"Tieni quella lingua a bada la prossima volta. Tutto ciò che riferisci a noi, viene riferito a Christian, e lui non è così clemente come noi." Christian parla, facendomi alzare gli occhi al cielo. Vorrebbe educarmi, vorrebbe mettermi in guardia, senza sapere che a me non frega di essere vista meglio dal suo capo. Voglio solo che mi lasci andare. Voglio ritornare alla mia vita. Mi limito quindi a non rispondere, mentre incitata da lui mi affretto a prendere posto nei sedili anteriori della sua macchina nera. "Come te ce ne sono state tante. Non è la prima volta che Christian vince una scommessa del genere. Tra poco vedrai che fine hanno fatto quelle come te." Mi rivolge uno sguardo veloce, poi si decide a concentrarsi a guidare. Detto sinceramente non ho la più pallida idea di cose volesse intendere con 'quelle come te.' Sono irrispettosa? Parlo quando non dovrei? Desidero tornare alla mia vita, lasciandomi questo incubo alle spalle?! Vorrei dirgli di non essere così sicuro di se, di non sentirsi il padrone del mondo solo perché per ora stanno avendo la meglio, ma parlando peggiorerei solo le cose. Preferisco farlo rimanere nella sua convinzione, piuttosto che dargli qualche consiglio su come fermare una volta per tutte mio padre. Non so molte cose di questo mondo, del suo lavoro, ma so i suoi punti i deboli. So cose che nessuno sa di mio padre, ed è meglio così. "È difficile che qualcuno trovi questo posto per caso. È immerso nel nulla." Penso ad alta voce, una volta essermi resa conto che per arrivare a questo bordello abbiamo oltrepassato una lunga strada deserta. "Chi vieni qui già sa dove sta andando. Non è un posto che tutti possono conoscere." Spiega, parcheggiando la macchina poco lontano dalla struttura. Da lontano sembra bella ed accogliente, ma sinceramente ancora mi spaventa pensare a cosa succede in quel posto tutti i giorni. "Bonnie non ti addormentare. Scendi." Sbuffa l'uomo dagli occhi azzurri. Alzo gli occhi al cielo per le sue lamentele, dopodiché mi affretto a scendere dalla macchina, facendo attenzione a non cadere a terra. Non capisco perché si ostinino ad avere queste macchine così alte. Per scendere c'è bisogno di una scala. Non vorrei esagerare, ma tra me e una ruota non c'è poi così tanta differenza di altezza. "Di mattina lavorano?" Domando, sperando in una risposta negativa. Non vorrei entrare e ritrovarmi qualche scena vomitevole davanti. Rischierei di rigurgitare tutto il cappuccino poco prima bevuto. "No Bonnie non vedrai niente di scandaloso, e adesso muoviti a camminare. Ho già fatta tardi." Mi incita, per poi entrare dentro la struttura, dove all'entrata sono situati due uomini che fanno da guardia.
"Ragazze!! C'è Chris." Parla la voce di una ragazza, molto squillante, facendo si che tutte le altre ragazze arrivino davanti a lui. "Buongiorno ragazze." Saluta lui, sorridendo alla ragazze che lo guardano come se fosse la persona migliore del mondo. Sono a disagio, la maggior parte di loro sembrano essere mie coetanee. "Mi sapete dire dove si trova Jake? Avrei bisogno di parlargli." Domanda l'uomo. "È di la, si stava occupando dei soldi delle scorse sere." Parla una ragazza dalla statura molto alta e magra. Capelli neri e occhi verdi. È davvero bellissima, mi domando come ci sia finita qui. "Grazie mille, adesso tornate a lavoro. Stasera sarà una serata molto impegnativa, vi voglio impeccabili." Comanda l'uomo, mentre le ragazze annuiscono ai suoi comandi e spariscono dalla nostra vista. "Farai meglio ad imparare qualcosa." Mi rivolge uno sguardo fugace, poi prende di nuovo a camminare. Arriccio il naso, irritata da ciò che ha detto, ma decido anche questa volta di stare zitta. "C'è qualche problema?" Domanda Christian, verso l'uomo che credo si chiami Jake. "Qualche problema? Ieri sera per via di quello stronzo di Boland il locale ha chiuso cinque ore prima. Abbiamo perso l'ottanta percento del profitto." Fa alterato l'uomo dietro al bancone degli alcolici della sala. "Stasera recupereremo. Le guardie sono fuori e non entrerà nessuno che non conosciamo già." Spiega l'uomo sedendosi al bancone, ed incitando anche a me a fare lo stesso. "Due ragazze sono state uccise, hai già trovato qualcuno con cui sostituirle?" Un groppo in gola si crea nell'udire quelle parole. L'uomo di nome Jake, dai capelli marroni, punta il suo sguardo su di me, forse pensando che io sia la risposta. "No, lei è Bonnie, Jake." Mi presenta all'uomo Chris. "Ora capisco. Quei figli di puttana ieri erano più alterati del solito. Perché nessuno mi ha detto nulla?" Domanda, cercando un liquido bianco nel bicchiere di Christian e suo. "Sarebbe dovuto venire Christian, ma al momento questo non è l'unico posto ad essere stato colpito ieri sera. Si sta occupando di alcune faccende." Butta tutto il contenuto del bicchiere giù in un solo sorso occhi azzurri. "Damon