Capitolo 3 - Mi appartiene

53 3 1
                                    

Sono le due passate quando rientro a casa. Mi dirigo nella stanza da letto e silenziosamente mi tolgo i vestiti e cerco di non svegliare Meg che dorme profondamente. Dovrei sentirmi una persona orribile. Una feccia per quello che ho fatto, ma ho trascorso la serata più folle e pazzesca di tutta la mia vita. Infilo i pantaloni della tuta e una t-shirt e mi metto a letto. Rivivo nella mia testa, ogni attimo e ogni istante appena trascorso con " lei", Rose. La mia sottomessa. L'unica e sola. Sorrido come un ebete guardando il soffitto e lasciando che l'oscurità della notte mi faccia sentire di nuovo vivo. Nell'oblio delle tenebre vengo sopraffatto dalla fervida immaginazione. Immagino ogni cosa che desidero fare prossimamente. Sperimentare e condividere assieme ogni nostra fantasia. Mi volto su di un fianco e mentre crollo nel sonno profondo, la mente comincia a vagare. Prende un lungo e galoppante percorso. Una direzione diversa e fantasiosa da quello che normalmente mi piace essere. Comincio a sognare la sua bocca. Mentre mi tocca e bacia la mia pelle. Sento il mio membro fremere e divenire duro. Sono eccitato e mi piace ciò che vedo. Pur sapendo che niente è reale. Eccola. Di nuovo. La sua stupenda e bellissima bocca, mi attende. È calda, vogliosa, umida e morbida. Lecca e succhia ogni centimetro che mi appartiene, avida e affamata. Nel mio sogno lei è diversa. È una donna che sa ciò che vuole e se lo prende senza se e senza ma. Nessun indugio. Avanza e cerca di possedere l'uomo che generalmente domina. Una creatura disinibita e meravigliosa. Riesco a sentire il suo profumo pervadermi le narici e mi nutro di esso. Il mio corpo è scosso da tremori e la voglia di averla è sempre più vicina. Cerco un contatto ma non me lo permette. 

"Oh, Rose… Cosa mi ha fatto?" 

Una voce in lontananza mi fa trasalire. Un suono caldo e dolce richiama la mia presenza nella realtà, mi riporta nel mondo vero e amaro. Apro gli occhi di scatto e mi guardo attorno. Metto a fuoco ed è ormai mattina. 

<< Lucas… Stai bene? >>

<< Si. Scusa. Che cosa è successo? >> 

<< Dimmelo, tu. Eri agitato e sei sudato. Hai avuto un incubo? >> 

<< Ehm… Credo di sì. >> Sospiro e cerco di ricompormi. 

<< Stai fermo, ti prendo un bicchiere d'acqua, va bene? >> Sorride. 

"Cazzo!" 

Meg mi scruta e mi osserva prima di sparire in cucina. Cerco di sedermi e mi asciugo la fronte con la t-shirt. Torna pochi istanti dopo con un bicchiere colmo e me lo porge. Lo afferro e bevo un sorso dissetante. << Grazie. >> 

<< Ma figurati. >> Dice tranquillamente.  Cerca di capire e captare cosa mi sia successo, ma nei suoi occhi c'è soltanto preoccupazione, fortunatamente non si è insospettita. 

"Menomale." 

Mi alzo e vado a farmi una doccia cercando di scordare il sogno che mi è quasi costato il matrimonio e la vita. Mentre vado in cucina, sento Sam che ride e scherza con la sua mamma. Raggiungo il bancone e mi verso silenzioso una tazza di caffè. Li guardo ammaliato e mi perdo nei loro occhi felici e spensierati. Sam è concentrato su cosa chiedere a Babbo Natale e Meg l'aiuta a scrivere la lista. Sono di nuovo nella vita reale. Tutto attorno è tornato allo scorrere del tempo ed io non mi sento più felice. Sono un traditore. Il marito fedifrago che ha scopato beatamente e senza ritegno la baby sitter di suo figlio. Dovrei avere una conoscenza sporca e lurida, mentre invece il mio cuore non desidera altro che rivivere la notte vissuta e mettere in pratica il sogno da cui non voleva far più ritorno. Salgo in auto e deciso più che mai mi immergo nel traffico del mattino freddo e piovigginoso di Londra e cerco di contenere l'eccitazione di come realizzare il mio sogno. "Ma certo! Lei è mia." Dunque farà ogni cosa che le chiederò. Persino prendere lei il controllo e avermi come più desidera.

Lascio Sam dai genitori di Meg e mi dirigo verso il bistrot. Prima di entrare scrivo sulla chat dove ormai da giorni mi divertito a chiedere informazioni e ad ascoltare storie pazzesche. Scrivo a Olivia. Una ragazza conosciuta qualche sera fa in una delle stanze che appartengono al FAQ del sito. Le racconto il sogno e la mia perplessità mischiata alla curiosità. Mi consiglia come comportarmi e cosa potrei fare in merito. La ringrazio e scendo dopo un quarto d'ora, ancora più emozionato. 

" Giocattoli. Stimolatori di piacere. Cinghie. Manette e Collari vari." 

Parole che riecheggiano e incuriosiscono la mia mente devastata, sono ormai piene di informazioni. E nel primo pomeriggio, mi sarei divertito al negozio che Olivia mi aveva accennato e consigliato. 

Quando arrivo, Pedro è già sul retro che scarica la merce dai camion. 

Entro in cucina e indosso divisa e grembiule, mi guardo attorno e mi lascio travolgere da un'ondata di fantasia culinaria. Ho voglia di sperimentare e uscire dalla comfort zone da cui sono sommerso. Mi diletto con nuove salse e nuove invenzioni. Qualcosa di natalizio e qualcosa di troppo. Sospiro e dopo tre ore e mezzo tra i fornelli, tiro fuori biscotti alla cannella con glassa al limone, salmone scottato e patate al cartoccio con salsa di rucola e pangrattato. Forse non sarà niente di eccezionale ma così va e poco importa se in questo momento sono felice  anche per la stessa semplicità. 

Verso le quattro esco dal locale fulmineo. Lascio i ragazzi per finire l'ultima cose e mi dirigo verso la metro. È difficile lasciare l'auto verso Covent Garden per le feste e dunque prendo la linea che a pochi passi mi avrebbe lasciato nelle vicinanze. Scendo le scale e mi lascio travolgere dalla miriade di turisti che si fanno strada davanti a sé. Arrivato sulla linea di attesa, scrivo un messaggio a Rose. 

Ho una sorpresa per te. 

Ah, sì? Non vedo l'ora di scoprirla. Tua. 

Ci vediamo domani sera allo stesso posto e stessa ora?

Si. D'accordo. 

Se non ti dispiace possiamo anticipare? Il mercoledì il locale è chiuso. 

Dimmi tu… 

Alle 17.00 li. Attendi come io voglio. 

Sì, signore. A domani. 


Sorrido e metto il cellulare in tasca. La metro arriva pochi istanti dopo ed entro all'interno cercando posto velocemente. Mi siedo e attendo accompagnato dai miei pensieri perversi. Scendo sette fermate dopo a Covent Garden. Verso Monmouth Street. Cammino spedito accolto dai negozi ormai addobbati da tempo. Il natale è quasi giunto e nell'aria si percepisce come non mai. Tra canzoni di Mariah Carey e Michael Buble. Arrivo di fronte al negozio è antico, ma elegante. " Coco de Mer." Sibilo.

Entro e vengo sopraffatto da mille devastanti emozioni. Tutto all'interno grida il mio nome. Body e frustini sono sistemati sui loro scaffali minuziosamente. Osservo e mi perdo in quel mondo. La commessa si avvicina e mi chiede se posso aver bisogno di un consiglio. Annuisco e le spiego cosa vorrei per l' occasione. Sorride tranquillamente e mi spiega nel dettaglio alcuni oggetti. Mi perdo e mi sento svenire dalla tanta bellezza. Decido per un vestito di pelle e alcuni oggetti molto curiosi e molto semplici come inizio. Il consiglio di Olivia e della signora del negozio mi hanno fatto comprendere ancor più quanto tutto questo. E voglio che mi appartenga. Perché ormai ciò che sento e ciò che sono diventato sono la stessa medesima cosa. Non voglio perdermi e scappare da questa nuova realtà. Perché mi appartiene.








Buongiorno

Nuovo entusiasmante capitolo. Cosa ne pensate? Attendo impaziente le vostre impressioni e vi ringrazio ancora che siete felici ed entusiasti di leggere i miei racconti.

Gessi. ❤

Prima di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora