Innanzi a me camminano, quegli Occhi risplendenti,
che un Angelo sapiente certo ha calamitato;
vanno, divini fratelli e miei fratelli a un tempo,
scuotendo nei miei occhi i fuochi diamantati.Salvandomi da ogni grave peccato e inganno
sulla strada del Bello conducono i miei passi;
sono i miei servitori ed io son loro schiavo;
si piega tutto il mio essere a quella viva fiaccola.Begli Occhi, voi brillate con la chiarità mistica
che hanno i ceri ardenti in pieno giorno; il sole
arrossa ma non spegne la loro fiamma fantastica;quelli la Morte celebrano, voi cantate il Risveglio;
avanzate cantando il risveglio dell'anima,
astri di cui nessun sole può offuscare la fiamma.(Charles Baudelaire - La fiaccola viva, in I fiori del male)
"But touch my tears with your lips,
touch my world with your fingertips.
And we can have forever,
and we can love forever.
Forever is our today.
Who wants to live forever?"Il Sole brilla fulgido nel cielo sopra Nurmengard, irrorando l'altopiano con il calore inaspettato di un timido anticipo di primavera. Una brezza vivace, allegra come il gorgheggio di un usignolo, porta con sé il profumo denso dei boschi, dei pascoli verdeggianti, dei torrenti d'acqua cristallina e dei monti maestosi, ricoperti di neve e ghiaccio perenni.
È tardo pomeriggio, l'unico momento in cui ti è permesso passeggiare per qualche minuto - sotto attentissima sorveglianza, naturalmente - nel piccolo chiostro interno al mastio, e in prossimità del quale si sviluppa, con precisione geometrica, l'intera ala del castello adibita a corpo di guardia. Si tratta di un fazzoletto quadrato di pochi metri d'ampiezza che un'aiuola e un paio di vasi fioriti non riescono comunque a rendere meno triste e spoglio, ma camminare all'aperto è pur sempre un'opzione migliore che restare a languire nella tua cella - o, come preferisci definirla, con un'ombra di quel sarcasmo feroce che, persino dopo mezzo secolo di prigionia, non ti ha abbandonato del tutto, la tua suite imperiale privata[1].
Ti muovi cauto lungo il perimetro del patio, per sgranchirti le gambe intorpidite, riempiendoti i polmoni con l'aria tiepida e fragrante della sera; sollevi lentamente lo sguardo e lo getti in alto, al di là delle torri merlate della fortezza, verso un chiarore troppo vivido, troppo crudele, impossibile da sopportare, una luminosità ambrata che perfora e ferisce il nervo ottico, obbligandoti, tuo malgrado, ad abbassare le palpebre.
Quando, seguendo un impulso irresistibile, dischiudi piano gli occhi, lui è già davanti a te.
Etereo eppure così reale, spirito indomito e fiero in un mare di luce.
Ti sorride radioso, in quel suo modo accattivante e pieno di fascino che non ha mai mancato di farti tremare fin dentro l'anima; i suoi capelli sono fili d'oro e rame, e coronano di fiamme il raffinato cesello dei suoi tratti, creando un incantevole contrasto con la pelle rosea del volto, scurita appena, attorno al mento e alle guance, da un accenno di barba perfettamente curata. Ti guarda ancora con la trasparenza sconvolgente di un tempo, con l'estasi intrappolata fra le ciglia, come se per lui, al mondo, non ci fosse nulla di veramente importante all'infuori di te, come se tu, tu e nessun altro, fossi il suo tesoro più caro e prezioso.
Avanza deciso nel cortile e accorcia le distanze, tendendo le mani, entrambe lisce e intatte, prive di rughe o grinze; sono giovani, forti e virili, esattamente come le tue, e, in verità, non ne sei affatto sorpreso. Lo fissi a tua volta, annegando nelle sue iridi splendenti, azzurre e limpide come una promessa d'estate, e il tuo cuore impazzito salta un battito, o forse due, anzi tre, quattro, cinque, sei, sette - ormai hai perso il conto -, e si contrae, sussulta di sangue, esplode, si frantuma in migliaia di schegge abbaglianti.
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Vide cor tuum [GRINDELDORE]
FanficE ne l'una de le mani mi parea che questi tenesse una cosa la quale ardesse tutta, e pareami che mi dicesse queste parole: "vide cor tuum". (Dante Alighieri - Vita Nuova, cap. III) We were closer than brothers #6 Questa raccolta fa parte della se...