Love in Paris

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Museo del Louvre, Parigi.
Primo pomeriggio.

Tap. Tap. Tap. Rumore di passi.

- Se vi avvicinate, potete vedere che L...- una voce.

- Oh, si! Io la trovo assolutamente meravig...- due voci.

Voci di tre, dieci, cinquanta persone. Un critico d'arte, un visitatore solitario, un'artista impegnato ad ammirare la Gioconda e qualche guida qua e là seguita da gruppi di gente organizzati, intenta a spiegare la storia di qualcosa, in giro per le sale di questo posto incredibilmente bello. Una, cinque, tredici e chi più ne ha più ne metta. Il Louvre, si sa, non è certo un posto piccolo! Enormi saloni riccamente decorati fanno da sfondo alle più incredibili opere d'arte del mondo. In tutto ciò, questi spazi sono gremiti di gente di ogni tipo, ognuno con un'andatura unica, intenta a produrre milioni di passi e un mormorio continuo al quale si uniscono voci su voci su passi e altre voci.

Tap. Tap.

- Osservate il gioco di colori che... - c'era un brusio.

Tap. Un brusio che cresceva sempre di più.

Tap. Tap.

Ragazzi! Rimanete in fila, per piacere - Ecco un'insegnante con i suoi ragazzi. Anche loro venuti per studiare e ammirare le bellezze raccolte in questo museo.

Tap. Tap. Ancora tap.

Uno scalpiccio continuo che si mescolava al mormorio e ai passi della gente e, inevitabilmente, ai miei.

"Ebbene, si! Vostro onore lo ammetto. Sono qui come tutti loro per bearmi della vista di tali ricchezze. Ah! Non è certo colpa mia, Vostro onore! Avrei solo voluto passare un pomeriggio tranquillo ma queste persone lo impediscono!" Lily rise amaramente di sé stessa per quel ridicolo monologo avvenuto nella sua testa.

- Questo artista era considerato il migliore dei suoi tempi e... - un'altra persona, un'altra voce.

- Scusi? Permesso – Evitando di essere colpita da un tipo di fretta, si fece da parte.

<<Che fretta si può avere dentro un museo? TOC! TOC! TOC! Hey, tu! Pssssst. Si, tu lì seduto a fissare lo schermo con quella faccia da chi non ha capito nulla. Guarda che parlo con te! Ciao, sono qui ah, ah, ah. Se te lo stai chiedendo - sono sicura di no – non sono matta. Mi chiamo Lily e sono solo una ragazza come tante, con sogni nel cassetto, tanti amici che mi vogliono bene e... No. Alt! Non è vero nulla. Non sono per niente lo stereotipo della ragazza perfettina, anzi, sono proprio l'opposto. Lo vedi quel bellissimo cielo colorato pieno di sfumature di ogni tipo, il bel praticello verde e le farfalline sotto di esso? Ecco! Io sono quella lì, dietro di te. Quella brutta radura arida e selvaggia, con la terra spaccata, le balle volanti di erba mobile e il cielo ricoperto di nuvoloni. Oh, sì. Quella sono io. La ragazza che se ne sta sulle sue, con le mani nelle tasche e le cuffie nelle orecchie per evitare qualsiasi forma di dialogo con qualsiasi forma di vita. Si, proprio quella che sembra un'enorme macchia nera su un disegno bellissimo, quella che odia qualsiasi cosa si muove e respira. Hey, è tutto ok, tu mi piaci e dato che mi piaci ti racconterò come è cominciata questa storia. Occhio! È uno spoiler.>>

Quella mattina decise che sarebbe andata al Louvre una volta per tutte. C'erano mille cose che avrebbe potuto fare quell'ultimo giorno a Parigi ma sarebbe stata quella. Desiderava vedere a tutti i costi Amore e Psiche di Canova e << s-scusa? Ecco, sì. Sono io. Hai presente quella statua dei due amanti? Quella con l'uomo alato che stringe a sé la bella figlia di un dio. Ecco, quella. Riprendiamo pure>> non avrebbe potuto perdere un'occasione del genere. Fece il biglietto, andò al Louvre decisa a girare ogni sala, ogni angolo, ogni corridoio.

Fly me to the moon - V. Day contestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora