Affacciato alla finestra del suo appartamento, le lunghe e fredde dita di Yoongi a causa delle basse temperature di quel dicembre, afferrarono dalla tasca posteriore del jeans grigio scuro il pacchetto di sigarette e l'accendino nero con decorazioni bianche. Il moro si accese la sigaretta ed aspirò lasciando entrare il tabacco all'interno dei suoi polmoni e donandogli una sensazione di calma.
Lo faceva spesso quando aveva bisogno di rilassarsi.
Piccole nuvole di fumo caldo fuoriuscivano dalle sue labbra scontrandosi con il freddo esterno, nel mentre che la sua mente viaggiava e ripercorreva tutti gli avvenimenti delle ultime settimane.Non avrebbe di certo mai immaginato da un giorno all'altro che uno strambo ragazzo con i capelli per metà verdi e per metà marroni di nome Kim Taehyung sarebbe entrato nella sua vita, trasportandoci a sua volta un altro strambo ragazzo con un sorriso che poteva fare invidia al sole stesso.
E seppur Yoongi avesse tentato di tenerli lontani dalla sua persona per proteggerli, forse il suo piccolo lato egoista non ci aveva provato abbastanza perchè infondo non lo voleva. Sapeva che Yoongi avesse bisogno di quei due.
Avevano incominciato ad uscire più spesso, anche se per uscire si intendeva incontrarsi al locale o a casa di uno dei tre.
Si facevano compagnia a vicenda e i due migliori amici erano sempre stati gentili con lui. Nonostante ciò però Yoongi non era stupido e aveva capito che Taehyung ed Hoseok volessero essergli d'aiuto ed aiutarlo in qualcosa che non sapeva spiegarsi, e la pietà al musicista proprio non piaceva.Tolse la sigaretta ormai finita dalle labbra e la spense nel posacenere posto di fronte a lui; tirò poi un lungo sospiro e decise fosse arrivato il momento di distrarsi e cacciare dalla mente tutti quei pensieri.
Rientrò quindi con il capo all'interno della casa e subito fu avvolto dal calore interno, chiuse poi le finestre e si avviò verso la sua stanza preferita, forse la più bella della casa.
Si presentava con un lucido parquet scuro in rovere e delle pareti di una tonalità azzurra tendente al turchese, che il fratello stesso aveva fatto ridipingere in quel modo molti anni prima.Infatti quella era stata proprio la sua stanza ma adesso ospitava al centro un bellissimo pianoforte nero laccato, che era forse l'unica cosa di cui Yoongi si fosse mai preso cura con tanta dedizione.
Era presente anche una grande finestra in quella stanza, da cui entrava la luce filtrata però dalle foglie e dai rami degli alberi al suo esterno; la stanza era abbastanza spoglia ma rimaneva comunque stupenda agli occhi del pianista.Il moro si sedette sullo sgabello ai piedi del pianoforte, regolato in modo tale che fosse giusto per la sua altezza, tirò un sospiro, e poi cominció a suonare.
Suonava brani composti da lui, che conosceva tanto a memoria da non dover guardare neanche gli spartiti, con gli occhi chiusi si lasciava trasportare dalla musica e si faceva cullare da quelle dolci melodie che lo facevano sentire bene.A Yoongi non piaceva parlare della sua famiglia, ma la musica era proprio una cosa che apparteneva a quest'ultima: la mamma era stata una bravissima violinista, e il fratello proprio come lui suonava il piano.
Al ricordo di tutti i pomeriggi passati seduti davanti quello stesso strumento a suonare, al ricordo di loro a scrivere e comporre canzoni che poi peró avevano tenuto sempre come un loro piccolo segreto, gli occhi di Yoongi si fecero nuovamente lucidi. Perchè a distanza di ben otto anni i sensi di colpa che lo distruggevano giorno per giorno ancora non se n'erano andati.Sollevó le mani dai tasti ed aprì gli occhi osservando di fronte a lui fuori dalla finestra per minuti interi, decise poi di alzarsi: troppi ricordi gli stavano tronando in mente e aveva bisogno di distrarsi.
Non si sopportava piú.
Abbandonó tutto in quella stanza e a passo svelto si diresse in cucina, la rabbia verso se stesso aveva preso il sopravvento sulla tristezza. Aprì con forza il frigo e senza curarsi di nulla si riempì le mani di bottiglie Shochu Giapponese che inizió subito a scolarsi.
A Yoongi non importava di farsi del male, non gli importava di se stesso, non dopo quello che aveva fatto.
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magnolia; sope
FanfictionSecondo una leggenda Giapponese è opportuno non sostare troppo a lungo sotto un albero di magnolia, poiché l'intenso profumo dei suoi fiori potrebbe stordire o addirittura uccidere. La Magnolia assume peró anche il significato di purezza, e se sbocc...