I.

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La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
Non che Scorpius dovesse proprio "fare attenzione" a stare alla larga dai Potter, dato che la stragrande maggioranza degli studenti faceva a gara pur di non sedersi vicino a lui, ma niente, per quanto lui potesse rispondere "non ci ho proprio nulla a che fare" suo padre continuava a ripeterlo.
Il giovane Malfoy aveva capito che era inutile tentare di spiegarsi, allora ogni volta annuiva mesto e diceva "sì papà". A quel punto Draco gli sorrideva, gli faceva una carezza sulla testa e lo lasciava salire sull'Hogwarts Express.

Scorpius stava sistemando alcune cose che si era portato da casa dopo le vacanze natalizie e rimuginava sul discorso del padre. Perché premurarsi tanto di non avere a che fare coi Potter? Non riusciva a spiegarselo.

Erano pochi i Serpeverde rimasti a scuola per le vacanze di Natale e, per fortuna, quelli che lo avevano fatto non condividevano la stanza con lui: poteva godersi la sua amata solitudine. Si sedette sul letto e arricciò le labbra pensieroso.

I Potter-Weasley avrebbero potuto essere comparati al 50% degli studenti di magia presenti nella scuola. Erano rumorosi e chiassosi, sempre al centro dell'attenzione e, sebbene finissero in punizione un paio di volte a settimana, non avevano l'aria di cattive persone... Anzi, sembravano spassarsela proprio un sacco! Avevano a disposizione i giochi de "I Tiri Vispi Weasley" prima che finissero sul mercato, ridevano, si prendevano in giro e sembrava sempre che fossero a una di quelle feste di famiglia alle quali lui non aveva mai preso parte.
La maggior parte di loro era finita in Grifondoro, mossa prevedibile del Cappello Parlante, mentre due dei figli del Salvatore del Mondo Magico erano finiti in Serpeverde. Lui, così come aveva promesso al padre, non ci aveva avuto molto a che fare: ogni tanto aveva scambiato con Albus qualche appunto sulle lezioni di Pozioni e una volta sola avevano spettegolato in Sala Comune sulla Strillettera che aveva ricevuto una ragazza del primo anno di Tassorosso. Con Lily, invece, non aveva mai avuto occasione di confrontarsi. Aveva seguito il consiglio di suo padre: era stato alla larga dai Potter. Eppure, era sicuro di aver visto l'Auror Harry Potter, il suo eroe, al funerale di sua madre l'estate appena trascorsa. Il signor Potter si era avvicinato a suo padre, gli aveva messo una mano sulla spalla e aveva lasciato dei fiori bianchi accanto alla lapide di Astoria Greengrass. Era l'unico a dover stare alla larga dai Potter? Cosa avevano da non poterli avvicinare?
Harry Potter era l'eroe del Mondo Magico, ma anche il mago che Scorpius ammirava di più nell'universo. Aveva studiato le sue gesta dai libri di Storia della Magia, aveva seguito tutte le sue interviste, si era interessato a ogni caso che l'Auror aveva risolto: Scorpius adorava Harry Potter e avrebbe tanto voluto conoscerlo di persona, parlarci per davvero, non come faceva con la figurina che era uscita dalle Cioccorane e che custodiva gelosamente di nascosto. La famiglia Potter appariva davvero impeccabile. Lily sembrava una ragazza molto gentile, Albus era uno degli studenti più talentuosi del suo anno e James... Scorpius sospirò e si stese sul letto a pancia all'aria. James era il più figo della scuola.
Era bello, intelligente, divertente, pieno di risorse... Certo, aveva una tempra ribelle che lo faceva finire nei guai almeno una volta al giorno, ma era davvero magnifico.
Ogni mattina, quando lo vedeva entrare in Sala Grande per la colazione e i suoi amici e parenti lo accoglievano con baci e abbracci, avrebbe voluto davvero avvicinarsi a lui, presentarsi, chiacchierare, cercare una scusa qualsiasi e farsi notare. Arrossì al solo pensiero e immaginò scene in cui James lo salutava, gli chiedeva di allenarsi a Quidditch, lo aiutava a cavalcare la scopa abbracciandolo per le spalle... Uno sguardo complice, i loro visi sempre più vicini e...

Stai lontano dai PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora