Sono più portato per la filosofia.

3.1K 149 11
                                    

Con la matematica ho un rapporto complesso

Sono più portata per la filosofia

Per la somma dei passi che sottraggo dalla strada

Manuel non si era ritrovato spesso ad immaginare come sarebbe stata la sua laurea. Neanche concepiva lontanamente l'idea. Quando sei un diciassettenne che stenta a sopravvivere in un mondo che ti chiede anche gli interessi, l'idea di un'educazione è quanto di più lontano ci possa esserci. Tra un motore truccato, erba e qualche debito, come faceva ad esserci tempo per una cosa così grande come l'università?

L'immaginazione, comunque, non avrebbe mai potuto superare la realtà. Quella cosa che gli sembrava così grande, più grande di lui, l'aveva reso grande a sua volta. Quel giorno aveva stretto la corona d'alloro al petto, incredulo e grato che quel ragazzino ribelle non si fosse fermato all'idea che non sarebbe mai stato qualcuno di meritevole, che l'unico posto nel mondo in cui poteva stare era tra la polvere e l'olio, tra una minaccia ed un coltello.

E invece il suo posto nel mondo era la filosofia. Una volta l'aveva detto a Sbarra, per scherzo, forse per autoconvincersi di avere altri obiettivi nella vita e che non gli sarebbe servito essere un delinquente per poterli raggiungere. Poi, però, questo scherzo si trasformò nell'unica cosa che lo tenne attaccato alla vita.

O quasi.







Quattro anni prima

«Voglio fare filosofia».

Simone si bloccò con il libro di matematica a mezz'aria, guardandolo incredulo.

«Scusa?!» chiese, come se non avesse sentito bene.

Manuel credette di non aver parlato abbastanza forte, che la sicurezza che aveva nel petto si fosse affievolita una volta fuori e gli avesse fatto morire le parole tra le labbra.

«Voglio...iscrivermi a filosofia, all'università.» disse con più sicurezza, accompagnando la frase con un gesto del capo che, nella sua testa, avrebbe reso il tutto molto più convincente.

Simone, d'altro canto, aveva aspettato questo momento per mesi. Il liceo era finito da un anno e lui si era iscritto alla facoltà di matematica superando il test con uno dei migliori punteggi.

Il suo sogno.

Non che fosse l'unico, ne aveva tanti altri, altrettanto importanti, forse più intensi, che però taceva sempre e riponeva in un angolino sperando che un giorno potesse rispolverarli, dargli un senso e realizzarli.

Entrambi i suoi sogni riguardavano Manuel. Ed uno di questi si era appena realizzato. Gli occhi di Manuel, forse ancora insicuri ma sognanti, brillavano un po', si liberavano di una delle mille nuvolette che lo incupivano spesso, ma stavolta definitivamente. Meno uno, pensò Simone.

«Manuel, sai che sto per mettermi a piangere, vero?»

«No te prego, non fa er sentimentalone che piglio la moto e me ne vado in tre secondi...»

«Tu mi dici che vuoi fare filosofia ed io non dovrei fare il sentimentale?»

«Lo sai meglio di me che l'università non è una vacanza ai Caraibi o una proposta di matrimonio, non c'è bisogno di piangere».

Era troppo tardi per protestare, perché Simone aveva le lacrime agli occhi, e Manuel - che poco si lasciava andare, anche se aveva fatto qualche passo avanti - sentì i suoi occhi pizzicare, segno che stesse per piangere anche lui. Tirò le lacrime indietro, che se avesse pianto in quel momento si sarebbe dato dell'idiota per sempre.

Regno Animale - SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora