Capitolo 6

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⚠️Tw ⚠️
-Morte
-Tentato suicidio
⚠️Fine Tw⚠️

Preparate i fazzoletti






















Caden Matthews.
Erano passati tre anni dalla sua morte e portavo ancora addosso le cicatrici di quel bruttissimo incidente.

Inizio flash-back 

Tre anni prima

"Caden non ho voglia di uscire davvero" replico per la milionesima volta la stessa cosa al mio migliore amico, non che fidanzato. "Love, sono sicuro che ci divertiremo tantissimo, ti porto nel tuo posto preferito, però un sorriso me lo fai sì?" mi rispose lui cercando di farmi sorridere. "Andiamo ai kart? Oddio ti amo grazie sei il migliore! Mi cambio e andiamo, 10 minuti e sono giù" dissi saltellando sul divano per poi correre velocemente al piano superiore, quasi rompendomi una caviglia. Una volta in camera presi dei pantaloncini e una t-shirt, mi cambiai al volo e mentre mi infilavo le scarpe cercai di farmi una treccia alla meglio. Non so come ma riuscì ad esser pronta in tempo e scesi altrettanto velocemente le scale, a tale scena il castano rise e si alzò dal divano passandomi il telefono che presi mettendolo in tasca, afferrai il solito zaino che ero solita ad utilizzare in queste occasioni, le chiavi di casa e uscì chiudendomi la porta alle spalle. Mamma e Papà erano al bar, mentre mio fratello era all'estero per un gran premio, entrammo subito in macchina e partimmo in direzione del kartodromo che fortunatamente distava solo 20 minuti da casa, il bello di vivere nella terra dei motori. 10 minuti dopo stavamo cantando le canzoni che passavano alla radio quando mi accorsi delle luci che ci stavano puntando e non frenavano così urlai a Caden di scansarsi e così fece ma ci ribaltammo più volte vista la velocità con cui stavamo proseguendo sul rettilineo. 

Le mie urla e quelle del ragazzo al mio fianco furono strazianti, o almeno questo è l'ultimo ricordo che ho prima di chiudere gli occhi, con la mano stretta in quella del mio ragazzo. Non so quanto tempo passò, se pochi minuti o delle ore, so solo che quando mi svegliai vidi tutto bianco per i primi minuti per poi realizzare di esser in una stanza d'ospedale. Mi guardai attorno in modo lento, perché sentivo la testa ancora girare, quando intravidi sulla sedia accanto al letto mia mamma che stava dormendo. Continuai a guardarmi attorno con la speranza di vedere il mio ragazzo, ma non lo trovai, cosa che mi fece salire solo il panico così decisi di svegliare mia mamma. "Mamma" iniziai scuotendola "Mamma sveglia, dov'è Caden? Sta bene vero?" dissi velocemente, mia mamma iniziò a piangere e chiamò un medico per farmi visitare, ma io continuavo a chiedere del mio ragazzo. Nessuno rispondeva, o se lo faceva sviava l'argomento. Mi venne spiegato cos'era successo, una donna aveva invaso la carreggiata opposta e aveva provocato l'incidente, che, da quanto avevo capito era stato più violento del previsto. La Mercedes sulla quale viaggiavamo si è ribaltata più volte per poi schiantarsi contro un albero, i vigili del fuoco ci avevano messo ore per estrarre i nostri corpi dall'abitacolo poiché il muso della macchia era completamente accartocciato. Un pezzo della carrozzeria mi si era conficcato nel ginocchio destro e la cintura di sicurezza per fortuna aveva evitato il peggio ma il forte impatto avuto con l'airbag mi aveva rotto alcune costole e il braccio sinistro. Solo dopo quel racconto, con le lacrime agli occhi chiesi per l'ultima volta dove fosse il mio ragazzo; lo sguardo del medico si rabbuiò e mia madre mi chiese se davvero volevo saperlo ora oppure la mattina seguente ma decisi di saperlo subito. Non lo avessi mai fatto.

"Signorina Antonelli, mi dispiace doverle dire che il signorino Matthews non è sopravvissuto all'incidente. Condoglianze." mi disse il medico prima di lasciare la stanza dell'ospedale. L'urlo disperato che feci mi lasciò quasi senza voce, piansi tutta la notte abbracciata a mia madre e così anche le settimane e i mesi successivi. Al funerale, decisi di spendere qualche parola per lui ma le lacrime presero il sopravvento e non riuscì a finire. I mesi successivi furono struggenti, non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto nemmeno per mangiare, continuavo a piangere e basta. Per fortuna i miei genitori parlarono con il preside della scuola che diede il permesso per farmi studiare da casa; verso Gennaio, ricordo che mio fratello entrò in camera mia e con tutta la delicatezza che non pensavo avesse mi aiutò a rimettermi un minimo in piedi per non perdere l'anno scolastico e grazie a lui ce la feci. 

Ma non è oro tutto quel che luccica. 

Un anno dopo l'incidente

La scuola era finita da oramai due mesi, i quali avevo passato chiusa in camera mia a piangere in continuazione divorata dai sensi di colpa. Sensi di colpa perché se Caden non mi avesse visto così triste quella sera, non mi avrebbe portato al kartodromo e non avremmo avuto quell'incidente e sarebbe ancora qui con me. E proprio in una delle solite sere in cui continuavo a piangere per la sua morte che decisi di raggiungerlo, presi il flacone di ansiolitici che mi era stato prescritto in ospedale e lo aprì come facevo solitamente ma invece di prendere le solite due pasticche ne mandai giù circa una ventina. Dopo di che mi sdraiai sul letto pronta a raggiungere l'amore della mia vita, ma qualcosa andò storto poiché mio fratello entrò pochi minuti dopo nella stanza e vedendomi stesa sul letto con il flacone stretto nella mano si allarmò. Da quello che mi è stato poi raccontato, mio fratello chiamò subito i miei genitori che stavano al piano inferiore e un ambulanza. A quanto pare l'arrivo repentino dell'ambulanza e di mio fratello hanno impedito al mio corpo di metabolizzare le pastiglie, dando così la possibilità ai medici di salvarmi la vita. Non che io lo volessi, sia chiaro. Dopo una settimana ricoverata in ospedale, svariate discussioni con i miei genitori e con i medici, decisi di intraprendere un percorso di terapia per superare il lutto dell'anno precedente. 

Fine flash-back 

Ad oggi, ascoltare i miei genitori fu la scelta migliore per la mia salute mentale. Nonostante i tre anni trascorsi ancora oggi sento la sua mancanza, ma penso sia normale visto il legame che ci legava l'uno all'altro. Vado spesso al cimitero a trovarlo, perché mi fa sentire più vicino a lui, sono abituata a starci un oretta circa per aggiornarlo sulla mia vita. Perché nonostante tutto, Caden Matthews rimarrà per sempre la persona più importante della mia vita insieme alla mia famiglia, niente e nessuno potrà mai prendere il suo posto nel mio cuore. 

"Sorellina tutto ok?" mi chiese Nicco vedendomi persa nei miei pensieri "Stavo pensando a tutto quello che è successo negli ultimi tre anni, sai ogni tanto mi manca" risposi io sospirando mentre guardavo il mare "Manca a tutti quanti" mi rispose lui semplicemente stringendomi a sé. Spesso Nicco diceva poco su quello che era successo, non perché non gli interessasse ma perché sapeva benissimo che nonostante le ore di terapia l'argomento "Caden Matthews" era ancora aperto. 



Spazio autrice

Finalmente abbiamo scoperto che cos'è successo alla nostra protagonista, ve lo aspettavate?

So che vi avevo detto di pazientare qualche settimana, ma almeno questo capitolo dovevo postarvelo. Spero che vi piaccia

Un bacio, Bea🦋

Un destino già scritto ||Lando Norris|| {IN PAUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora