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26 Agosto 1998

~DRACO~

Come ogni singola estate o vacanza mi ritrovavo a camminare tra i lugubri corridoi di Villa Malfoy. Odiavo quel posto, odioavo quello che ero: un Mangiamorte.
La guerra era finita, eppure non riuscivo a darmi pace per quello che quelli come me avevano fatto. Non avevo mai voluto uccidere, soprattutto le persone che conoscevo da sette anni ormai, anche se in fondo non ero amico di nessuno.
Non avevo mai voluto nulla di tutto quello dalla mia vita, ma perché l'ho dovuto subire allora? Per portare alto il nome della mia famiglia e fare risorgere il signore oscuro.
Mio padre era finito ad Azkaban in quanto grande sostenitore e fidato Mangiamorte di Lord Voldemort. Io ero stato risparmiato per qualche strano motivo a me del tutto ignoto e con me anche mia madre che da quel giorno era con me al Manor di famiglia.
Nonostante tutto ciò che era accaduto la preside fu anche in grado di spedirmi una lettera in cui mi si proponeva il ritorno ad Hogwarts per il settimo anno. Una parte di me avrebbe voluto ignorare del tutto la cosa, evitare di dover camminare davanti a tutti ed essere osservato male, il pensiero che mi avrebbero temuto perché anche io ero come gli altri. Ma d'altra parte il desiderio di terminare la scuola era forte. Io non ero mai voluto essere ciò che mio padre mi imponeva e forse quello era il modo migliore per farlo capire anche agli altri, far capire che Draco Lucius Malfoy era stato sempre dalla parte dei buoni, era solo stato cresciuto e costretto a seguire ideali sbagliati e che poi si era reso conto che tutto  era sbagliato. In fondo il perdono non era una delle virtù che possedevano tutti gli altri?
Fu così che decisi, proprio all'ultimo, di tornare, lo desideravo davvero e per una volta nella mia vita volli fare qualcosa di mia iniziativa senza che fosse stato qualcun altro ad imporlo, per quanto difficile sarebbe stato.

~HOPE~

Osservai ancora una volta la mia nuova camera. Ci eravamo appena trasferiti e mio padre era già a lavoro. Mi ritrovavo quindi da sola, in una casa che non mi era familiare, in una città a me sconosciuta. L'unico aspetto positivo era che di lì a breve avrei rivisto la mia amica Hermione, almeno qualcosa di conosciuto in tutto quello che avevo intorno.
Avevo già sistemato tutta la stanza con l'aiuto della magia. Certo faceva strano abituarsi ai nuovi mobili, non mi sentivo ancora del tutto a casa, ma papà fece di tutto per farmi stare a mio agio. Al centro della camera c'era un'enorme finestra con un piccolo divanetto ad incasso sotto, delle lunghe e setose tende semitrasparenti bianche partivano dal soffitto fino ad arrivare a terra morbide. Il letto si trovava nella parete a sinistra della finestra, era enorme, con la struttura in legno bianco e con l'aggiunta di tanti cuscini e coperte sui toni del bianco e del rosa, era diventato davvero un angolo confortevole. Nell'angolo opposto della camera, alla destra della finestra, si trovava una poltrona pensile in vimini bianca, appesa al soffitto e al di sotto di essa un morbido tappeto color panna rendeva l'atmosfera quasi incantata. Di fianco ad essa una piccola libreria del medesimo colore della poltrona era colma di libri e fotografie di famiglia. Infine, lì a fianco, si trovava una piccola scrivania bianca adornata di fotografie, piccole piantine e oggetti decorativi e di fianco un enorme armadio a muro, anch'esso bianco. Sulla parete della porta mio padre aveva appeso altre foto e posizionato un appendiabiti. Mi piaceva e anche molto la mia nuova camera, ma ancora facevo fatica a sentirmi a casa. Mi avvicinai ad un'anta dell'armadio e presi una gonna che mi arrivava al ginocchio, colore rosso bordeaux e una maglietta in cotone semplice, nera. Indossai i mocassini, presi una giacchetta di pelle e il mio classico cappello alla francese. Anche se ci trovavamo ancora ad agosto, ero abituata a temperature un po' più alte e inoltre settembre era alle porte perciò anche l'arietta fresca iniziò a farsi sentire.
Uscii di casa quasi correndo, in direzione della stazione di King's cross, luogo di incontro stabilito da Hermione.
Quasi perdendomi riuscii finalmente a vedere l'imponente struttura da lontano perciò aumentai il passo finché non mi trovai lì davanti. Un dubbio mi assalì in quel preciso momento: come l'avrei trovata in mezzo a tutta quella gente?
Come se mi avesse letto nella mente mentre mi guardavo intorno la vidi in lontananza che mi stava raggiungendo.

Le retour des ténèbres Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora