Mi rigiro tra le lenzuola del letto, assonata e scombussolata. Non ho dormito niente, e proprio ora che avevo iniziato a dormire un po' qualcuno ha deciso di venirmi a svegliare. Quel qualcuno è Jake. "Fuori da questo letto mocciosa." Mi scuote, cercando così di farmi svegliare, ma non appena ho scoperto che è lui mi rimetto a dormire, girandomi dall'altra parte. "Devo usare le maniere forti?" Le sue parole arrivano a me come parole incomprensibili e senza senso, quindi senza prestargli troppa attenzione mi rimetto a dormire, ma in poco tempo mi ritrovo ad essere presa in braccio. Mi posiziona sulla sua spalla e mi trascina ancora confusa fuori dalla mia stanza. "Mettimi giù. Voglio dormire." Mi lamento, cercando di ritornare nel letto, che da un po' a questa parte è l'unico posto in cui posso trovare un po' di pace. Ieri sera, dopo aver sentito le parole di Christian, non ho detto più una parola, e la stessa cosa ha fatto lui. Si è limitato infatti a portarmi fino in camera e sbattermi la porta in faccia. Probabilmente perché mi aveva già detto tutto quello che voleva dirmi in auto, e la cosa mi spaventa, perché non ho nessuna intenzione di scoprire qual'è la sua parte cattiva; crudele. "Farai meglio a muoverti. Ci sono un paio di cose che devi vedere." Mi informa Jake, mettendomi giù non appena arriviamo in cucina. Mi fa sedere sullo sgabello, dopodiché mi porge una tazza di latte. "Che tipo di cose?" Domando, incuriosita, ma con ancora la voce impastata. Come ho già detto non ho dormito nulla, ero troppo impegnata a pensare alle parole del biondo. Sono nervosa solo all'idea che oggi lo rivedrò. "Credo che Christian abbia deciso di metterti a fare qualche lavoretto." Alle sue parole per poco non mi viene un colpo. "Non credo sia una buona idea." Ammetto, forse ad alta voce, poi la mia attenzione viene attirata dalla faccia dell'uomo davanti a me. Per tutto questo tempo non mi è venuto neanche in mente di scusarmi con lui, in fondo è solo per colpa delle mie fughe se la sua faccia è ridotta così male. "Non ho mai ricevuto un cazzotto. Com'è?" Domando, cercando di sdrammatizzare sulla cosa. "Vuoi provare?" Domanda lui a sua volta, mentre io mi ritraggo. "No grazie, non ci tento." Ammetto, sorseggiando un po' del mio latte. "Fanno male?" Chiedo incuriosita, guardando meglio il livido enorme che ha sulla fronte. "Bonnie se devi dire qualcosa dilla e basta. Le tue domande sono stupide." Confessa, facendomi annuire. "Scusami per quelli. In effetti potrei essere stata io la ragione per cui sei ridotto così." Vado così dritta al punto, facendolo annuire, poi ridacchiare. "Potresti essere?" Domanda, forse stupito dal fatto che continuo a non ammettere di essere io la colpevole. "In fondo non te l'ho dato io in prima persona il pugno. Quindi in parte è colpa mia." Mi spiego, ma lui non sembra interessato dalle mie ragioni al momento. "Vai a prepararti. Dovremmo stare lì tra poco." Mi comunica, mentre io bevendo l'ultimo sorso di latte che mi rimaneva mi dirigo verso la mia stanza. Come al solito decido di optare per le cose più comode che possiedo; al momento l'unica cosa che mi viene in mente è una gonna ed un maglione a collo alto. Infilo poi anche le scarpe, che come il resto delle cose; calze, gonna e maglione sono nere. Decido di chiudere i capelli in una coda alta, dopodiché ritorno da Jake, che forse è quasi stupito dalla mia velocità quando ritorno. "Bene." Detto questo usciamo dalla suite, fino ad arrivare, grazie all'ascensore, nell'atrio dell'albergo, dove troviamo anche Sebastian e Christian. "La porto io, voi andate alla villa di Steve, ci sono un paio di cadaveri da recuperare e indizi da bruciare." Prende parola Christian, mentre gli altri due annuiscono alle sue parole. "Ci vediamo lì." Detto questo, Sebastian e Jake si incamminano verso l'uscita dell'albergo, lasciandoci da soli.
STAI LEGGENDO
BOSS'S DOLL (Chris Hemsworth Story)
FanfictionChristian Miller; uomo crudele e sadico. Bradley Boland; boss mafioso e grande scommettitore. I mondi di questi due potenti uomini sono accomunati da una sola persona; Bonnie Boland, ritrovatasi per una scommessa nel suo inferno personale.