Capitolo 6 - Essere

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Meg torna a casa verso le undici. Mi racconta della giornata in campagna e di come Sam rincorreva le galline sorridente. Le tocco la pancia mentre ascolto la sua storia e mi lascio travolgere dal calore intimo a cui appartengo. Io amo mia moglie, ma ho bisogno del nuovo me. Ho bisogno di essere travolto da quei sentimenti perversi di cui ne sento il bisogno. Provo gioia e felicità quando mi trasformo in quell'essere. Dominare è ormai fonte vitale per me. Mi appartiene e sono consapevole dei rischi. Mi sento vivo e pieno di energie. Ma non per l'atto sessuale di sé per sé, ma perché controllare e comandare mi viene spontaneo. Mi godo ogni istante. Il processo che viene prima è gratificante. Osservo la donna e la guardo mentre prova il primo piacere. Un gesto o persino un leggero tocco, mi fanno sentire unico. La voce e i gemiti che provano,  in me scaturiscono desiderio e eccitazione. 

<< Tutto ok? >> Dice preoccupata. 

<< Cosa? >> Chiedo allarmato. 

<< Sembri assente. Sei strano da diversi giorni… Il bistrot per caso? >> Mi guarda confusa e cerco di tranquillizzarla. 

<< Ma figurati. No. Assolutamente. >> Sorrido nervosamente e la bacio affettuoso. Si stacca quasi subito e si alza. 

<< Va bene. Vado a farmi una doccia. Ti aspetto a letto. >> 

<< D'accordo. Arrivo. >> Dico sereno. 

Scrivo un messaggio a Rose e la ringrazio per lo stupendo pomeriggio passato assieme. Prendo il cellulare e inizio a digitare un sorriso ebete e felice mi compare sul volto.

Grazie per il pomeriggio. Ne avevo bisogno. E spero che i regali siano stati apprezzati. 

Ovviamente, mio Signore. Pomeriggio interessante e alquanto intenso. Non credi? 

Si, direi. Rose… ho bisogno di te questo lo sai… 

Si lo so… Ma è tutto complicato e confuso.

Capisco… Anche per me è nuovo questo mondo. Ma vorrei essere il primo e il solo, che possa scoprirlo assieme a te. Cosa ne pensi?

Siamo romantici stasera? 

Ahahaha… Può darsi… Se lo fossi… 

Sarebbe stupendo. Tu sei mio. Sai cosa voglio dire… 

Si sono tuo, piccola. 

Penso che voglio essere ogni cosa tu desideri, assieme. Tua. 

Mia. Notte xxx

Notte. 

Dimenticavo… Venerdì sera sei libera? 

Si, perché? 

Alle 23 solito posto. 

D'accordo… Ci vediamo. Sogni d'oro. 


 

Mi metto a letto e Meg legge un libro sui vigneti del mondo. È presa e attenta nella lettura. Mi avvicino e cerco contatto. Voglio tenerla fra le mie braccia e sentire la sua lingua avvolta nella mia, ma quando la tocco lei emette un piccolo rimprovero. 

<< Aspetta amore… Adesso no. >> Mi scruta e vedo in lei la poca voglia di un gesto o persino un lieve contatto. 

<< Perché? >> Chiedo stupito. 

<< Sono stanca. I piedi urlano per quanto sono gonfi… Un'altra sera… Va bene? >> Il suo tono è quasi sarcastico e annoiato. Cerco di capire e comprendere quel tono. Mi sento irritato e nervoso. 

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