Beacon Hills Memorial Hospital.

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8 Aprile, Ore 23.56
- Allison! Allison svegliati!
Christopher Argent stava svegliando sua figlia.
- Papà! Cosa succede?!
Chris chiuse tutte le finestre e aprì tutti i cassetti.
- Prendi tutto il necessario per sopravvivere qualche giorno! Veloce!
Allison aveva imparato a eseguire senza controbattere e così fece. Prese qualche vestito di corsa, pistole, due balestre, un arco e 20 frecce circa.
Allison Argent era una cacciatrice sotto la sorveglianza di suo padre. La sua famiglia cacciava i Licantropi da sempre ma negli ultimi anni ormai si occupavano di aiutare e soccorrere gli innocenti.
La ragazza non riempì molto il borsone e scese le scale allarmata urlando a suo padre cosa stava succedendo. Poi lo vide. Un vecchio pallido senza occhi si stava avvicinando a lei ma una freccia in testa lo fece cadere.
- Allison, andiamo! - Chris la prese per mano e la portò alla porta che era stata sfondata.
I due corsero giù e in strada presero l'auto e partirono. Era successo tutto troppo in fretta.
Allison si era messa una semplice giacca di pelle nera e dei leggins mentre chris aveva una giacca militare e un paio di pantaloni beige.
- Papà, cosa sono?
- Non lo so, so solo che Scott, Derek e Stiles sono fuori città e i loro genitori non sanno nulla. Dobbiamo andare a prenderli.
Chris aveva ragione.
- Dobbiamo trovare lo Sceriffo e Melissa.
- Papà, dobbiamo dividerci.
- Non voglio lasciarti sola
- Papà, - uscì di macchina - So badare a me stessa. Io vado all'Ospedale, tu vai alla Caserma.
Chris voleva controbattere ma l'unica cosa che riuscì a dire fu:
- Punta alla loro testa. Ci ritroviamo davanti casa.

Chris vide Allison girare l'angolo. Le strade erano sgombre e Chris puntò il piede sull'accelleratore guidando verso la Caserma.

Allison caricò la balestra pronta a colpire un eventuale individuo.
L'ospedale era due isolati più avanti e sicuramente sarebbe stato uno dei punti più attaccati.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di capire cosa stava succedendo. Camminava sempre con la schiena al muro come gli era stato insegnato da suo padre.
Arrivò all'ospedale e gli unici "uomini" che riuscì a vedere erano lontani da lei, non era opportuno sprecare munizioni e frecce per niente.
Ecco l'ospedale. Lo vedeva e il parcheggio era stato attaccato. Tutti gli esseri si erano ammucchiati davanti alla porta cercando di sfondarla.
Allison conosceva bene l'ospedale dopo tutto quello che era successo nei mesi precedenti quindi sapeva come entrare.
Usò l'entrata di servizio e notò subito i corridoi vuoti. Forse erano evacuati tutti anche se era quasi impossibile visto che era accaduto tutto in meno di due ore.
Prese le scale e arrivò al primo piano dove però la reception era vuota. Notò subito un lettino vuoto in mezzo al corridoio e finalmente sentì delle voci.
Provenivano dalla sala di servizio dove sicuramente si erano radunati tutti. Entrò e tutti ebbero un sussulto.
Allison credeva ci fossero più persone, invece c'erano solo 9-10 persone tra cui Melissa McCall.
- Allison! Oddio ma cosa ci fai qui? - Melissa si avvicinò alla ragazza e gli mise le mani sulle spalle.
- Hai visto fuori no? Siamo rimasti solo noi e non sappiamo come uscire...
- Dove sono gli altri? Sono usciti?
L'espressione del volto di Melissa mutò in un secondo: - Allison, ehm... hanno provato a uscire con le ambulanze ma... non ce l'hanno fatta...
Allison guardò gli ultimi superstiti: due donne, sembravano sorelle, un anziano, un uomo moro con la barba, di sicuro un medico, Melissa e tre ragazzi (due maschi e una femmina)
Allison guardò Melissa e fece un sospiro: era pronta.
- Prendete le vostre cose! Dobbiamo uscire da qui!

Il ragazzo più giovane dei tre aiutava il signore più anziano che aveva una gamba rotta mentre il gruppo si dirigeva verso il piano inferiore.
- Allison, le porte sono occupate da quegli esseri!
- Conosci altre uscite? - Chiese la cacciatrice impugnando più saldamente la balestra.
- Solo il tetto. Arriveremo direttamente fuori ma bisogna stare attenti, le porte non reggeranno a lungo.
Allison a capo del gruppo fece un cenno e insieme cominciarono a camminare verso l'ascensore.
Erano 9 in tutto e arrivarono al quarto piano in meno di un minuto: per arrivare al tetto di doveva passare da una scala privata solo che la porta si era sfondata e la "madria" iniziò ad entrare.
Ben presto l'ascensore si fermò, la corrente partì e rimasero sospesi tra il terzo e il quarto piano.
Nel colpo che seguì il signore sostenuto dal ragazzo cadde e si fece male al ginocchio rimanendo a terra mentre una delle sorelle bionde, quella più giovane a quanto pare, si sedette e si mise a piangere.
- Calma, non fare così... - la rassicurò Allison piegandosi sulle ginocchia.
- Melissa dobbiamo uscire. Io uscirò dalla botola qua sopra, aprirò la porta e accenderò il generatore, appena sentite la corrente correte verso l'uscita. Ci vediamo fuori.
Melissa era turbata: - Allison, non voglio che tu vada da sola, non vorrei che ti succedess...
Allison la fermò a metà frase: - Non preoccuparti per me, cerca una soluzione per quell'uomo invece. So badare a me stessa.
- Vengo con te. - Era il medico con la barba a parlare.
- Sicuro?
- Ovviamente, ti coprirò le spalle. E poi ho la chiave per il tetto.
- Va bene. - disse alzandosi in piedi sul lettino dentro l'ascensore. - Andiamo.
Diede un colpo alla botola con la balestra che si aprì, per poi sollevarsi e uscire dall'ascensore. L'uomo la seguì e si ritrovarono la porta del quarto piano davanti.

- Come pensi di aprirla? - Chiese l'uomo alzando lo sguardo.
Allison rimase in silenzio, fece un unico cenno all'uomo e si avvicinò alla porta.
Il medico capì.
Insieme presero ognuno un'estremità della porta e tirarono. Allison non era molto forte, ma lui abbastanza.
La porta si aprì, bastava un poco, il necessario per farli passare.
Appena la porta fu abbastanza aperta passarono e si ritrovarono il corridoio principale davanti.
Le uniche luci erano quelle di emergenza e le stanze erano tutte aperte. Era il piano dove si effettuavano le operazioni chirurgiche.
I due dovevano scendere le scale, il generatore era sul tetto e le scale erano nella sala vicino alla reception. Il corridoio era sgombro ma sicuramente quegli esseri si stavano avvicinando.
Il Medico aveva le chiavi e corse per primo alla porta, la aprì e Allison sempre guardandosi intorno entrò di corsa.
L'aria era fredda fuori e il cielo era limpido. Il generatore era in mezzo al tetto, Allison corse di fretta e tirò la leva. Un secondo dopo si voltò.
Il medico era a terra, uno di quei mostri gli stava mangiando lo stomaco.

La corrente tornò. Melissa si alzò subito da terra e premette il pulsante per salire. Erano tutti sollevati, ma il loro umore cambiò subito: la porta si aprì e sulle scale del quarto piano stavano camminando quegli esseri, saranno stati una ventina o forse di più.
La ragazza bionda che aveva pianto poco prima stava per urlare ma Melissa gli tappò la bocca con la mano.
- Shhhh!
Gli "Zombie" camminavano ma sembravano non sentirli. Forse andavano a istinto o a fiuto, o almeno era questo che sperava Melissa. Infatti fu così. Il gruppo di zombie avanzò e li superò senza nemmeno guardarli. Tutti tirarono un sospiro di sollievo e appena la mandria sparì dietro l'angolo Melissa fece cenno a tutti di seguirla e cominciarono a scendere le scale.
Arrivarono al secondo piano senza problemi poi un rumore li fece rabbrividire. Un altro gruppo si avvicinava e ora erano bloccati.
Non potevano stare lì. Non sapevano che fare fino a che un ragazzo castano con i capelli lunghi si avvicinò a un lettino e cominciò a correre verso gli zombie.
Li cominciò a spingere fino a che alcuni di loro caddero gli uni sugli altri permettendo la fuga. Arrivarono alla seconda rampa di scale ma il ragazzo cedette e gli esseri avanzarono verso il gruppo. Un ragazzo cercò di fermarli ma uno di loro lo prese e l'altra ragazza mora si gettò sul mostro tentando invano di salvare l'amico. Niente da fare. Melissa si voltò di scatto e vide una scena orribile: le teste dei due ragazzi erano in mano al mostro mentre gli altri suoi "compagni" avanzavano. Stavano correndo veloci, avevano paura di essere presi. Finalmente videro l'uscita.
Un ultimo sforzo e furono finalmente fuori.

Allison caricò una terza volta la balestra colpendo un altro zombie.
Doveva scendere. Aveva paura ma non lo faceva vedere. Sentii un urlo prevenire dall'interno dell'ospedale e doveva uscire.
Caricò un ultima volta. Prese la freccia rossa, da usare solo in casi di emergenza.
- Nous Protegeons Ceux Qui... - Mirò alla porta da dove era entrata - ...Ne Peuvent Pas Se Proteger.
"Noi proteggiamo coloro che non possono proteggersi da soli."
Uno scoppio fece esplodere la porta facendo saltare in aria tutto.
Non aveva tempo per pensare.
Fece una sola cosa: iniziò a correre.

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