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Mi svegliai da sola, con un brivido freddo che mi attraversava.

Sentii lo scrosciare dell'acqua nella doccia e mi tranquillizzai. «Vedo che i ruoli si capovolgono» ridacchiai tirando lo sciaquone. Un altro brivido gelante mi scivolò sulla schiena ripensando all'acqua fredda sul mio corpo.

«Non fare complimenti. Entra pure eh» replicò lui con tono saccente. Smisi di ridere, mi sfilai la maglietta e mi intrufolai nella doccia dietro Alex, in fondo era stato proprio lui ad invitarmi.

«Speravo venissi davvero» si girò di scatto e mi circondò con le sue braccia. La sua voce era suadente e le sue labbra erano piegate in un sorriso lascivo, una visione paradisiaca. I suoi blu erano scuri e pieni di un desiderio misterioso, per la prima volta mi sentii bella sotto il suo sguardo.

«Sai, ho sempre sognato una ragazza con dei tatuaggi» mormorò tra i miei capelli bagnati. «Quindi mi ami solo per questo?» cercai di fingere di essere offesa, con scarsi risultati.

Alex scoppiò a ridere «So benissimo che anche tu mi ami per quello» mi sfiorò la guancia con le nocche e feci una smorfia divertita.

Passammo quasi un'ora nella doccia per amarci, per rimediare a tutti i problemi, per sentirci ancora vicini.

Alex si fermò ad osservarmi mordendosi delicatamente il labbro. Ero rannicchiata sul divano con i capelli raccolti, gli occhiali, la sua maglia e un libro.

Appena mi resi conto di non essere sola nella stanza alzai lo sguardo. Un ragazzo bellissimo con solo i boxer, i capelli biondi ancora umidi, finalmente rilassato e felice, stazionava appoggiato al caminetto davanti a me.

«Non hai freddo?» chiesi portando gli occhiali alla base del naso, stupita e incantata dalla sua bellezza.

«La mia maglietta la indossi tu, posso resistere» mormorò con un leggero sorriso. «Te la restituisco» appoggiai gli occhiali sul tavolino e sfilai la maglia dalla testa. Gliela lanciai rimanendo in intimo.

«Non tentarmi principessa» mi ammonì scherzoso. Mugugnai il mio apprezzamento alzando le spalle.

«Non ti è bastato?» domandò quasi sorpreso e io in tutta risposta scuotei la testa maliziosamente. «Tu» si avvicinò puntandomi il dito contro con fare minaccioso, il suo corpo imponente si avvicinava sempre di più. La sua espressione però tradiva il suo corpo, le sue labbra erano piegate in un enorme sorriso sexy. «Tu mi metti davvero alla prova» sussurrò buttandosi su di me con tutto il suo peso. «Ah!» urlai sentendomi schiacciata.

«Ti ho fatto male?» puntò i gomiti sul divano per guardarmi negli occhi, il suo sguardo sembrava desolato e colpevole. "Non sono mica una bambola, non mi romperai con così poco".

«No» bisbigliai dolcemente. «Beh allora» tornò il bambino affamato di qualche secondo prima e cominciò a baciarmi il collo, una mano finì sulla mia coscia, poi tra le mie gambe. «Queste le togliamo» mormorò infilando un pollice nel tessuto delle mutandine lilla e abbassandole fino alle ginocchia.

Haaveilla (Dreaming)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora