Iniziamo la narrazione dei fatti, dall'inizio di tutto, un freddo pomeriggio di ottobre del 1890.
Ero da poco stato promosso a commissario del dipartimento di polizia di Nottingham. Quel giorno era come tutti, i miei uomini avevano arrestato un accolito di un culto chiamato, circolo di Selene, che farneticava dell'unione tra inferno e terra, lo abbiamo sbattuto in galera, stava per uccidere un uomo quello stronzo. Accesi un sigaro per rilassarmi ma quella nuova diavoleria del telefono cominciò a squillare, volevo prendere la cornetta e urlare ma mi trattenni, alzai la cornetta e risposi:" Polizia di Nottingham, parla il commissario Leon Spencer"
" Chiamo dall'ospedale, il dottor Thaler vuole parlarle assolutamente, è importante!"
" Sarò lì tra pochi minuti", abbassai la cornetta, presi un cavallo dalla scuderia nel commissariato e mi avviai verso l'ospedale. Le strade di Nottingham ero piene di vita, contro ogni aspettativa, la città è diventata un polo industriale, come ogni altra città in giro per l'Inghilterra, aveva attirato imprenditori e gente facoltosa, in cerca di fortuna, ma anche gente folle, come il circolo di Selene, nelle mio viaggio verso l'ospedale, un accolito vestito con una bizzarra veste e un cinturone con vistose placche di ottone e urlava:" CIECHI, l'inferno si sta fondendo con il nostro mondo, solo la Luna può salvarci, offriamo il nostro sangue a lei, ci salverà, siete solo degli sciocchi!", non volevo problemi, lo lasciai lì a farneticare. L'unica cosa che mi confortava da quella visione erano i pargoli della città che giocavano o i mercati in fermento, la cattedrale della città aperta ai fedeli. Ma nonostante questo specchio di felicità generale, la società di Nottingham è una polveriera pronta ad esplodere, da una parte ci sono i poveri, che vivono dei bassifondi, un covo inesauribile di criminali e associazioni a delinquere, che puntano le loro armi verso i nobili, che stanno lontani dal mondo, nei loro palazzi, aspettano la mossa dei poveri, li guardano con sufficienza, con il favore dello stato, poi ci sono i borghesi, che vanno dove possono trovare prestigio o guadagno, dai poveri per dimostrarsi dalla parte dei deboli, dai ricchi per avere denaro su denaro; basta una scintilla, una goccia e tutto potrebbe scoppiare, qui a Nottingham il nemico non è oltre il canale della Manica, abita nell'appartamento sopra il tuo o dall'altra parte della città. Dopo un po' raggiunsi l'ospedale, vi entrai, l'atrio era enorme, davanti all'entrata vi era un bancone per ricevere le persone, mi avvicinai nel breve percorso notai che era tutto nella norma, soliti corridoi frenetici, lamenti e urla, un'infermiera bella come il sole mi avvicinò, ella era opposta all'ambiente un po' malandato, un ambiente che provava a essere elegante, decorato con qualche quadro sporadico, qualche pianta smorta, le suore medicavano chi potevano e i preti si facevano dare indicazioni per le stanze dove c'erano persone in fin di vita. Mi aspettavo di essere accompagnato al piano superiore, dove opera il dottor Thaler, invece l'infermiera mi accompagnò nei sotterranei, dove la puzza di umido irrompeva nelle narici prepotente.
Mi divincolai tra attrezzi come seghe per le amputazioni, siringhe e bisturi, era orribile il sotterraneo, un tunnel quadrato sterile, alla fine di quella discesa nell'indecente vi era una porta, la aprì e trovai il dottor Thaler girato di spalle, di fronte a un tavolo per le autopsie, ad un tratto disse:" Signor Spencer, la aspettavo con ansia, ho una comunicazione urgente da dargli", si girò verso di me e si allontanò dal tavolo, dove vi era qualcosa di totalmente anormale: due conigli parzialmente divorati, piccoli morsi che però avevano ucciso quelle povere bestiole che non più parevano conigli, se non per la carcassa storpiata dai morsi, confuso gli dissi:" Dottore, il medico veterinario è dall'altra parte della ci-"
" Questi conigli si sono mangiati a vicenda", io rimasi impietrito di fronte a quelle piccole carcasse e dissi ancora più confuso:" Per quanto ne so io, i conigli sono erbivori", il dottore, come suo solito, mi interruppe:" Infatti è un atteggiamento anomalo, ho dissezionato le carcasse e c'erano i chiari segni di infezione, ho preso dei tessuti e li esposti a due topi, dopo poche ore si sono attaccati e il topo che ne uscito vincitore dallo scontro, ha divorato l'altro"
" Lei mi sta dicendo che c'è un microbo che rende gli animali cannibali?"
" Esatta, ma se fosse solo questo starei tranquillo e non l'avrei chiamata... un uomo è stato contagiato", un brivido mi attraversò il corpo, un presagio oscuro si addentrò nella mia mente, visioni orribili:" E cosa dovremmo fare?" e il dottore mi rispose preoccupato:" Dopo appena dieci minuti dal contagio, il paziente ha riscontrato segni come labbra viola, crescita anomala dei denti e collasso dell'iride, dopo un'ora dal contagio ha sviluppato aggressività e dopo due ore siamo stati costretti a legarlo a un letto e chiuderlo a chiave in una stanza"
"Dio mio, tutto questo è spaventoso, vuole che diramo un allerta?", lui mi interruppe e disse:" Ancora no, finché quella bestia rimane chiusa non accadrà niente", con molti dubbi per la testa gli dissi:" Va bene, posso vedere il paziente?", il dottore mi fece cenno con la testa e mi accompagnò sopra, i dubbi mi attanagliavano come un ammasso di serpenti che addenta una preda, se mai questo morbo si sarebbe diffuso, il panico si sarebbe sparso per tutta la città e poi per tutta l'Inghilterra, avrei voluto mandare una lettera alla regina ma sarei risultato paranoico, lasciai perdere, se dopo pochi giorni dall'assegnazione dell'incarico mi fossi fatto prendere dal panico mi avrebbero sollevato. "Oh no no no, non doveva succedere no!", il dottore si arrestò impietrito e terrorizzato, l'infermiera che poco prima mi aveva accolto all'ospedale era a terra, appoggiata dolorante al muro, con una grave ferita al braccio, perdeva molto sangue ma alzai lo sguardo e la porta era stata sfondata come colpita da una palla di cannone, la camera vuota era la visione peggiore in quel momento, Thaler mi disse di andare subito a cercare quell'uomo, mentre lui avrebbe provato a medicare l'infermiera. Corsi come un lampo nell'atrio tra le persone, che terrorizzate stavano ferme come statue, colonne contro cui urtavo incurante, un urlo di una donna si udì, arrivai nell'atrio ed eccolo il paziente, teneva tra le sue immonde braccia, una suora, la stava per addentare, come se fosse un lieto pasto, tutti osservavano inermi, e poi una delle mie tante pessime idee prese il sopravvento e dalla cima della scala urlai:" Belva, affrontami" e in quel silenzio, riempito solo dai gemiti della sua preda, si voltò lentamente, le sue ossa scrocchiarono come il crepitio di un fuoco, si girò del tutto e mi guardò fisso negli occhi, con quei suoi occhi marrone scuro, digrignò i denti, respirando rumorosamente, come una melodia di paura nel silenzio, un sospiro e il silenzio si ruppe, la belva urlò, gettò un pugno alla preda rompendogli il naso e si lanciò contro di me, il mio cuore accelerava ad ogni passo del mostro, presi della pistola dalla fondina, con le mani tremanti, presi la mira e sparai, lo sparo si udì forte in tutto l'ospedale, dietro il fumo della canna, il mostro perse l'equilibrio e cadde dalla scala, rotolando come un cadavere smorticcio, lasciando chiazze di sangue dietro di lui, gli ultimi echi dello sparo si esaurirono, ma il mostro si rialzò e corse fuori dall'ospedale a quattro zampe, come un animale. La fine era appena cominciata.
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Così cadde Nottingham
FantasyAccadde qualcosa a Nottingham nel 1890, in un freddo pomeriggio d'ottobre. Una forza oscura conquistò la città rendendola schiava del sangue, della morte e dall'odio, cupi mietitori vagano per le strade, dottori disperati di fronte ai pazienti incur...