Michael papà. Sono con Christian e Sebastian.' Scrivo velocemente, il suo messaggia ci mette un po' prima ad arrivare.
'Piccola stai calma. Dimmi dove sei, e con la scusa più stupida fai fermare la macchina. Trattieniti il più possibile in quel posto, facendo finta di non sentirti bene. Io ci metterò poco ad arrivare te lo giuro.' Al messaggio di mio padre, un battito frenetico si fa spazio dentro di me. Questo significa che quelli davanti a me non lavorano per mio padre.
"Signorina Bonnie si sente bene?" Domanda Christian, facendomi alzare la testa di scatto. "No, per niente. Mi gira la testa, potremmo fermarci un attimo per favore. Soffro di mal d'auto." Faccio velocemente, mettendo in scena un grande show. I due si scambiano qualche sguardo, poi annuiscono tra di loro. "Ferma l'auto. La signorina Bonnie non si sente molto bene." Fa Christian all'autista, che in fretta ferma la macchina, facendo in modo che io possa scendere una volta per tutte. Mi guardo per un attimo intorno, non riuscendo a notare niente di familiare. È una strada deserta e molto lunga, fatta eccezione per una stazione di servizio poco lontano. "Si sente meglio signorina?" Domanda Sebastian, scendendo dalla macchina. "No per niente. Potremmo andare a comprare un po' d'acqua?" Domando, facendo finta di sentirmi male, ma se continuo così davvero mi viene qualcosa. "Mi segua." Mi porge il braccio l'uomo davanti a me, che io con esitazione afferro, facendo finta di fidarmi ancora di lui.
'È una strada molto lunga e deserta. Però c'è una piccola stazione di servizio con una scritta blu.' Scrivo velocemente a mio padre, cercando di non farmi vedere, dopodiché poso il telefono all'interno della piccola borsa, contenente anche la piccola pistola datami prima da mio padre.
'Sto arrivando' Scrive mio padre, ma a quanto pare sono stata troppo indiscreta. Sebastian si è appena accorto del messaggio e mi guarda con uno sguardo furioso. Con un veloce movimento cerco di afferrare la postola all'interno della mia borsa, ma con un gesto veloce mi priva di tutto. Mi afferra poi prepotentemente un braccio. "Noi che ci stavamo anche fidando. Brutta stronza." L'uomo sembra arrabbiato, e mi trascina di nuovo verso la macchina a passo veloce. "Lasciami cazzo." Mi dimeno, mentre posso notare il mio autista che scende dalla macchina per capire cosa sta succedendo, ma in fretta sbatte a terra per colpa del colpo di pistola appena ricevuto da parte di Sebastian proprio alla spalla destra. Il suo sangue mi schizza in faccia, ma non ho neanche il tempo di realizzare cosa è appena successo che vengo sbattuta all'interno della vettura. La portiera si chiude velocemente, e quando cerco di riaprirla per scappare, Christian mi afferra il braccio e mi attira indietro. "Lasciami cazzo. Lasciami!" Mi dimeno sotto la sua presa, mentre la macchina parte, facendomi agitare ancora di più. "Sta zitta bambina del cazzo!" La sua mano finisce sulla mia bocca, in modo tale che io non possa più urlargli in faccia. Cerco di scappare ancora dalla sua presa, ma ogni tentativo sembra vano. 'Così mi faccio male da sola.' Penso tra me e me, notando un leggero bruciore attorno ai polsi, causato dalla presa ferrea che Christian esercita su di essi. Tenendomi ancora ferma noto che afferra una valigetta, contenente una pistola, una corda e dello scotch. Questi bastardi avevano pianificato tutto. "Lasciami!" Non faccio in tempo a finire di parlare che il nastro adesivo si attacca alla mia bocca, facendomi ammutolire.
"Sta zitta." Parla stufo l'uomo davanti a me, mentre mi lega le braccia per non farmi muovere. Cerco ancora di dimenarmi, ma con le mani legate e la bocca chiusa non posso fare poi molto. "Bonnie finisce male. Devi calmarti!" Mi minaccia l'uomo davanti a me, facendomi ritrarre leggermente. "Forza veloce. Non abbiamo molto tempo." La portiera della macchina si apre, rivelando la figura di Sebastian con in mano una pistola. "O cammini da sola o ti trascino io sul quel cazzo di aereo, sono stato chiaro?" Mi minaccia Christian, facendomi deglutire ansiosamente. Non ho nessuna intenzione di seguire i suoi stupidi comandi. "Bene, hai scelto la seconda opzione." In fretta mi carica sulla sua spalla, facendomi trovare a testa in giù. "Mmmm." Cerco di parlare, ma lo scotch mi impedisce qualsiasi suono diverso dalla 'M.' "Non sparate cazzo. Non sparate." Una voce familiare arriva alle mie orecchie, e posso percepire che è molto lontana da dove ci troviamo; è la voce di mio padre. "Sali veloce." Fa Sebastian, verso il suo aiutante, che in fretta mi carica all'interno del Jet. Un colpo di pistola arriva alle mie orecchie, ma quando Sebastian entra senza un graffio e chiude la porta del Jet, mi rendo conto che è stato proprio lui a sparare. E se avesse preso mio padre?
"Partiamo. Veloce." Comanda ancora Sebastian verso il comandante, che in fretta mette in moto l'aereo. Purtroppo sono seduta all'interno, quindi non riesco a vedere fuori, ma sono sicura che mio padre e i suoi aiutanti sono ancora fuori. "Mm." Cerco ancora di parlare, troppo in ansia nel sapere se è stato mio padre a ricevere il colpo sparato dall'uomo dai capelli neri davanti a me. "Mmmm." Cerco ancora di fargli capire di levarmi questo stupido nastro adesivo da sopra alla bocca. "Vedi cosa vuole." Fa l'uomo, una volta essersi reso conto che l'aereo è in volo, e che nessuno cercherà di abbatterlo con me a bordo. Christian mi libera finalmente di tutto. "A chi hai sparato brutto stronzo? A chi?!" Mi catapulto su di lui, sferrandogli qualche colpo, che però non sembra toccarlo per niente. "L'ho mancato a quel bastardo di tuo padre, tranquilla." Un peso abbandona il mio cuore, ma per qualche motivo sono ancora arrabbiata. "Lasciatemi andare!" Continuo a sferrargli colpi, ma questa volta non sembra voler sottostare alla cosa. "Stai ferma Bonnie, finisce male e lo sai!" Mi minaccia, facendomi sedere con prepotenza al suo fianco. Poi estrae la sua pistola, come minaccia per la sottoscritta. So che non vuole uccidermi, sennò già l'avrebbe fatto, ma è sempre meglio fare cautela con queste persone, non si sa mai quali sono le loro intenzioni. Rimango quindi per un lasso di tempo a guardare il vuoto, poi amareggiata dalla situazione, finisco per addormentarmi con il suono delle voci dei due uomini in sottofondo.
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BOSS'S DOLL (Chris Hemsworth Story)
FanfictionChristian Miller; uomo crudele e sadico. Bradley Boland; boss mafioso e grande scommettitore. I mondi di questi due potenti uomini sono accomunati da una sola persona; Bonnie Boland, ritrovatasi per una scommessa nel suo inferno personale.