non risponde. Ho bisogno del suo ragazzino, deve pulire questo posto. Le ragazze non possono, stasera si inizia presto." Spiega Jake, afferrando il suo telefono. "Credo sia a scuola." Dice Christian disinteressato. "Che cazzo dici? Gli paghiamo anche gli studi a quel foglio di puttana?" Domanda, sorpreso. Non capisco il senso di infilare tutte queste parolacce in una sola frase, ma va bene lo stesso. "Damon lo vuole far diventare il suo secóndino. Deve essere intelligente per fare certe cose, non come te, ignorante." Parla Chris, facendo incupire lo sguardo dell'altro. "Figlio di puttana." Conclude, prima di allontanarsi per parlare al telefono. Lo sguardo di Chris ritorna su di me. "Senti fatti un giro. Ho bisogno di parlare da solo con Jake." Mi incita, facendomi restare leggermente perplessa. "Dove dovrei andare?" Domando, confusa ed agitata. Non ho voglia di girare in un posto del genere. "Ci sono le ragazze di la, fai qualcosa, intrattieni." Sbuffa lui. "Ma non cercare di scappare. Non c'è un'anima per chilometri, finiresti per essere uccisa e stuprata." Minaccia, facendomi per un attimo rabbrividire per le sue parole crude. "Forza Bonnie." Fa ancora, mentre io mi decido una volta per tutte ad uscire da quella stanza e guardarmi intorno. Il posto in generale è elegante e lussuoso. Pareti ricoperte di carta rossa, rifiniture in oro e lampadari importanti, ma c'è qualcosa che mi disturba in tutto questo lusso; forse la consapevolezza che ogni giorno miliardi di ragazze vengono abusate per il piacere di uomini senza ritegno. Scuoto la testa a questi pensieri; non sono affari miei cosa succede qua dentro. Io voglio solo andarmene.
"Oh scusami. Non ti avevo vista." Si scusa una ragazza, dopo essere sbattuta, credo, per sbaglio, contro di me. La sua faccia mi comunica tutt'altro. "Figurati." Mi limito a rispondere, cercando di sforzarmi a farle un piccolo sorriso. Inizio di nuovo a camminare, ma la sua mano mi blocca ancora prima che possa fare un passo. "Io e le altre ragazze ci chiedevamo se sarai prossima ad entrare e lavorare con noi. Ci teniamo che tutte abbiano almeno un'amica qui dentro, già non è facile normalmente." Mi spiega, anche lei visibilmente incuriosita nel scoprire cosa ci faccio io qui. Le altre ragazze, incuriosite dalla risposta, si avvicinano alla sottoscritta. "No in realtà non lavorerò qui. È complicato." Faccio vaga, non volendo raccontare la storia della mia vita a un mucchio di sconosciute. Questo è un mondo crudele, e a farne parte ci si diventa, quindi non so se posso fidarmi. "Tutte le nostre storie sono complicate. La maggior parte di noi non ha più i genitori, o sono state rapite. Tranquilla." Mi rassicura una, sforzando un sorriso. "Ragazze lasciatela stasera, in caso non viene siate rese conto lei è Bonnie Boland; non si parla di altro da almeno un mese." Parla la ragazza che avevo notato poco prima, dai capelli neri e gli occhi verdi. "Oddio, la figlia di Boland, non voglio immaginare cosa ti abbia già fatto Christian, per un mese non ha fatto altro che tormentare chiunque per il fatto che tu non gli sia stata mai consegnata." Consegnata? Sono diventato un pacco? "È stata una brutta mossa da parte di tuo padre." Parla ancora un'altra, quasi a volermi fare la morale. Come se io sapessi che mio padre mi avesse messo all'asta!! "Si... credo di dover andare." Faccio per camminare, ma mi fermano ancora, non permettendomi di passare. "Senti, non volevamo dirtelo, ma noi sappiamo un modo per farti scappare. È importante che ci si aiuti fra donne, almeno così sapremo che una di noi si è salvata da questo brutto destino." Quella con i capelli rosa, facendomi restare per un attimo perplessa. Una speranza nel mio cuore si accende, facendomi scalpitare. Potrei finalmente lasciarmi questo incubo alle spalle. "Ci stai?" Domanda poi, aspettando una mia risposta. "Quale sarebbe il piano?" Domando, non potendo fare a meno di volerci provare. La rossa sorride. "Benissimo. Vieni con noi." Mi incita, incastrando il suo braccio con il mio. "Molto tempo fa una vecchia leggenda scavò un tunnel. Noi non lo usiamo perché ci rintraccerebbero subito, ma tu non hai ancora un GPS, potrebbe essere la tua occasione. Potrai ritornare di nuovo da tuo padre." Parla ancora la rossa, mentre io la osservo mentre togliendo un poster dal muro, scopre un tunnel. Da esso sembra arrivare della luce, quindi un'uscita c'è, ma ho sempre avuto claustrofobia, non so se sia una buona idea. "Non credo sia una buona idea." Mi ritraggo.
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BOSS'S DOLL (Chris Hemsworth Story)
FanfictionChristian Miller; uomo crudele e sadico. Bradley Boland; boss mafioso e grande scommettitore. I mondi di questi due potenti uomini sono accomunati da una sola persona; Bonnie Boland, ritrovatasi per una scommessa nel suo inferno personale.