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23 luglio

Jj pov
Dopo avermi detto che mi ama io non sono riuscito a spiccicare parola, ho semplicemente acceso la macchina e guidato fino a casa, lì le cose non sono andate meglio, lei non ha staccato gli occhi dai miei e io la bocca dai vari bicchieri di drink che Tony preparava dopo cena, quando arrivarono un po' di persone venute alla prima festa.
Verso le una di notte, nel bel mezzo del party ho soltanto leggermente percepito un paio di parole dalla voce che riconoscerei ovunque, Gen mi diceva di andare in camera con lei, di smettere di bere, di parlare almeno un po' ma non la ascoltai, ignorandola completamente. Mi sembra di averle schioccato un bacio sulle labbra, crudo, senza sentimento, quasi cattivo che di solito noi sostituivamo con altri molto più dolci e leggeri ma intrinsechi di affetto l'uno per l'altra.
Verso le tre sono entrato nella nostra camera e l'ho vista rannicchiata su se stessa stesa sul letto dandomi le spalle.
Credo stesse piangendo, ogni tanto faceva dei respiri più profondi e lenti, poi altrettanti veloci che non le permettevano avere un ritmo tranquillo.
Adesso sono all'incirca le due di pomeriggio e so che non sono l'unico messo in condizioni pietose, credo che solo Gwen si sia astenuta dallo sfondarsi di alcol ieri sera.
Sono steso sul letto a pancia in su a pensare quanto sono cretino da uno a dieci, penso a cosa devo fare, ne cosa dirle, mi spaventa molto il doverle parlare.
Trovi la forza di alzarmi dal letto e il mondo gira intorno a me senza fermarsi un secondo.
Esco di casa e mi avvio per la bancarella che noleggia le tavole da surf sulla spiaggia per prendere un po' di cera.
Prima di pagare prendo in mano una cartolina che ritrae una spiaggia.
Io: anche questa per favore.
Quando torno a casa entro in camera e decido di scriverci sopra tutto, ma davvero tutto quello che sento ultimamente nei confronti di Gwen.

G, sto scrivendo questa lettera su una cartolina perché credevo fosse la cosa migliore da fare in questo momento.
Qualche volta, come ieri, trovo difficile parlarti e dirti davvero tutte le cose che vorrei.
Vorrei scusarmi, per aver reagito così, non avrei mai voluto un allontanamento tra noi due, ma vorrei anche dirti che l'ho fatto perché ho avuto una paura indescrivibile di perderti non ho visto più niente se non te, andartene via lontana da me.

Ti vorrei anche dire che ti amo anche io, ti amo da impazzire, ti amo in un modo sproporzionato, ti amo in un modo più grande di me e di te e forse è il troppo grande amore che mi porta questo, ti giuro che non ti ho risposto solo perché ero immobilitato, paralizzato dal fatto che te avessi detto che mi ami, e questa volta non da ubriaca.
Questo amore così grande non credo si possa esprimere con semplici lettere, il nostro amore non si esprime a parole, ma in ogni singolo secondo che passiamo insieme, ogni momento che diventerà un ricordo, per me questo è il nostro amore, che cerco di proteggere e custodire nel miglior modo, perché è la cosa più preziosa che ho e a cui tengo di più.
Te sei la cosa più bella della mia vita Gen, sei te che mi fai sorridere la mattina appena sveglio e prima di andare a dormire, sei te che mi fai passare le giornate felicemente.
Te sei la mia vita Gwen, sei la mia felicita, il mio sorriso, te sei l'unica persona per cui vivo, e grazie alla quale vivo.

La mano mi fa male perché non ho smesso un secondo di scrivere, le parole mi sono venute di getto e non ho neanche pensato a come scriverle, ho solo poggiato la penna sulla carta e pensato a Gwen, solo che adesso i miei occhi sono secchi d'acqua e il mio naso una cava di muco, mi alzo di scatto non volendo rimettermi a scrivere (perlomeno in questo momento) e me ne vado in bagno per farmi una doccia fredda, che magari mi fa riprendere da tutto ciò.

G pov
Durante il viaggio ho pensato a tutto quello che mi ha detto Jj ma sulla mia testa è fiondata un'idea che non sono sicura sia giusta o sbagliata: vorrei tornare a casa.
Vorrei tanto vedere le foto in questo preciso istante, ma allo stesso modo, voglio vederle con Marshall, Nick e Lucy, vorrei parlare loro della ricaduta che ho avuto un mese fa, senza i dettagli precisi ovviamente, vorrei dire anche di Jj, e della cosa che abbiamo e stiamo costruendo e che forse ho demolito completamente poco fa.
Vorrei ritrovare il rapporto che sto perdendo con Nick, magari conoscere meglio Cass.
Vorrei avvicinarmi un po' di più a Monica, e starci di più insieme.
Io credo di dover tornare anche per me, io non credo di stare bene, e dico seriamente voglio trovare uno psicologo o qualcuno che mi possa aiutare e con cui possa parlare liberamente, e vorrei anche ritrovarmi un lavoro, forse al ristorante dei genitori di Kie, o forse no.

Da quando siamo tornati John b mi ha preso da parte per parlarmi e chiedermi ciò che tutti vorrebbero sapere ma di cui non voglio parlare, allora gli do giusto il minimo da sapere per accontentarlo.
Jb: poi io l'avevo detto che non sarebbe andata bene la vostra storia.
Io: in che senso?
J: Gwen guardati e guardalo.
Mi indica con un braccio la mia stanza con la porta socchiusa.
J: lo stai distruggendo.
Io: lo so. Scusa.
J: chiedi scusa a lui, e anche a te stessa.
Si gira sui tacchi e si allontana da me tornando in spiaggia.
Poi vedo Jj uscire dalla stanza e andare in bagno allora decido di andarmene a fare le valige.
Quando Jj rientra in camera si blocca vedendomi con la valigia sopra il letto e con i vestiti ben piegati all'interno, sono seduta in un piccolo spazio che rimane libero e sto cercando con il telefono un volo per la Nord Carolina.
Jj: te ne vai?
Io: si. Torno a casa, non ce la faccio a restare qui, non così perlomeno.
Jj: e non vuoi chiarire con me, parlare?!
Io: credo di averti detto tutto.
Jj: io avrei delle cose da dirti..
Si gira verso la scrivania e prende in mano una cartolina e se la passa tra le dita nervosamente.
Io: ne possiamo parlare quando tornate? Per favore.
Jj: va bene..va bene. Però devo sapere che tra di noi va tutto bene, altrimenti non ce la faccio.
Mi alzo dal letto e lo raggiungo abbracciandolo più forte che mai.
Io: ti prometto che andrà tutto bene Navajo.
Jj: ti amo Gwen.
Mi allontano dal suo viso rimanendo ancora abbracciata e lo guardo nelle iridi che si dilatano sempre più.
Inizio a baciargli l'angolo della bocca, poi le sue labbra, poi ancora la guancia e la mandibola squadrata, poi sul collo e poi poco sopra la sua clavicola, dove lascio un segno violaceo.
Io: ti amo.
Jj: potrei tatuarmi un tuo succhiotto.
Io: spero tu stia scherzando.
Jj: perché?! Non ti piace
Io: beh.
Jj: certo che sti scherzando.
Io: non ce l'avrai tatuato, ma tu sei mio .
Jj: onorato di esserlo, mia cara.
Io: ecco bravo.
Jj: ti accompagno all'aeroporto?
Io: si.

Cerco di spiegare il più chiaramente il motivo per cui torno agli altri e uno alla volta mi salutano con un abbraccio. Poi saliamo in macchina io e Jj e ci avviamo.
Gli accarezzo un braccio mentre guida e gli stampo un bacio sulla guancia.
Jj: ho una bella notizia, volevo dirtela ieri sera..un investitore ha deciso di lavorare sulla pagina del surf.
Io: cioè?
Jj: non ho letto tutto il contratto ma in sostanza, lui ci pagherebbe per pubblicare sulla pagina qualsiasi cosa riguardante il surf, utilizzando i prodotti che ci spedirà, comprese tavole, cera, tute da sub, pinne, eccetera eccetera.
Io: diventiamo degli influencer?
Jj: in sostanza si.
Io: e quanto si guadagna?
Jj: un bel po' bambolina mia.
Io: quanto?
J: mille a foto, tre mila a video che dura più di 45 secondi.
Io: tu stai scherzando.
Jj: no..
Io: oh mio dio, oh mio dio.
Jj: già.
Io: il tuo sogno che si avvera.
Jj: non esattamente.
Io: cioè?
Jj: beh, il mio sogno è sostanzialmente questo ma c'è un piccolo dettaglio che dovrebbe essere aggiunto, te.
Io: ma io ci sono. E ci sarò.
In questo esatto momento Jj parcheggia davanti ad una delle tante entrate dell'aeroporto.
Scarichiamo la valigia ed entriamo facendo le procedure insieme fino a quando le nostre strade si devono separare.
Io: mi raccomando Jj, divertiti, ma non troppo.
Jj: e te rimetti apposto tutta la roba che hai nella testa.
Io: lo farò, grazie Jj, ci vediamo presto.
Jj: ciao amore mio.
Io: ow, ma quanto sei dolce.
Gli stampo un bacio sulle labbra e lo sento ridere.
Io: ci vediamo presto.
Jj: non vedo l'ora.
Io: ti prometto che quando torni, scopiamo come due dannati.
Jj: Gen non in pubblico, per favore, è pericoloso.
Io: era solo un avviso.
Jj: ciao G.
Io: ciao J.
Salgo su delle scale mobili per poi chiamare mio padre per avvertirlo di venirmi a prendere all'aeroporto all'orario di arrivo e dopo la dogana e aver superato il gate, seduta sul mio posto nell'aereo mi tranquillizzo.

Spazio autrice.
So che questo capitolo non è nemmeno la metà dei precedenti ma a me piace molto.
Purtroppo mancano pochissimi capitoli alla fine :(
Spero solo che vi stiano piacendo.

𝓫𝓲𝓪𝓷𝓬𝓸 𝓷𝓪𝓿𝓪𝓳𝓸 | 𝓙𝓙 𝓜𝓐𝓨𝓑𝓐𝓝𝓚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora