Acqua

330 20 9
                                    

Sokka si trovava sotto la doccia, sotto una doccia gelida di quelle che solo al polo sud poteva fare, di quelle che detestava. L'unica cosa buona di quelle docce è che quanto meno erano veloci, se davanti ad un bagno caldo era capace di passare ore a rilassarsi e cantare e pensare a tutti i suoi progetti futuri e fare chissà cos'altro, là, a casa sua, non ci metteva mai più di dieci minuti a lavarsi completamente, asciugarsi e rivestirsi. Infatti appena possibile schizzò fuori dall'acqua gelida afferrando al volo un asciugamano prima di correre davanti al fuoco acceso.

Aveva finito da poco il suo allenamento mattutino e, se lavarsi era sgradevole, restare sudato era assolutamente peggio. Si asciugò in fretta prima di avvolgersi l'asciugamano sulla testa in modo che i capelli non gocciolassero per poi vestirsi velocemente partendo da i suoi meravigliosi calzini estivi con le dita. Katara diceva sempre che erano osceni e inquietanti, ma in realtà erano meravigliosi e non erano neppure scomodi e sopratutto non c'era nulla di meglio di quelli per scaldargli i piedi freddi. Si accorse però di non trovare più la maglietta il che non era una sorpresa considerato che la sua camera era un casino di fogli e progetti e libri e armi e qualche mucchietto di vestiti lasciati qua e là. Mentre cercava in giro una maglietta pulita, sperava solo di non aver buttato sovrappensiero quella vecchia nel fuoco, qualcuno bussò alla porta, senza andare ad aprire rispose urlando, con la testa dentro una cassapanca alla ricerca della del fantomatico indumento

-SE SEI KATARA...

Ah no, sua sorella era partita ieri per il regno della terra e probabilmente sarebbe rimasta là mesi assieme alla sua nuova fantastica insegnante del dominio della terra, godendosi la sua fantastica vita da Avatar senza pensare al suo assolutamente normale fratello destinato ad una assolutamente normale vita. Dopo un momento di silenzio riprese a parlare

-COME NON DETTO, LA PORTA É APERTA

Non aveva idea di chi fosse, ma non si faceva certo problemi a lasciar entrare chiunque, in fondo la sua tribù era come una famiglia allargata per lui. Però non fu un membro della sua sua tribù ad entrare in quel bordello che chiamava camera, ma un principe del fuoco che appena entrò spostò lo sguardo dalle pile di fogli ai mucchi di cianfrusaglie a lui senza maglia per poi arrossire parecchio a disagio. Anche Sokka arrossì più per la sorpresa che per altro, prima di chiedere

-Zuko? Non saresti dovuto arrivare solo la prossima settimana? Come mai sei qua? Non che non mi faccia piacere la tua presenza solo...aspetta, cerco una maglia e sono da te

Tornò a immergersi nella cassa panca in cui, quando ancora loro madre era viva, molto tempo fa, i suoi vestiti erano soliti giacere in ordine. Dopo diversi minuti di ricerca, durante i quali sentì gli occhi del suo promesso sul proprio fondoschiena, riemerse con una maglia pulita che si affrettò a indossare e poi sorrise al suo ospite.

-Quindi cosa ci fai qua? Oh, intanto siediti pure

Parlando sollevò una pila di fogli, i suoi studi per costruire un veicolo capace di muoversi sotto l'acqua con degli uomini all'interno senza affogarli, e li adagiò per terra in modo da far spazio al principe che, ignorando il disordine circostante si sedette con la stessa tranquillità con cui si era accomodato nel hotel vuoto e ordinato che li aveva ospitati durante il loro viaggio nel Regno della Terra.

-Scusa il disordine, ma non ti aspettavo

-Mio padre non aveva compiti per me è ho pensato di anticipare un po' il nostro incontro visto che, almeno dalle tue lettere, neanche tu avevi impegni

-Potevi dirmelo, sarei venuto ad aspettarti al porto

-Non fa nulla, ho trovato un uomo piuttosto gentile che mi aveva detto di venire a cercarti qua certo non pensavo di trovarti...

matrimonio combinatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora