five_too mean

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si ritrovò a camminare avanti e indietro investito dall'ansia nell'attesa dell'arrivo del corvino che aveva bruscamente interrotto la chiamata.

non gli aveva nemmeno chiesto indicazioni su dove si trovasse per raggiungerlo, come avrebbe fatto a trovarlo?

ma a questo punto nulla importava, se non la preoccupazione di jake nei confronti dell'arrivo di regole ancora più rigide da seguire da parte di sunghoon a causa di questo piccolo incidente.

non che gliene importasse qualcosa, ormai, di formare alcun tipo di rapporto col corvino dato il suo evidente disinteresse e fastidio nel dover condividere la casa con lui, ma il dover mantenere tanta segretezza riguardo la situazione da metterlo in guai come il perdersi senza modo di contattare nessuno stava cominciando a pesare.

principalmente perché non ne capiva il motivo, e a sunghoon non importava nemmeno di spiegarglielo, come se l'opinione di jake non avesse un minimo di rilevanza.

lui non mostrava i suoi sentimenti, nemmeno quando era arrabbiato. lanciava sguardi truci, piantando nel tuo cervello l'idea che avessi fatto qualcosa di sbagliato e che dovessi pentirtene.

e jake sapeva si sarebbe visto arrivare quello sguardo anche oggi quando sentì una mano afferrare la sua spalla e costringerlo a voltarsi, ritrovandosi davanti il viso cupo di sunghoon.

-sei già arrivato?- domandò, preso alla sprovvista dal modo in cui era stato strattonato via dai suoi pensieri, -come hai fatto a trovarmi?- continuò, sentendosi a disagio dinanzi il suo sguardo contrariato.

-non farmi perdere tempo.- rispose il corvino per poi afferrare il polso di jake e cominciare a trascinarlo.

-che stai facendo?!- esclamò il moro, rimanendo leggermente scioccato dalla brusca azione e dalla presa ferrea del ragazzo, per poi cominciare a dimenarsi.

-sunghoon!- lo richiamò strattonando via la mano, massaggiandosi poi il polso. -che diamine ti prende?!

il corvino si voltò sbuffando, rimanendo in silenzio per qualche secondo a fissare jake in modo a dir poco raccapricciante.

-sono stufo dei guai che continui a portarmi, chiaro? ti avevo detto di comportarti come fossimo completi sconosciuti perché è questo quello che siamo ma non fai altro che portarmi casini!- affermò, col tono di voce più alto jake avesse mai sentito uscire dalle sue labbra.

e se ci pensava, quella era anche la frase più lunga gli avesse mai rivolto.

a tal reazione il moro rimase al quanto allibito, principalmente da quanto egoismo le parole di sunghoon emanavano.

-stai dicendo che tutto questo è colpa mia? come se io avessi mai voluto venire a vivere da uno sconosciuto che mi tratta come se non valessi nulla?!- rispose jake, sentendo le emozioni che aveva represso durante quelle settimane improvvisamente riaffiorare.

-se non avessi imposto tutte quelle inutili regole non saremmo qui in questo momento! tutti questi guai sono causati dalla tua ossessione col mantenere questa stupida convivenza segreta! quindi smettila di comportarti come se stessi rendendo la tua vita un inferno quando è il contario!- continuò dando finalmente voce alle sue frustrazioni, sentendo però gli occhi pungere.

-non importa a nessuno come ti senti tanto meno a me, perciò smettila di lamentarti e rendermi le cose difficili.- affermò secco sunghoon, nemmeno l'ombra di un emozione nelle sue parole.

jake rimase spiazzato di fronte il suo comportamento testardo, ma non sorpreso. sapeva avrebbe ricevuto una risposta del genere ma aveva comunque provato a dar voce ai suoi pensieri, nella speranza che forse il suo giudizio sul corvino era sbagliato. scopri purtroppo di avere ragione.

strinse tra i denti il labbro inferiore nel tentativo di fermare le lacrime di frustrazione a cui avrebbe dato libertà solo una volta rimasto solo, per poi protendere il braccio verso sunghoon.

-il mio telefono per favore.

il corvino tirò fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni per poi poggiarlo sulla sua mano e attendere che jake gli ridesse il suo.

e non appena lo fece, l'australiano girò i tacchi, incamminandosi nella direzione da cui sunghoon era venuto a passo svelto, sapendo però che anche una volta tornato in quella che doveva essere la sua nuova casa non avrebbe trovato nessun tipo di conforto.

__

davanti alle parole di jake, sunghoon si era quasi sentito in colpa. quasi.

quando era uscito a cercarlo, sapeva che avrebbe potuto usare il gps del suo stesso telefono per rintracciarlo, localizzandolo attraverso il telefono della madre, ma lo aveva chiamato lo stesso solo per sentirgli confermare che si era perso.

nel raggiungerlo si era così fatto prendere dal nervosismo dell'arrivo imminente di suo padre a casa che era stato brusco e ed aveva finito con l'urlargli addosso, non preoccupandosi minimamente di averlo offeso.

ma una volta sbottate le parole che lo silenziarono, giurò di aver visto i suoi occhi inumidirsi e fu lì che capì di aver esagerato.

avergli urlato che a nessuno importava dei suoi sentimenti lo aveva ferito tanto da essere visibile nei suoi occhi, e lì il corvino non seppe più come comportarsi.

dopo aver visto jake incamminarsi, lasciò uno sbuffo pesante passandosi una mano tra i capelli, frustrato dal suo stesso comportamento.

attese un po' prima di incamminarsi anche lui, immaginando, anzi, sapendo che la sua presenza avrebbe peggiorato lo stato d'animo di jake.

condividendo la stessa casa e la stessa camera, i momenti di privacy che avevano erano pochi, quindi preziosi. era anche questo uno dei motivi per la quale sunghoon non sopportava l'idea di aver qualcuno con cui condividere gli spazi.

lui era sempre stato solitario, poco interessato alla compagnia di altre persone, perciò si era sentito invaso all'arrivo di jake.

ma non si era mai fermato a pensare che probabilmente anche lui si fosse sentito a disagio nell'essere catapultato in mezzo a sconosciuti.

davvero era stato così cattivo nei suoi confronti?

che avesse effettivamente esagerato?

scosse il capo, cercando di cacciare via quei pensieri.

era tardi per avere ripensamenti, il guaio era stato fatto e sunghoon non aveva intenzione di tornare indietro e cambiare le cose, poiché ancora dell'idea di non voler avere nulla a che fare con jake.

avrebbe semplicemente continuato a comportarsi come se non esistesse, infondo dopo gli avvenimenti di oggi si era fatto odiare anche più del dovuto, quindi immaginò l'australiano si sarebbe comportato allo stesso modo d'ora in poi; ignorandolo del tutto.

sospirò cominciando a dirigersi verso casa, ignaro della presenza poco lontana da lui che da un po' ormai aveva avuto occasione di origliare la lite.







scrivere più di mille parole è difficile wtf

mixed up ; jakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora