Archiviare i ricordi dei giorni perfetti.

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Ho avuto tutte le notti per moltiplicare i sogni

Sistemare i miei pensieri

E archiviare i ricordi dei giorni perfetti

Ogni notte per Manuel era come un appuntamento. Gli bastava chiudere gli occhi per catapultarsi in una vita completamente diversa dalla sua. Manuel ogni notte era ancora un diciassettenne, ma che viveva con i suoi genitori, mamma traduttrice e padre avvocato. Era un bravissimo studente, nessuna materia gli sfuggiva ed era circondato da persone che lo amavano. Era impossibile non amare quel Manuel. Anche il Simone di ogni notte amava Manuel e Manuel amava Simone, alla luce del sole e senza paura. Gli stringeva la mano fuori e dentro scuola, si baciavano nelle pause, scopavano negli spogliatoi, si sussurravano le cose più dolci del mondo e Manuel era sicuro che niente avrebbe potuto rovinare il loro amore perfetto.

Tranne la sveglia. Manuel si ritrovava puntualmente a maledire quel suono che gli perforava il cervello e che lo strappava dalla purezza dei sogni in cui aveva imparato ad avere meno paura. Quei sogni che avrebbe voluto registrare su un CD per poterli rivedere in qualsiasi momento, ma era costretto a vivere una realtà in cui non si riconosceva minimamente.

Qualche notte, invece, Manuel non dormiva. La sua vita gli giocava brutti scherzi ogni giorno, ma di notte...di notte semplicemente si adagiava sui ricordi, alcuni che gli torcevano le budella.




«Avanti, Manuel. Siamo ad una festa e tu non fai altro che startene seduto qui a far nulla? Tu?»

Simone pareva incredulo e se Manuel gli avesse detto che quella sera non aveva minimamente voglia di mettersi a festeggiare, probabilmente gli avrebbe riso in faccia. L'assurdità della cosa raggiunse presto gli occhi di Simone, che si sedette sul divanetto accanto a lui, sudato, ubriaco, con due bottoni della camicia aperta che fecero deglutire Manuel più volte.

«Mi dici che c'hai?»

«Ti devo tenere d'occhio.»

Simone sorrise, scuotendo la testa.

«Non ce n'è bisogno, Manuel. Va tutto bene, io voglio solo che tu ti diverta con me.»

«Ma io non-» sospirò Manuel gettando la testa all'indietro sul divanetto «-non preoccuparti per me. Tu vai a divertirti, io rimango qui a guardarti.»

«Non fare così...rimango anche io qua.»

«No, no Simo...ti prego. Vai che Chicca e Laura non vedono l'ora di vederti scatenare in pista, guarda» sorrise indicandole col mento «Non le deludere. Tranquillo che ti guardo da qui.»

Simone annuì, lasciò una carezza tra i ricci di Manuel e si alzò raggiungendo le ragazze. Poco dopo era in pista a muoversi a ritmo, leggiadro e soprattutto libero.

Manuel, semplicemente, lo guardava. Non aveva occhi che per lui, per i suoi capelli sempre più bagnati, per la camicia che si spostava, per i fianchi che si muovevano e il suo sorriso così fresco e sicuro. Rimase ipnotizzato tanto da ritrovarsi in piedi, senza accorgersene. Attraversò a grandi falcate la sala, gli occhi confusi dalle luci stroboscopiche e lo raggiunse. Simone era di spalle e lui semplicemente gli soffiò sul collo, mentre si muoveva a tempo a sua volta. Il moro si voltò, sorridente e lo prese per mano, trascinandolo al centro della pista. Ballarono vicini, tutta la sera, Manuel inebriato da Simone e Simone contento di aver tirato su l'umore di Manuel.

Sulla pista sembrava non esserci più nessuno.

Finché non si avvicinò lui.




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