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«Domenica vengo a prenderti e andiamo al mare, ci stai?» propose Alex uscendo dalla porta.

«Va bene. Mare, non ci sono mai stata» gli sorrisi ingenuamente. Davvero non ero mai stata al mare, troppo lontano da casa. La distanza mi aveva sempre spaventato e dopo la partenza di mia madre non avevo avuto il coraggio di andare da nessuna parte.

«Dobbiamo rimediare» mi baciò dolcemente sulle labbra e mi abbracciò forte, come se non volesse lasciarmi andare. Quando mollò la presa mi fece l'occhiolino e si allontanò.

Vederlo andare via, nel buio, mi rese triste. Mi pareva un addio, anche se solo per qualche ora.

Rientrai in casa e mi preparai un tè. Mi sentivo leggera e tranquilla, la vita non mi era sembrata così semplice. In pochi mesi il mio intero mondo aveva iniziato a girare intorno ad Alex e andava bene così. Fanculo Andrea, Francesca e ogni altro essere umano sul pianeta.

«Buongiorno principessa» soffiò sul mio collo con quella voce seducente, provocandomi brividi incontrollati. Feci una smorfia compiaciuta, mi voltai e mi fiondai sulle sue labbra. Alex, per quanto fosse stupido, ricambiò il mio entusiasmo cercando la mia lingua con la sua.

Quando ci scollammo per riprendere fiato «Scontrarmi con i tuoi occhi azzurri quasi mi fa affogare ogni volta» sussurrò ancora sulla mia bocca con voce roca. «Sei masochista allora» ridacchiai io.

«Morirei mille e più volte per te» ribattè e io mi sciolsi. Tanto romanticismo non me l'aveva mai dedicato nessuno.

Passammo quattro ore noiose, cercando di non chiudere gli occhi. Lui seduto accanto a me ed io appoggiata con la testa sulla sua spalla.

Andrea ci guardava con un ghigno poco amichevole dal fondo dell'aula, ma ormai non mi interessava.

«Ti va di partire oggi?» mormorò dolcemente. Io alzai la testa e lo guardai fisso negli occhi. «Respira» aggiunse. Non mi ero accorta di stare trattenendo il fiato. Stavo nuotando dentro quel blu, di sicuro.

«D-dove?» chiesi timidamente. «Al mare, tre giorni di vacanza» mi accarezzò delicatamente i capelli e continuò «Pensaci».

«Ci ho già pensato... E non credo che ci sia idea migliore» sorrisi entusiasta, uno di quei sorrisi a trentadue denti rarissimi per me.

«Perfetto, passiamo a prendere le cose e ce ne andiamo in un angolino di paradiso tutto per noi» bisbigliò posandomi un bacio sulla guancia. Feci una smorfia divertita e mugugnai un «Adorabile».

L'ultima ora di lezione passo abbastanza in fretta, dominata dall'idea del mare, lui e quell'angolino di paradiso. "Chissà cosa ha in mente".

Aprì la portiera della macchina per farmi salire e poi si mise alla guida. Ci fermammo a casa mia e cercai in fretta e furia uno zaino e ci infilai il minimo indispensabile. Mi soffermai solo a scegliere l'intimo, sperando di fare una bella sorpresa. "Evviva, finalmente inizi a mettere intimo abbinato, miracolo!". Zitto cervello.

Haaveilla (Dreaming)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora