Capitolo 29

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Avevano suonato ed era stato un buon concerto, magari non la loro esibizione migliore ma in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi.
Solitamente Damiano sarebbe sceso dal palco incazzato con se stesso, con il servizio di sicurezza o con qualche tecnico sbadato ma non quella sera, in cui l'unico suo pensiero era quello di parlare con Vic prima che lei decidesse di scomparire di nuovo dietro ad una porta qualsiasi.
Sapeva che il tempo a sua disposizione era sempre più ridotto, ora che si avvicinava il rientro in Italia e che Giulia non lo mollava un secondo. La fidanzata doveva aver capito qualcosa, questo era certo; aveva solo finto di credergli quando le aveva detto che andava tutto bene nella sala trucco ma di sicuro non l'aveva bevuta davvero. E del resto come poteva darle torto? Chiunque si sarebbe insospettito al posto suo e più passavano le ore più Damiano si rendeva conto che l'unica soluzione possibile era quella di dirle la verità. Già, la verità... anche se questa lì avrebbe separati per sempre, anche se Vic non glielo avrebbe mai perdonato perché era una verità ormai inutile da rivelare, ora che tutto era deciso.
Salutò con un ultimo cenno il pubblico in visibilio. Magari si aspettavano un encore dopo l'ultima canzone, un bis qualsiasi di uno dei loro maggiori successi e avrebbero continuato ad urlare il loro nome fino a che la sicurezza del locale non avrebbe disperso pian piano la folla, con le luci già accese e tutte le uscite di sicurezza illuminate.
La voglia di asciugarsi il sudore e tornare sul palco così carichi di adrenalina era sempre alle stelle ma non quella volta. Damiano aveva sceso le scalette del backstage senza togliere mai gli occhi dalla schiena nuda della bassista. A dire il vero non l'aveva mollata un attimo durante l'intera esibizione, scatenando le occhiate scocciate di lei, che odiava essere messa al centro dell'attenzione e tentava di snobbarlo in modo più o meno evidente. Chiunque si sarebbe accorto che qualcosa non andava tra quei due, persino i loro compagni, che assistevano a queste schermaglie silenziose senza poter fare nulla, se non continuare a tenere in piedi lo show.
Victoria aveva retto come sempre, non importava quanto fosse stanca, bastava un palco per infonderle nuova linfa vitale; per il cantante però non era lo stesso: lui era esausto, preoccupato, suscettibile e soprattutto non riusciva a nascondere quanto poco gli importasse di quella esibizione. Raramente il pubblico si era trovato di fronte ad un Damiano così esasperato. Si sentiva come in trappola su quel palco ed anche ora, che Giulia era già al suo fianco con quella sua aria orgogliosa ed eccitata. Voleva festeggiare. Voleva andare in qualche club a bere e ballare fino all'alba, per poi chiudersi in camera per un bagno bollente insieme a lui e per una notte di sesso altrettanto bollente.
Si lasciò abbracciare dalla fidanzata e nello stesso istante intercettò lo sguardo carico di rimprovero di Leo. Lo ricambiò con un'espressione interrogativa e per tutta risposta l'amico alzò gli occhi al cielo, prima di chiuderli e scuotere la testa in segno di disapprovazione.
Ma che diavolo voleva adesso?
"Scusa n'attimo..."
Si staccò a forza dall'abbraccio e seguì l'assistente, il quale si stava già infilando in uno dei corridoi, che portavano ai camerini. Sentì lo sguardo deluso e sospettoso di Giulia dietro di sé. Come poteva darle torto? Era la seconda volta nella stessa serata che succedeva la stessa cosa.
"Che cazzo te prenne, Chicco? Te vedevo che te la stavi a fà sotto mentre sonavamo."
"Perché, te no? Te sembra 'na situazione normale? No ma guarda lasciamo perde, manco ne parlamo che poi me dici che nun sò cazzi mia... e c'hai pure ragione..."
Andava spedito come un razzo, quasi lo volesse seminare e lui faticava persino a riprendere fiato dopo quasi un'ora di esibizione.
"E fermate cazzo, n'do vai?"
L'amico si fermò, voltandosi verso di lui con uno sguardo che non gli aveva mai visto prima. Era serio. Molto serio.
"Secondo te? Vado dove dovresti annà tu... dove dovevi rimanè anche prima. Io nun te capisco... Nun ce credo che te ne vòi uscì pulito da 'sta storia come se manco te riguardasse!"
"Io?? E chi te l'ha detta 'sta stronzata? Victoria??" Era sconvolto da quell'accusa così infondata, specie perché mossa dalla persona a lui più cara.
"Vic non me dice mai un cazzo... se nun era pe' te, nun sarei manco venuto a saperlo... Ma poi dai, guardate: te ne stai qui co' quella, come se niente fosse... e le lasci fà tutto a lei..."
"Innanzi tutto quella ha un nome: Giulia... e anche se te sta sur cazzo, te la devi fà passà. E poi che dovrei fà, sentimo?! Victoria non me vole... Lo sa da dù mesi del bambino e me l'ha detto solo ieri sera e perché l'ho messa alle strette! Pensi che avrei chiesto a Giulia de venì fino a qui se lo avessi anche solo sospettato? Ma lei è così, lo sai... Vic se tiene tutto dentro e nun se fa avvicinà..." Indicò un qualsiasi punto in fondo a quel corridoio, là dove sapeva che la bassista si stava già cambiando insieme agli altri.
"Ah lei!! Lei? E tu... cazzo, Dam... tu te ne laveresti davvero le mani così? Cioè, chi se ne frega, tanto la scelta spetta a lei!!" Leo sembrava sconvolto e in effetti lo era molto più di quanto si aspettasse.
"Certo che la scelta spetta a lei. È ovvio che sia così! Le ho detto che l'accompagnerò se vorrà..."
"E se non vorrà?"
Ecco qui. Ecco la domanda che continuava a tormentarlo da ore ed ore.
"E se non vorrà... Non lo so!! Cazzo, Lè... io non lo so! Che vòi che te dica? Mannamo tutto a puttane, tanto è solo lavoro?!"
"Lo è!"
"No che non lo è... È la nostra vita, come fai a non vederlo? Tu c'eri all'inizio... c'eri e lo sai cosa significa tutto questo!" Con tutto questo intendeva il backstage, i tecnici, i vestiti firmati e soprattutto il vociare del pubblico, che ancora si sentiva nitidamente anche da lì.

Amandoti 5 (What if...?) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora