Per essere felici in due ci vuole allenamento.

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Per essere felici in due ci vuole allenamento

Per amare non esiste un corso di aggiornamento

È il regno animale, questo regno dove

Per essere felici in due ci vuole allenamento

Per amare non esiste una patente speciale

Nel regno animale con te






«Quindi me stai a di' che hai fatto il culo pure all'assistente?»

«Mi credi che è sbiancato quando gli ho risposto? Ha accettato a malincuore che il professore mi mettesse la lode, quasi quasi m'è dispiaciuto.»

Quel piccolo genietto de Simone si ritrovò a pensare Manuel mentre sorseggiava la sua birra.

«Ma te dispiace sempre di tutto? Ma cacciala un po' de stronzaggine ogni tanto Simo, ma che te frega!»

«Se seguissi i tuoi insegnamenti l'allievo potrebbe superare il maestro, ti conviene?»

«Ma statte zitto» disse Manuel dandogli una spallata a cui Simone reagì restituendogliela.

«Te che mi dici? Hai fatto amicizia poi in facoltà?»

«Sì, c'era una ragazza simpaticissima il primo giorno, la sentivo chiacchierare dietro di me. Non mi sono avvicinato per timidezza, però l'ha fatto lei poi il giorno dopo.»

«Manuel Ferro che non si avvicina ad una ragazza per timidezza?»

«Non c'è più religione Simo'» rispose ridacchiando.

«Ma almeno è carina?» Simone lo chiese abbassando lo sguardo e giocherellando nervosamente con la cannuccia del suo drink. Manuel se ne accorse e decise di rispondere di conseguenza.

«Bellissima, davvero. Ma non solo fisicamente, ha proprio un fascino assurdo quando te parla o quando ride.»

«Ah, bene.» fu tutto quello che riuscì a dire, togliendo la cannuccia dal bicchiere e buttando giù l'ultimo sorso di fretta.

Allora questa cosa ti innervosisce ancora, Simo'?

«E la sua ragazza non è da meno.» continuò Manuel. Simone si girò verso di lui, con un mezzo sorrisetto stampato in faccia - che avrebbe tanto voluto baciargli. «Sai quando due persone sono nella stessa stanza e tu, anche se non le vedi interagire, sai che sono fatte l'una per l'altra? A me è capitato con loro. L'avevo capito prima che me lo dicessero.» affermò Manuel, incatenando i suoi occhi a quelli di Simone, che stava ancora sorridendo. «Non erano sedute vicine e non erano neanche nella stessa fila, ma quando i loro occhi si incrociavano dopo aver vagato per l'aula intera piena di gente di qualsiasi tipo, si guardavano in quel modo.»

«Quale modo?» sussurrò Simone con gli occhi enormi color nocciola che però facevano invidia a tutti i colori accesi delle luci del locale che andavano a tempo di musica.

Il modo in cui mi guardi tu. Il modo in cui ti guardo io.

«Questo.» si lasciò sfuggire Manuel a mezza bocca, intenzionato a non distogliere lo sguardo per niente al mondo. Simone parve essere dello stesso parere, perché rimase a fissarlo per una manciata di secondi che sembrò un'eternità.

Esattamente questo.

«Volete altro? Altrimenti sono costretto a dirvi di far posto ad altri clienti, stasera c'è un pienone assurdo.» urlò il barista cercando di sovrastare la musica. I due ragazzi si voltarono contemporaneamente verso di lui, spaesati, senza sapere che dire.

Regno Animale - SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora