Capitolo 8

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POV'S VIOLETTA
Sono passati due giorni e io devo dare una risposta a mio padre.
Da una parte potrei perdere Leon per sempre per la mia codardia ma dall'altra parte lui mi odierà e mio padre avrà vinto.
Ad un certo punto bussarono alla porta
"Avanti"
"Piccola"
"Leon?! Che ci fai qui? C'è mio padre"
"Non c'è sta tranquilla"
"Ah"
"Sono due giorni che non ti vedo,vuoi dirmi che ti succede?"
"Non posso farlo Leon,credimi"
"Piccola lo sai che puoi contare su di me sempre"
"Lo so"
Lo abbracciai e lui mi strinse a se.
Non sentivo le sue braccia da un po' e mi sono mancate.
"Che ne dici se ti porto a pranzo così ti distrai un po'"
"C'è mio padre Leon"
"Sono passato dalla porta,piccola"
"Ok va bene"
"Perfetto,ti aspetti giù"
Leon scese giù mentre io pensai a come dirgli  che sarei partita per New York per due anni e che avrei sposato Alex.
Scesi giù e lui era bello più che mai.
"Sei pronta?"
"Si"
Intrecciamo le nostre dita e uscimmo di casa.
Mi portò in un bar e non appena entrai tutti i miei amici erano lì.
"Auguri Violetta"
"Grazie mille Fran"
Da lontano vidi anche la famiglia di Leon e capi che per me sarebbe stato difficile dire a Leon che sarei partita.
"Piccola"
"Leon"
Mi baciò
"Che ti succede? È da quando sono arrivato a casa tua che hai quella faccia"
"Sto bene,solo che ti devo dire una cosa"
"Dimmi"
"Non qui"
Uscimmo dal bar
"Allora"
"Probabilmente adesso mi odierai e lo capirò se vorrai lasciarmi..."
"Di cosa parli?"
"Leon io.."
Ad un certo punto sentimmo un clacson,ci voltammo e dalla macchina uscì Alex.
"Che ci fai lui qui? Non mi ricordo di averlo invitato"
Io avevo il sospetto del perché lui fosse qui
"Ti giuro che non lo so"
"Bene"
Poco dopo sentimmo delle sirene e capi che il mio tempo per dire tutto a Leon era finito.
Dalla macchina uscì mio padre con alcuni poliziotti che puntarono le pistole verso Leon
Uno di loro parlò
"Leon Vargas sei in arresto per corse clandestine,se hai un avvocato puoi chiamarlo altrimenti te ne sarà dato uno d'ufficio"
Il poliziotto si avvicinò e mise le manette a Leon.
Dal suo sguardo capi che non mi avrebbe mai perdonato.
"Scusa Leon,sappi che ti amo"
Entrai al bar e prendendo le mie cose corsi a casa chiudendomi nella mia stanza.
Ricevetti molte chiamate a cui non risposi per niente.
La maggior parte delle chiamate erano di Francesca e dalla segreteria capi che voleva una spiegazione.
Adesso il mio solo pensiero era rivolto a Leon che sapevo benissimo che non avrebbe più voluto vedermi ne tanto meno parlarmi.
Scesi giù in salotto e li c'era mio padre.
"Sarai contento adesso"
"Hai fatto la scelta giusta figliola"
"Non ho avuto neanche il tempo di dire tutto a Leon papà"
"Ora preparerai la tua valigia e andrai in aeroporto dove partirai per New York"
"Posso almeno salutare i miei amici per favore"
"Va bene"
Presi le chiavi della macchina e andai al bar dove probabilmente erano tutti li.
Appena entrai la situazione si fece fredda.
"Vuoi dirci perché Leon è stato arrestato?"
"Avrete tutte le spiegazioni che volete"
"Partiamo dal perché mio fratello è in gattabuia"
"Per il ricatto di mio padre Mal"
"E che c'entra mio fratello scusa?"
"Riguardava lui"
"Perché non gliene hai parlato prima,sareste potuti partire lontano per molto tempo"
"Sarebbe stato difficile devi credermi,conosco mio padre e avrebbe smontato tutta l'Argentina per cercarmi e non ci avrebbe messo molto a capire che ero con Leon"
"E non ti senti in colpa che lui sia lì?"
"Certo che mi sento in colpa.."
"Allora liberalo,fallo per me,per la mia famiglia"
"Non posso farlo Mal te l'ho detto"
"Per il ricatto di tuo padre? Che cavolata potrà mai essere"
"Mi ha detto che se avrei voluto salvare Leon sarei dovuta partire per New York per due anni e sposare Alex così che lui avrebbe liberato Leon da tutto ma se facevo di testa mia lui avrebbe fatto vedere a Leon il mio matrimonio con Alex e che sarebbe rimasto in gattabuia per il resto dei suoi giorni"
"E tu hai preferito farlo arrestare giusto?"
"Certo che no,come puoi pensare una cosa del genere"
"La polizia era fuori dal bar e abbiamo sentito tutto"
"Stavo per dire a Leon del ricatto e sono partita dal fatto che se mi odiava faceva bene...Mal devi credermi per favore"
"Non so se posso farlo,mio fratello è in galera"
Mal uscì dal bar delusa come il resto della sua famiglia.
"Perché non me ne hai parlato"
"Perché mio padre ha detto che avevo due giorni di tempo Francesca"
"Però avresti potuto dirmelo"
"Non sapevo nemmeno io come dirlo a Leon"
"Che farai adesso?"
"Dovrò partire per New York per due anni"
"E poi?"
"Tornerò e sposerò Alex come ha detto mio padre"
"Potresti fare un ultima cosa"
"Cosa?"
"Convincere tuo padre ha liberare Leon,in fondo era l'accordo"
"Era più un ricatto veramente.."
"Puoi provare però,tentar non nuoce"
"Vedrò che posso fare"
Abbracciai Francesca e salutai per l'ultima volta i miei amici e andai a casa.
Entrai e mio padre era seduto sul divano
"Hai fatto?"
"Si però prima di partire ho una richiesta che voglio che tu faccia davanti a me"
"Dimmi pure"
"Devi liberare Leon e non appena lo farai andrò dritta a New York senza dire una parola ma voglio che lui torni a casa dalla sua famiglia"
"Va bene come vuoi,basta che mantieni la tua parola"
"Lo farò papà"
Come chiesi a mio padre di lasciarlo andare mandò un poliziotto a liberare Leon da ogni accusa e gli disse che poteva essere libero e andare dalla sua famiglia.
Io però prima di partire devo parlare con lui.
Tra noi non può finire così.
Insomma ho fatto questa cosa pera lui non per me e se adesso mi odia lo capisco.
Ad un certo punto senti sbattere una porta mi voltai e lui era lì a fissarmi.
Ci guardammo negli occhi per un po' e poi lui corse via.
"Leon"
Urlai più che potevo ma non c'era verso.
Era troppo lontano e troppo tardi.
Da lontano vidi mio padre pronto a portarmi in aeroporto ma io non ero pronta a dire addio a lui per sempre.
Cosi decisi di fare l'unica cosa che in questo momento potevo fare: mandargli un messaggio
"Caro Leon so che in questo momento sei arrabbiato e deluso da me ma sappi che tutti i momenti che abbiamo passato insieme non li dimenticherò mai come non dimenticherò mai i tuoi occhi o il tuo sorriso. Mi ha fatto piacere vedere il luogo dove sei cresciuto ed è stato bello fare una fuga anche se per poco. Sappi che sto capendo il mio errore,avrei dovuto dirtelo subito non appena sei entrato in camera mia ma avevo paura di sentirmi dire di restare...sarei potuta rimanere ma a che scopo? Vederti solo poche volte o quasi mai,mi farei solo male. Il ricatto di mio padre probabilmente adesso ci ha fatti allontanare ma è anche per colpa mia. Adesso sto andando a New York per due anni dato che il ricatto di mio padre consisteva in questo.
Spero solo che tu tra due anni non mi avrai dimenticata.
Io ti amo da impazzire e sarò per sempre innamorata di te.
Tua violetta"
Dopo aver spedito il messaggio presi le valigie e andai a fare il check-in e presto sarò a New York dove starà per cominciare la mia vita,sola e senza l'amore dell'uomo che amo.
.....
POV'S LEON
Sono appena uscito galera e non appena mi voltai lei era lì.
I nostri occhi si guardarono per un po' però io distolsi lo sguardo e andai via di lì.
Sapevo che lei mi stesse chiamando ma non mi voltai.
Arrivai a casa con fatica.
C'erano tutti.
"Amico"
Diego mi abbracciò e io feci lo stesso
"Lei dov'è?"
"Non me frega niente Diego"
"Amico lei l'ha fatto per te"
"Avrebbe dovuto dirmelo e invece sono stato sbattuto in galera per 24 ore"
"Avrà sbagliato però lei ti ama"
"Anche io la amo ma non avrei fatto quello che ha fatto lei"
"Il padre le ha fatto un ricatto amico,era sconvolta quando lo raccontava a tua sorella"
"E perché non me l'ha detto?"
"Non lo so"
Poco dopo senti il mio telefono vibrare.
Era un messaggio di Violetta.
Lo lessi e mi scese una lacrima.
"Che succede?"
"È andata a New York Diego, e adesso?"
"Adesso tu andrai da lei e vi chiarite,non puoi aspettarla qui"
"Dove lì trovo i soldi"
"Te li presto io però tu adesso vai a fare la valigia e andrai da lei"
"E dove la trovo? New York è grande"
"Che esiste a fare Francesca scusa? Le dirò di chiamare violetta e farsi dire dove si trova"
"Magari fatti dare l'indirizzo"
"Bhe certo"
"Va bene"
Poco dopo ricevetti una chiamata ed era mia sorella.
"Mal che c'è?"
"Dove sei?"
"Sono a casa con Diego sto facendo la valigia per andare a New York"
"Da Violetta?"
"Si"
"Perché? Lei ti ha mentito e ti ha lasciato in galera,aspetta? Sei a casa?"
"Si MAL sono a casa"
"Allora devi subito andare da lei"
"Che cosa volevi?"
"Non importa me ne occupo io"
Attaccai la telefonata
"Il primo volo per New York è tra due ore"
"Va bene"
Presi la valigia e accompagnato da Diego corsi in aeroporto.
Arrivai in tempo.
"Pensi di restare lì per due anni?"
"Non lo so"
"Resta tutto il tempo che vuoi,infondo la scuola l'abbiamo finita"
"Ah già"
"Fai buon viaggio amico e chiama"
"Grazie e fatti mandare l'indirizzo di Violetta da Francesca"
"Tranquillo,non appena arrivi a New York avrai quello che ti serve"
"Prenditi cura della mia famiglia per favore"
"Lo farò"
Salutai Diego e capi che il mio viaggio sta per iniziare con la donna che amo.
Speriamo bene.

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