8. Ritornerò da te, sempre.

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Inizialmente non vidi nessuno di interessante ma mentre mi stavo voltando vidi una persona.
Sembrava così triste e malinconica, guardava le stelle assorta nei suoi pensieri.
Fissando bene mi accorsi che era lui, Keith.

Non ci voleva, pensai.
Sapevo, sapevo che rivedendolo mi ci sarei di nuovo avvicinata ma dovevo essere forte quindi per un po feci finta di niente o almeno credevo.

-Gió, perché fissi sempre quel ragazzo? Disse Luca.
Mi voltai di scatto, come se fosse un reato.
Volevo essere forte ma c'era qualcosa dentro di me ancor più forte che mi diceva di andare da lui.

-Ci vediamo dopo ragazzi, dissi.

Mi alzai e mi aggiustai un po' il jeans mentre gli altri si fissavano cercando di capirci qualcosa.

Mi avvicinai molto lentamente per non spezzare quel silenzio e quell'aria di solitudine che si era creato lui tutto da solo.
Mi sedetti è lui mi rivolse un sguardo ed io lo ricambiai.
In un secondo ho visto tutto nei suoi occhi, stava soffrendo e aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse.
La Gió di ieri avrebbe parlato o scherzato ma stavolta no, non mi uscirono parole, mi sentivo vicino a lui almeno per una volta, come se anche lui lo volesse oppure quel suo momento di debolezza non gli permetteva di mandarmi via.
Avvertivo la sua sofferenza e mi chiedevo per cosa stesse soffrendo così tanto.
Avrei voluto aiutarlo ma sapevo che lui non me lo avrebbe permesso e solo adesso capivo il perché.

Vedevo nei suoi occhi la forza, la forza di essere cresciuto senza qualcuno che lo amasse per davvero e questo spiega il suo continuo allontanare. Non sa cosa significa essere amato, amato per davvero.

Con quel silenzio mi sentivo più vicina a lui, sicuramente aveva bisogno di questo.
Ha bisogno di qualcuno che è in grado di capirlo senza dare tante spiegazioni, pensai.

Questo silenzio si interruppe da una frase che non avevo capito.

-Cosa? Dissi.
- Ho detto, hai fame?
-Si, gli risposi.
-Okkei, allora vieni con me.

Lunatico il ragazzo, pensai.

Andammo al chioschetto sul lago e per me ordinò panino con tonno, prosciutto ed insalata mentre lui si prese solo una bibita.

Mentre mangiavo lui mi fissava con molta insistsenza ed io ero in imbarazzo.
I suoi occhi mi facevano venire i brividi.

-Potresti non fissarmi? Gli dissi infastidita.
Lui abbassò subito lo sguardo.
- Come vuoi. Mangi tanto eh?!
Io arrossii e smisi di mangiare.
Insomma, sono cose da dire ad una ragazza?!
Rimasi in silenzio per un po.

-Che c'è adesso non mangi più? Disse sorridendo.
-Volevo chiederti scusa per ieri ma te lo sei meritato.
-Se me lo sono meritato non voglio le tue scuse perché sono finte, rispose lui con tono freddo.
-Mmhh..va bene ma tu invece dovresti farmele eccome.
-Io? Pff non ci penso proprio.
-Non ho più fame, finiscilo tu il panino, gli dissi arrabbiata.
-Hai 17 anni, sei una ragazzina.
-Quindi?
-Quindi è normale che un ragazzo di 19 anni ti dice che sei una bambina.
- Beh potresti stupirti di ciò che sono in grado di fare, gli dissi decisa.
-Beh vedremo, adesso andiamo ti porto a casa.

Una volta arrivati lo ringraziai e quando lui mi guardo non vidi più quegli occhi così gelidi, si erano addolciti un po' o forse sono io che li guardo con occhi diversi.

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