𝐼 𝑀𝐼𝒦𝒜𝐸𝐿𝒮𝒪𝒩, 𝟤𝟢𝟢𝟫.

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"Non sempre tutto ciò che sembra è, dobbiamo imparare a lasciarci sorprendere..."

.Mary.

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Quando riaprii gli occhi, vidi all'inizio tutto sfuocato, i colori che riuscivo a malapena a distinguere, erano il marrone scuro e il nero.
Sbattei più volte le palpebre, e quando li riaprii, non riuscii a mettere ancora a fuoco.
Sentii un dolore lancinante ai polsi, come se qualcosa li stesse tirando verso sù, e la stessa sensazione, la provavo nelle nuca.
Richiusi gli occhi, e respirai profondamente.
Quando li riaprii, riuscii a mettere a fuoco.
Mi trovavo dentro una caverna, cercai di girarmi per vedere meglio, dato che l'unica cosa davanti ai miei occhi, era un grosso muro in pietra calcarea, ma i miei piedi sembravano fatti di cemento, guardai in giù, e vidi che erano attaccati fra di loro, ad una pesante pietra in marmo.
Alzai la testa, ma mi venne un forte capogiro, e la riabbassai.
Mi salì la nausea, e richiusi gli occhi.
Quando li riaprii, trovai lui, Klaus Mikaelson, che mi scrutava attentamente, con le braccia conserte e la posizione eretta.

<<Chi sei davvero?>>

<<Chi sei davvero?>>

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Sbuffai.

Sospirò.

<<Senti...>>

Si avvicinò, afferrandomi il collo tra le mani, e mi sollevò da terra, e quasi feci fatica a respirare.

<<O mi dici chi diavolo sei, o chi diavolo ti ha mandata, o ti giuro che...>>

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