Mi ha chiamata essere? Ma come si permette? Non gli ho detto nulla di male. Presuntuoso che non è altro, poi dicono che io sono asociale.
Il giorno dopo mi svegliai con l'immagine dei suoi occhi impressa nella mente, mi venne un piccolo brivido. Perchè mi fanno quest'effetto?
Qualche minuto dopo mi misi le mani sulla faccia e scossi la testa.
Non posso pensare ad uno sconosciuto, mi dissi.
Mi alzai dal letto, andai a lavarmi, vestirmi e truccarmi giusto un po'.
Decisi di passare per il parco, i miei occhi lo cercavano contro la mia volontà e nello stesso preciso momento mi ripetevo Gió torna in te.
Arrivai a scuola e mentre ero assorta nei miei pensieri qualcuno mi fece sobbalzare.
- Hey Gió, che è successo? Ti vedo in un altro mondo.
-Mary. .
-Mi dici che succede?
-Niente cercavo una persona.
- Cercavi me?! Intervení Andrea.
- Dobbiamo andare, è suonata la campanella, dissi.
-Tanto poi mi spieghi, mi urlò Mary.
Io feci finta di non sentire.
Durante la lezione di inglese sembravo un fantasma, non ero per niente presente e odiavo questa cosa ma non ne potevo fare a meno.
Le ore passarono velocemente e chiamai mia madre per dirgli che non tornavo a casa.
Salutai Mary e Andrea e mi incamminai verso il parco.
Quando arrivai c'erano le solite persone, decisi di sedermi e aspettare.
Si fecero le quattro e mezza ed ero stanca.
Sarà meglio andare, pensai.
Quando il mio sguardo si spostò su delle macchine parcheggiate vidi lui, dormiva come un ghiro ed era bello e un aria misteriosa lo circondava.
Senza pensarci due volte mi avvicinai, non so perché, non lo conosco nemmeno ma qualcosa mi attira a lui.
Diedi un colpo sulla macchina e lui sobbalzó spalancando gli occhi, li per lì mi venne da ridere e lui infastidito si voltò verso di me.
#Questo è il mio quarto capitolo. Come ho già detto questa è la mia prima storia che scrivo.
Se vorreste darmi dei consigli potete benissimo commentare, lo apprezzerei tantissimo.
Baci:*
