Capitolo 4 - Paura

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Esco dal negozio orgoglioso. Mi sento come Sam quando scarta un nuovo regalo. La sua faccia gioisce ed emana entusiasmo da ogni angolo del suo dolcissimo viso. Mi sento come lui. Brillo ed emano gioia da ogni parte. Felice dei miei acquisti mi dirigo verso la metro che mi porti a Kensington Street. Lì devo riprendere l'auto. Meg mi ha scritto un messaggio dicendomi che ha dovuto anche lei subire l'enorme festa di città, per il passaggio in carrozza di sua maestà la Regina. Il popolo londinese è in fibrillazione per questo e in effetti anche io. La parata e i festeggiamenti sono qualcosa di unico. Entro in metro dieci minuti dopo, e rimango in piedi a causa dell'affluenza. 

Amore, sono dovuta andare in metro. Potresti fermarti a Kensington Street per riprendere l'auto? Ho parcheggiato al coperto sotto l'ala est, il numero è 27. Il guardiano ha le chiavi. Grazie. 

Si. Ci penso io. 

Presi i regali?

Si. Sam sarà felice dei regali. Non vedo l'ora. 

Immagino… Sei già al bistrot?

Si. Arrivata adesso. 

A tra poco.

Va bene. 


Sorrido. Arrivo finalmente alla fermata. Mentre mi dirigo verso l'uscita est, scorgo un viso familiare. È Rose. Porta una gonna nera e degli stivali che arrivano al ginocchio. Provo a chiamarla ma non riesce a sentirmi. Le scrivo. Ma nessuna risposta. 

" Strano. "

Purtroppo la perdo nella folla e non riesco più a vederla. Un po 'sconsolato arrivo al parcheggio e prendo le chiavi. Poi, salgo in auto e deciso parto sulle note di "Feeling good."

Esco in strada pensieroso, ma felice. Sfreccio per Kensington Street e mi lascio alla mia sinistra il London Bridge che si alza per far passare i ferry boat. Canticchio e invento parole sotto le flebile note. Sereno e spavaldo mezz'ora più tardi parcheggio di fronte al bistrot e nascondo i pacchetti. Ricompongo la mia entusiasmante felicità ed entro. Meg è al bancone del bar che riordina alcune liste di vini. Si mordicchia una pellicina nervosamente e riflette con attenzione quel foglio che tiene di fronte a sé. Scorgo la sua frustrazione e la sua lingua lecca il labbro inferiore per poi morderlo. Non si è accorta o insospettita del mio ritardo, quindi mi avvicino ed esulto: << Vuoi mica bruciare il foglio con la sola vista? >> Sorride e ricambio. Mi avvicino ancora e l'avvolgo amorevole in un impeto di totale dolcezza. Le accarezzo il pancione e le sussurro: << Non innervosirmi la principessa. >> Sospira e prende nuovamente il foglio. 

<< Secondo te, un rosso del Vermont e un rosso classico della Loira si possono ugualmente accompagnare ad un filetto di maiale affumicato? >> Dice sorbita e non curante del mio gesto affettuoso. 

La lascio un po triste, mi sistemo su uno sgabello. Poi rifletto e le rispondo: << Beh, scopriamolo. Vieni in cucina. >> Mi segue attenta e trovo Pedro ed Omar intenti nella preparazione di alcuni antipasti. Omar taglia alcuni filetti per l'appunto e ne prendo una fetta. Fresca, rosea e morbida al tatto. Mi preparo. Indosso il mio grembiule ed inizio a muovermi nella mia cucina. Cucino e mi diletto con semplicità. Un quarto d'ora dopo impiatto e dico a Meg di assaggiare. Sospira e poi riprende: << Lucas, Omar… Potreste farlo voi? >>

<< Ma certo. Stai tranquilla. Calma. >> Dico rassicurante. 

<< Si… >> Sospira e poi attende un mio giudizio.  Nonostante ciò noto in lei un filo di tristezza, vorrebbe fare il suo lavoro al meglio ma so perfettamente che oltre la delusione, tiene alla piccola dentro di lei. Alzo il bicchiere e alla fine opto per il vino francese. Sorride e un poco più serena, torna in sala. 

I piatti escono veloci e senza intoppi. Dopo due ore di turno, dico a Meg di andare a casa. È stanca e il sesto mese è ormai giunto. I ritmi sono sempre più intensi e lei deve riposare per evitare problemi. Malvolentieri annuisce senza obiettare e se ne va per le undici. Finisco gli ultimi tavoli e chiudiamo per mezzanotte e un quarto il servizio. Finalmente finisco e chiudo tutto con Pedro e Omar. Cerco le chiavi ma non le trovo.

"Cazzo."

Mi agito e rammento poi di averle date a Meg. Sospiro. Sono nervoso. Spero soltanto che non abbia trovato i regali per Rose. Chiedo a Omar un passaggio e quando rientro le luci fortunatamente sono spente. Le chiavi dell'auto sono nell'ingresso e senza indugiare esco e l'apro. I regali sono li. Intatti e senza essere stati aperti. 

" Fortuna oppure… "

Sospiro e mi passo una mano frustrato fra i capelli. Mi sento un verme, ma l'ho scampata per un soffio. "Cosa avrebbe detto? Come mi sarei giustificato? Capirebbe cosa ho scoperto di me?"
Mille domande e nessuna sua risposta che vorrei sapere, per paura e timore di perderla. Ma forse, già tutto a poco a poco si sta sgretolando.

Non è solo che mi piace punire e dominare, ma è stato il principio di un qualcosa che forse tenevo nascosto ormai da tempo. Esisteva dentro di me e adesso, è venuto fuori dal guscio. Si è schiuso e ha tirato fuori ciò che sono. Un dominatore.


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Salve lettori,
Spero che il nuovo capitolo vi abbia fatto piacere. Buona lettura.

Un abbraccio.

Gessi ❤

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