𝒯𝑅𝐼𝒜𝒩𝒢𝒪𝐿𝒪 𝟣𝟪𝟨𝟦.

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I giorni passavano, e ancora non capivo perché mentre dormivo, avevo ripetutamente scritto il nome "Katherine", anche perché, non conoscevo nessuna persona che si chiamasse così.
Lasciai perdere, e con ciò, anche questa strana sensazione, che volteggiava sopra la bocca del mio stomaco, con le sue punte delle scarpette da ballo, e continuai a vivere la mia vita in tutta tranquillità.
Non vedevo Stefan, da quella passeggiata alla riva del fiume, fatta insieme ai nostri genitori, dove mi aveva fatto quella promessa, e mi mancava molto.
Volevo tanto scrivergli delle lettere, per sentirlo più vicino a me, ma non volevo disturbarlo, così decisi di non fare nulla, e di aspettare buona qui, che i due anni volassero, e che lui, per Natale, tornasse in città.
Ogni giorno, vedevo Damon, esattamente di pomeriggio verso le diciassette, quando ritornava a casa con suo padre, dopo una giornata di lavoro nella loro azienda.
Io a quell'ora, ritornavo a casa da scuola, e ci incontravamo sempre in strada, e ogni giorno, non perdeva tempo a dedicarmi qualche parola, del tipo come stavo, o come fosse andata la giornata.
Damon, era un bel ragazzo, ma io amavo Stefan.

Passò così anche un'altra settimana, e questo sabato, ci sarebbe stata la festa della città, che si sarebbe festeggiata nell'antico edificio in piazza, che nei giorni comuni, svolgeva le faccende burocratiche, in poche parole era il comune.
Soltanto le persone di alto rango, vi partecipavano, mentre le altre, festeggiavano per le strade della città, dove venivano allestite chilometriche bancarelle, dove veniva servito del buon vino caldo, e si mangiava la carne di cervo, tipica di quella festa.

Il sabato mattina, mi svegliai molto presto.
Scesi in cucina, e trovai i miei genitori già seduti a tavola, che stavano aspettando me per fare colazione.
Mio padre, teneva davanti il viso, il quotidiano, e lo leggeva molto attentamente, mentre mia madre, teneva lo sguardo fisso in un punto indefinito della tavola, chissà a cosa stava pensando.
Entrai in cucina, e diedi loro il buongiorno.

<<Buongiorno!!>>

Dissi allegramente.
Alzarono entrambi lo sguardo, e mi osservarono, sorridendo.

<<Buongiorno piccola!>>

Esclamò mio padre, per poi riportare il giornale, dove era prima.
Mia madre mi osservò , alzando un sopracciglio.

<<Buongiorno...>>

Presi posto, e ci guardammo negli occhi.
Arrivarono i due maggiordomi, che aprirono le cloche presenti sul tavolo, e il tavolo, si riempì di delizie, come uova sbattute, pane fresco, bacon fritto, frutta, latte, caffè, the...
Papà, posò finalmente il giornale da parte, e iniziò a mangiare.
Si gettò sulle uova fritte, unendole al bacon, e mia madre, lo sgridò con lo sguardo, dato che il mio vecchio, soffriva di colesterolo alto, ma lui la ignorò, e fiero iniziò a gustarsi la sua colazione.
Mamma, optò per un pezzo di pane, e ci spalmò sopra della marmellata di fragole, le sue preferite, ma a cui io ero allergica, ed una tazza di the.
Io invece, afferrai un croissant vuoto, e riempii la mia tazza con un po' di latte freddo e caffè.

<<Piccola, che succede? Come mai non mangi?>>

Disse mio padre, preoccupato.

Risi, e lo guardai, e notai che il suo mento era sporco, di uova.

<<Papà, ma sto mangiando...>>

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