"Cos'è successo?" Domanda Sebastian all'uomo appena entrato dalla porta. "Gli scagnozzi di Boland erano al casinò, avevano messo in scena una farsa di clienti interessati ad acquistare il posto, poi è finita a cazzottate." Risponde l'uomo, che posso notare non essere nel migliore delle condizioni. Il suo labbro sanguina e anche il suo naso. La sua mano è fasciata e cola del sangue. "Ti hanno detto qualcosa?" Domanda Sebastian, interessato, senza però notare che l'uomo appena entrato è forse fin troppo occupato a soffrire di dolore per ascoltarlo. "Solite cazzate. Minacciano di venire qui e bruciare tutto pur di trovarla. Lo facevo anche io quando volevo i miei soldi. Non rischierei così tanto in ogni caso." Parla l'uomo biondo, mentre si asciuga con un panno il labbro sanguinante. Io da lontana lo osservo e sento silenziosamente la loro piccola conversazione. "Boland è un tipo autorevole. La polizia preferisce lui a noi, e lo sai. Non so quanto male gli potrebbe andare se decidesse di far prendere fuoco a questo posto." Gli fa notare Sebastian. "Se fossi in te mi concentrerei più sul particolare che rischierebbe di bruciare viva la sua stessa figlia." Sebastian resta perplesso, poi si rende conto di ciò che davvero intendeva l'uomo davanti a lui con 'rischio.' "Domani mattina ci occuperemo di mettere al sicuro gli altri locali, per colpa loro non potremmo aprire uno per i prossimi tre giorni. Ho bisogno di più uomini sul territorio. Le attività non si devono fermare." Parla ancora il biondo, spiegando il piano. "Inizio a chiamare il White Club, e domani mi occuperò degli altri." Detto questo, Sebastian va via, lasciandomi con occhi azzurri e le sue ferite sanguinanti. I suoi occhi si muovono nella stanza, fino ad arriva a me, seduta sopra al divano, che cerco di non incontrare il suo sguardo guardandomi i piedi. I suoi passi si fanno sempre più vicini, fino a quando non si siede al mio fianco. "Bonnie." Mi richiama, mentre appoggia la testa alla testiera del divano. Mi giro verso di lui. "Ci dovrebbe essere del ghiaccio e delle bende nel congelatore. Saresti così gentile da andarmele a prendere?" Domanda, mentre mi guarda con uno strano sguardo. Non è il suo solito sguardo arrabbiato. "Ummm... si." Mi affretto quindi ad alzarmi, per poi arrivare alla cucina. In fretta riesco a trovare tutto ciò che mi aveva chiesto, così arrivo di nuovo da lui, ancora disteso. "Dovresti cambiare la benda. Potrebbe farmi infezione." Mi porge la sua mano, che per un attimo mi fa distogliere lo sguardo. "Non sono molto pratica con il sangue..." Confesso. "Credo in te Bonnie." Fa esausto, mentre io raccogliendo tutto il mio coraggio afferro la sua grande mano. Delicatamente tolgo la benda da attorno la sua mano, per poi scoprire un taglio molto profondo. Il mio sguardo cerca di ignorare il sangue, e tamponandolo con il ghiaccio, ricopro la ferita con la nuova benda. In tutto questo mi chiedo come faccia a non farsi male. Sono sicura che io in questo momento starei vedendo le stelle.
"Credo possa andare, ma la ferita sembra profonda, credo sia meglio metterci del disinfettante." Gli consiglio, guardandolo. "Si credo sia una buona idea." Apre poco dopo gli occhi, che per qualche motivo hanno riacquisito di nuovo il loro tono freddo. "Bonnie tuo padre sta facendo di tutto per trovarti." Ridacchia, facendo andare di nuovo la testa all'indietro. "Glielo dici tu o glielo dico io che non ritornerai mai più da lui?" Domanda, divertito, mentre un suo braccio mi circonda la vita, facendomi sobbalzare. "Oh." Mi prende in giro, imitando il mio suono spaventato. "Cosa c'è Bonnie? Mi odi?" Domanda, forse più serio del dovuto, avvicinandosi a me in modo pericoloso. "Lo so che mi odi, ma a me non interessa." Ho come l'impressione che oltre ad essere malconcio sia anche ubriaco. "Sei mia. Io ti voglio, e voglio tutto di te. Non voglio solo la te piagnucolona e bambina che mi guarda con quegli occhi marroni tristi e spenti." Si avvicina ancora di più. "Prima di essere rapita io ti ho visto, lo sai? Avevi una così bella luce in quegli occhi, ma ora, ora no. Ora sei triste Bonnie." Parla, avvicinandomi con prepotenza a lui. "Ed io voglio renderti di nuovo felice." Ridacchia. "O forse voglio rendere felice me." La sua presa si intensifica quando sente il mio tentare di scappare. "No! Bonnie no. Non fare cazzate. Mi fai incazzare." La sua mano mi blocca il polso, costringendomi contro il suo corpo. "Ti prego aspetta." Singhiozzo agitata, sperando mi lasci andare. "Ho aspettato così tanto tempo Bonnie..." Sussurra al mio orecchio, arrivando poi al mio collo. Inizia così a baciarlo lentamente, mentre io rimango pietrificata. "Christian. Ti prego... smettila." Delle lacrime calde escono dai miei occhi già rossi. "Christian mm?? Dillo ancora." La sua mano mi blocca i polsi, mettendoli sopra la mia testa. Il mio pregarlo non fa altro che dargli un motivo in più per continuare ciò che ha iniziato. "Sai una cosa Bonnie? Io ti conosco così bene che so anche che sei vergine." Mi bacia una guancia lentamente. "Non hai mai avuto un ragazzo." Mi bacia di nuovo. "So anche perché però." Sussurra ancora, facendomi rabbrividire, mentre l'altra sua mano esplora il mio corpo; le mie forme. "Tuo padre è molto geloso. Non ha mai permesso a nessuno di toccarti, tanto che hai sempre frequentato istituti femminili." Le sue parole mi stanno facendo male, ma ancora più male mi fa male il suo tocco. Posti del mio corpo che neanche io conoscevo di me stessa. "Ti prego basta! Basta!" Scalcio, cercando di allontanarlo, ma uno sguardo assassino arriva su di me come un tuono. "Bonnie. Non tentarmi, sto cercando di fare il bravo." Parla ancora, sussurrandomi all'orecchio. "Voglio solo rendere felice me ed anche te." Continua poi. "Ma tu non me lo permetti. Pensi che questa sia una punizione." Non concepisco una parola di quello che sta dicendo, l'unica cosa a cui riesco a pensare sono le sue mani. "Ti prego... voglio solo dormire." Un'altra lacrima esce dai miei occhi, poi i nostri sguardi si incontrano. "Non piangere Bonnie." Le sue mani finalmente mi liberano, ed io in fretta mi allontano da lui. Inizio poi a massaggiarmi i polsi doloranti. "Vai a dormire bimba. È tardi per te." Detto questo lascia la suite, non prima di avermi ricordato che sarò controllata per tutta la sera dai suoi uomini.
Un respiro lascia le mie labbra, mentre mi asciugo le calde lacrime che prima mi rigavano il volto. Mi alzo velocemente dal divano, arrivando così alla mia stanza. In fretta infilo il pigiama, così da poter andare il più presto possibile a dormire e non pensare più all'accaduto. Nessuno, e dico nessuno, in sedici anni di vita, mi ha toccato come mi ha toccato lui oggi, e la cosa non mi fa essere tranquilla. Potrebbe ricapitare ed io non sono pronta, forse non sarò mai pronta per lui. Ma lui si, lui vuole tutto da me, e se nessuno mi salverà da tutto questo, arriverà il giorno in cui lui si prenderà tutto di me. Ci ha messo poco a prendersi la mia libertà, non sarà un problema prendersi altro.
STAI LEGGENDO
BOSS'S DOLL (Chris Hemsworth Story)
FanfictionChristian Miller; uomo crudele e sadico. Bradley Boland; boss mafioso e grande scommettitore. I mondi di questi due potenti uomini sono accomunati da una sola persona; Bonnie Boland, ritrovatasi per una scommessa nel suo inferno personale.