fissò il cielo nuvoloso sopra se stesso; grigio come il suo umore. non era mai stato il tipo da farsi abbattere facilmente nella vita, anzi, chiunque direbbe fosse un ragazzo positivo, ma quegli ultimi avvenimenti gli resero evidente che c'era un limite anche alla sua positività.-hai preso tutto?- domandò suo padre, tirando fuori l'ultima valigia dal bagagliaio. jake venne riscosso dai suoi pensieri.
-si.- rispose secco.
-allora andiamo.- il moro vide suo padre camminare davanti a lui con una valigia e un borsone in mano; l'immagine della sua roba che entrava a far parte di una casa che non riconosceva come sua lo mise a disagio.
che fosse per alcuni mesi o meno, l'idea di stare lì lo nauseava. avrebbe davvero voluto vedere il lato positivo di quella futura convivenza, ma come poteva vedere qualcosa che non esisteva?
-jake!-
sospirò. non voleva farsi vedere di cattivo umore da suo padre; sapeva si sarebbe sentito in colpa se fosse stato a conoscenza del fastidio che questa storia gli provocava, e sapeva pure che era tutto furchè colpa sua. certe cose accadono e basta.
mise su un sorriso falso. -arrivo.
giunto alla porta d'ingresso, l'uomo accanto a lui suonò il campanello. in pochi secondi la porta venne spalancata, rivelando una donna dai capelli scuri e il viso pallido.
-yejin!- esclamò suo padre.
-seojoon! jake!- disse la donna, -è bello vedervi!- affermò, spostandosi di lato e aprendo la porta, -entrante pure!
jake diede la precedenza a suo padre, sentendo lo stomaco in subbuglio non appena dovette mettere piede là dentro dopo di lui.
una volta entrati posarono le valigie all'inizio della rampa di scale che portava al piano di sopra, per poi essere invitati ad accomodarsi sul divano posizionato nel salotto, davanti a due tazze di tè.
-sungsik! non sei invecchiato di un giorno, sei sempre lo stesso!- in salotto c'era un uomo ad attenderli, colui jake comprese fosse il tanto parlato amico di vecchia data di suo padre.
-seojoon, vecchio burlone!- i due si abbracciarono e si diedero pacche amichevoli, ridendo tra di loro. jake sorseggiò del tè, sperando che il divano su cui era seduto lo risucchiasse vivo.
si sedettero tutti, iniziando una conversazione di circostanza che presto tramutò in un discorso serio, il quale jake decise di sbarrare al di fuori dei suoi canali uditivi.
ne aveva abbastanza di commenti pietosi sul cancro di sua madre; così come ne aveva abbastanza di persone che gli dicevano di ''speare bene''. avrebbe semplicemente voluto che la gente smettesse di avere l'assurda necesittà di commentare.
d'un tratto si sentì richiamato. -si?- rispose, distratto.
-ti troverai bene qui! farà bene anche a nostro figlio avere finalmente un po' di compagnia.- disse yejin, guardando suo marito, che annuì.
figlio? ah. se n'era completamente scordato.
suo padre gli aveva accennato qualcosa al riguardo, ma probabilmente non aveva prestato abbastanza attenzione quando quel discorso era arrivato.
-avete la stessa età, tu hai diciassette anni vero?- continuò la donna.
-si,- sforzò un sorriso, -come avete detto che si chiama?- domandò, non volendo sembrare troppo disinteressato.
proprio in quel momento la serratura della porta d'ingresso scattò, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
-oh, dev'essere lui!- ridacchiò sungsik. -che tempismo!-
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mixed up ; jakehoon
Fanfictiondove jake è costretto a vivere con la famiglia di sunghoon per il resto dell'anno scolastico, ma quest'ultimo è tutto fuorché amichevole.