Fly me to the moon-

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Il piccolo disco di vinile nero ondeggiava ad un ritmo ipnotico, l'etichetta verde e gialla si era confusa in una vorticante spirale.

Calò la puntina e la voce flautata di Kaye Ballard invase il camerino.

'It's a lazy afternoon

and the beetle bugs are zoomin'

and the tulip trees are bloomin'

and there's no another human in view,

but us two.'

Aspirò una boccata di fumo e si diresse alla toletta, le luci che circondavano lo specchio brillavano con un'intensità abbagliante.

Piccoli soli puntati su di lei.

La donna che la guardava con un sorriso maliziosamente divertito, chiusa in quel rettangolo di vetro, era una stella. L'astro che illuminava le notti newyorkesi dal palco del 'Purple Cloud', col lucido microfono argentato più vicino alla bocca di quanto lo sarebbero mai state le labbra degli uomini che la adoravano dalla platea, seduti nel buio dove meritavano di stare.

«Ah, ti saresti meritata Broadway, Amanda.»

Sorrise e sfiorò la fredda superficie dello specchio in una delicata carezza, con la punta delle dita ricalcò le labbra vermiglie della donna che la guardava con quell'aria furbesca, il trucco pesante allungava gli occhi scuri in due mandorle imperscrutabili.

Avvicinò il viso, le labbra sfiorarono quelle di Amanda, le premette contro lo specchio. La traccia del rossetto si stampò sulla superficie.

Sarebbe stato bellissimo poter estrarre quella donna da quella lucida prigione.

Trasse un'altra boccata di fumo e lo rilasciò in una lenta nube, le volute avvolsero la figura come una misteriosa nebbia.

Afferrò la parrucca di lunghi capelli neri poggiata sulla testa accanto al mobile, quella sera era un'acconciatura cinese, tra le ciocche intrecciate e raccolte erano conficcati lunghi spilloni dorati, i cui pendenti tintinnarono al ritmo dei suoi movimenti.

Raccolse i capelli biondi all'interno della retina e sistemò la parrucca, con la matita nera tracciò il piccolo neo sopra il labbro che era il suo marchio di fabbrica.

«E' stato bello essere te, Amanda.» sospirò e si allontanò, la sua sigaretta si stava consumando da sola, abbandonata nel posacenere di vetro.

Era già tutto pronto per l'uscita di scena di Amanda Goodwin.

Quella notte i riflettori del 'Purple Cloud' si sarebbero spenti.

Rise. Un brivido di eccitazione le provocò un tremito che la scosse dalle punte dei piedi fino a quelle dei capelli.

Aprì l'armadio, il contenuto era completamente sottosopra. Alcuni di quegli abiti le sarebbero mancati, ma ne avrebbe acquistati di migliori. Sorrise e chiuse le ante.Le lancette dell'orologio da parete segnavano le otto e mezza, Tony sarebbe arrivato di lì a poco.

Pulì la traccia del bacio e sistemò un'altra sigaretta nel bocchino di corno, sedette davanti allo specchio e prese a sistemare il trucco, le lancette scattavano sul quadrante alle sue spalle, il ticchettio coperto dalla voce di Kaye.

Un trambusto risuonò lungo la tromba delle scale, fuori dal camerino. Si alzò di scatto e girò il 45 giri.

Se ne era quasi scordata: 'Lazy Afternoon' solo se avesse avuto ospiti.

Fly me to the moon - V. Day contestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora