XIII.

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Harry era davvero stravolto. Il turno al Ministero era stato molto estenuante (mai possibile che c'erano così tanti casi su cui lavorare ora che la guerra era finita?) e l'aver donato un litro di sangue al San Mungo non l'aveva di certo fatto sentire più forte. Quando girò le chiavi nella serratura della porta, Harry pensò che avrebbe voluto fare solo una cosa: dormire. Oh, sì, dormire: avrebbe voluto chiudere gli occhi, riposare e cessare di esistere per almeno quattro o cinque ore. E l'avrebbe fatto, se non avesse beccato Scorpius in cucina.

- Buongiorno signor Potter. -

- Harry, - lo corresse lui trattenendo uno sbadiglio.

- Buongiorno Harry, - ripeté Scorpius. - Sembri stanco. -

- Beh, sì, è stata una nottata pesante. Come mai sei già sveglio? -

- Preparo la colazione per papà... -

Harry sorrise intenerito. L'appetito di Draco era drasticamente calato, ma Harry sperò che il gesto di Scorpius non passasse inosservato.

- Senti, Harry... posso... posso farti una domanda? - chiese il ragazzo mordendosi un labbro per l'imbarazzo.

Harry voleva davvero andare a dormire. - Sì, dimmi. -

Scorpius girò le nuova nella padella per farle cuocere bene e sospirò. - È colpa mia se papà sta male? -

- Cosa? - domandò Harry ad occhi sgranati. - Oh, Scorpius, no! Assolutamente no, perché dici così? -

- Per quello che è successo l'altra sera a cena... quando eravamo all'hotel... -

L'uomo ci rimuginò su, cercando di ricordare il momento specifico, e poi scrollò le spalle. - Non mi pare tu abbia fatto qualcosa... -

- Io gli ho detto di me e James... - bisbigliò Scorpius. Era in evidente imbarazzo e le sue guance divennero rosse. - E poi lui è stato male... -

- Oh, no, no, no, Scorpius, no! - Harry scosse ripetutamente la testa. Si sistemò gli occhiali e, dopo aver passato la mano tra i capelli, riprese a parlargli. - Tuo padre stava male già molto prima. O meglio, io mi ero accorto che qualcosa non andava da prima che voi due tornaste qui per le vacanze. -

Scorpius sembrò scettico, ma continuò ad ascoltarlo senza interromperlo.

- Non è voluto andare al San Mungo nonostante le mie pressioni, sai quanto tuo padre può essere molto testardo quando ci si mette. Ha detto che era solo un mal di testa da stress, anche se alcune cose continuavano ad accadere quando era nei suoi giorni di riposo. Io non potevo portarlo in ospedale con la forza, quindi mi sono limitato ad assisterlo come potevo. -

Harry si versò un bicchiere d'acqua. Voleva davvero dormire. - Insomma, la malattia di tuo è padre si chiama Morbo di Bennett. Ed è una malattia seria, non è un infarto, non è qualcosa che ti viene perché scopri che che tuo figlio è gay e se la fa col figlio del tuo compagno. -

Scorpius sorrise nel notare la somiglianza davvero assurda, ma tenera, tra James e suo padre.

- Certo... se tu fossi stato soltanto gay e ti fossi messo con un Babbano sarebbe stato meglio di frequentare un Potter, - rise Harry, - ma, insomma... alla luce di alcuni, ehm, recenti avvenimenti, Draco non può certo contestare la tua scelta. -

Il giovane Malfoy annuì piano e sembrò rilassarsi leggermente. - Ne sei davvero sicuro? -

- Sì, sicuro. -

- Va bene, - rispose Scorpius. - Cos'è quel cerotto sul braccio? -

- Oh, sono stato al San Mungo, - rispose Harry.

Stai lontano dai PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora