Harmonia decide di parlare con Lachesi, colei che sembrava più propensa a rivelarle informazioni riguardo le sue discendenze. È corsa verso la piccola stanza vicino al bagno, dove le tre sorelle si ritirano per riposare. Rimane con la mano sospesa in aria, dubbiosa se disturbare le tre zie, sempre così impegnate.
«Cosa vuoi fare?» la voce di Lachesi alle sue spalle la spaventa, facendola voltare con velocità. I loro occhi si uniscono, la sorpresa di Harmonia contro la durezza di Lachesi.
«Volevo parlarti.» Lachesi incrocia le braccia e alza le sopracciglia, sorpresa.
«Addirittura, con che audacia.» la squadra un paio di volte. «Perché mai?»
«Volevo chiederti qualcosa riguardo il mio percorso, riguardo le mie discendenze.»
«Le tue discendenze? Mi hai presa per una segretaria?»
«Oh, no, non mi permetterei mai.» si affretta la ragazza.
«Vuoi sapere chi sono i tuoi genitori, non è così?» Harmonia annuisce piano. «Apollo e Afrodite.» sospira stanca di ripetere quei nomi. Harmonia rimane impassibile, sorpresa.
«Apollo e Afrodite sono i miei genitori.» sussurra sottovoce, lo sguardo sulle dita sottili. Identiche a quelle di Afrodite, aveva pensato più volte Lachesi. Le si avvicina piano.
«Ti aiuterò a superare le prove, proverò a intercettare tra te e chi ti farà le lezioni.» Harmonia la guarda muta. «Hai per caso perso la lingua?» la ragazza sbatte le palpebre.
«Oh, no, ti ringrazio.» mostra un sorriso imbarazzato alla smorfia infastidita di Lachesi.
«Questa è l'unica cosa che farò per te, non farmene pentire.» lancia uno sguardo verso la porta dov'era davanti prima la ragazza. «Non ti avvicinare mai più a quella porta, capito?»
«Certo.» la parola esce flebile, la ragazza scompare verso la sua camera da letto con fretta, mettendo molta distanza tra loro.
«Buongiorno tesoro, oggi avrai la tua prima lezione con Chirone. Sei emozionata?» dice Chloto mentre le posa una ciotola di cereali con del latte al cioccolato. Harmonia posa lo sguardo su di essa, sentendo lo stomaco chiudersi poco a poco.
«Un po'.» sorride tirata. «Non ho molta fame…» attacca la schiena allo schienale della sedia, lo sguardo basso.
«Lasciateci sole.» esordisce Lachesi ottenendo sguardi dubbiosi dalle sorelle. «Non la uccido, tranquille.» sospira annoiata vedendo poi le sorelle uscire ancora un po' scettiche. «Non ti conviene andare da Chirone a stomaco vuoto.» si siede di fronte a lei.
«Non penso di essere pronta.» sussurra piano.
«Cosa te lo fa pensare?» Harmonia alza le spalle con velocità.
«Non so come si diventa una dea.»
«Nessuno lo sa.» Harmonia alza di scatto la testa guardando Lachesi negli occhi. «Non pensare che ti stia dicendo parole di conforto, è la verità. Nessuno impara a diventare una dea, lo si è e basta.»
«Quindi perché io devo imparare?»
«Perché quando Zeus ti ha inviato sulla terra ha tolto dalla tua aura la parte necessaria per identificarti come tale.»
«Perché l'ha fatto?»
«Senti, non lo so e se lo sapessi non sarei tenuta a dirtelo.» la guarda negli occhi, gli stessi di Apollo. «Ti accompagnerò io da Chirone. Mangia qualcosa, ti serviranno energie.» si alza uscendo dalla stanza con il rumore del cucchiaio che va a contatto con la ciotola di ceramica.
«Di che cosa avete parlato? Ha ricominciato a mangiare.» si avvicina Atropo.
«Le ho solo detto che con Chirone le sarebbero servite molte energie.» alza le spalle con indifferenza.
L'aria era diventata quasi afosa e pesante, ma la brezza tenta di rinfrescare tramite le foglie degli alberi. Il bosco è silenzioso, nessuno nei paraggi; poco più lontano un uomo vicino ad un ciliegio attende sotto l'ombra. Harmonia tenta di stare a passo con Lachesi, ma le diventa difficile appena la dea affretta il passo.
«Aspettami.» cerca di farsi sentire, non ottenendo risposta.
«Lachesi, dovresti essere più clemente con la ragazza.» da dietro l'albero si mostra completamente l'uomo: il busto robusto e muscoloso è unito da dei peli diradati che si fondono con il manto nero della parte equina. Harmonia rimane immobile a fissare il punto in cui la pelle umana si fonde con la peluria animalesca.
«Chirone...» il centauro non la fa finire.
«Non inventare scuse, so il tuo disprezzo per la divinità in generale. Tuttavia sai che non accetto questi atteggiamenti.» Lachesi sospira.
«Ti chiedo scusa.» Chirone sorride. «Penso che tu conosca Harmonia.»
«Solo tramite storie, non ho mai avuto il piacere di fare la sua conoscenza.» si inginocchia verso la ragazza. «Maestro Chirone, lieto di conoscervi.» la ragazza allunga la mano che viene presa dal centauro.
«Harmonia Callaro.» sorride lieve, gli occhi nocciola circondati dalle rughe di lui che si fondono con gli occhi limpidi ed enormi di lei.
«Hai tenuto il cognome mortale, ti fa onore.»
«Non è una dea, deve tenerlo.» sentenzia Lachesi, le braccia incrociate.
«Sai quanto me che potrebbe disfarsene da un momento all'altro.»
«Davvero?» esprime sorpresa la ragazza.
«Certo, hai una parentela divina, ne hai diritto.»
«Sulla terra si necessita di un cognome, fino a quando non sarà del tutto accettata le rimarrà. Discussione finita.» si gira verso Harmonia. «Torno a casa, ti lascio con Chirone.» Harmonia la ferma prendendole un braccio.
«Come faccio poi a tornare? Non vieni ad aiutarmi?» Lachesi rimane a guardare per un momento la mano soffice della ragazza sul suo braccio, sospira tesa e unisce i loro sguardi.
«Verrà Atropo a prenderti.»
«Io voglio che venga tu.» mormora mantenendo il confronto visivo. Lachesi serra la mascella, lo sguardo duro.
«Non sono a disposizione di nessuno.» la mano di Harmonia scivola via dal suo braccio, Lachesi lancia uno sguardo a Chirone per poi andare via verso l'entrata del bosco. I pugni lungo i fianchi, la morsa allo stomaco, l'aria che fa fatica a passare attraverso ai suoi polmoni.
«Non preoccuparti cara, Lachesi sembra dura, ma è una donna benevola.» esordisce Chirone avendo l'attenzione di Harmonia su di sé. La ragazza annuisce tesa.
«Si è sempre comportata in questa maniera nei miei confronti. Molte delle sue risposte non fanno quasi più male come prima.»
«Lasciamo le preoccupazioni fuori dalle nostre ore, preferisco che le mie lezioni vengano prese con il massimo della concentrazione.» Harmonia annuisce. «Quanto conosci la natura?» le domanda curioso ottenendo un sorriso imbarazzato.
Atropo si fa strada lungo il sentiero poco illuminato del bosco, solo alcuni raggi del tramonto a colpire le foglie. Vede Harmonia seduta a mangiare un frutto con la schiena contro un tronco e Chirone accovacciato di fronte a lei.
«Ricordati di come possono essere pericolosi frutti innocui.» spiega la voce roca di Chirone.
«Come può essere pericolosa una fragola?» chiede confusa la ragazza.
«Mai fidarsi della delicatezza primaria, le spine sono nel loro interno, nel profondo, in attesa di un momento di distrazione per affondare il proprio veleno.» l'espressione seria provoca brividi in Harmonia, la quale sobbalza al suono della voce della zia.
«Harmonia, è ora di andare.» sorride Atropo. Un senso di tristezza si espande nel petto di Harmonia.
«Sì, arrivo zia.» si alza, passa le mani sul retro delle cosce per togliere il lieve strato di polvere che vi si era depositato. «Grazie maestro, non vedo l'ora che arrivi la prossima lezione.» gli sorride sinceramente grata.
«Onorato di averti come allieva.» le sorride, si gira verso Atropo per un secondo, posando di nuovo lo sguardo su Harmonia. «Non demordere, molto presto sarà Lachesi stessa a venirti a prendere.» Harmonia annuisce.
«Si vedrà.» sorride andando verso Atropo.
«Si è conclusa al meglio la lezione?» chiede appena giungono all'inizio del bosco.
«La miglior lezione a cui io abbia mai preso parte.» sorride felice. Il silenzio ritorna ad avvolgerle, i loro passi che strisciano sul terreno secco. «Lachesi è a casa?» chiede fingendo disinteresse.
«Sì, perché me lo chiedi?»
«Così quando torniamo a casa racconto a tutt'e tre la lezione di oggi.» la guarda con un piccolo sorriso. «Voglio rendervi partecipi di tutto.»
In casa Clotho era impegnata nella creazione di un dolce, mentre Lachesi sfoglia la rivista di gossip "The Divine Secrets".
«Clotho, Hades e Persefone hanno dei conflitti nella loro relazione. Se sei abbastanza fortunata potresti avere una possibilità con quello stoccafisso.» ridacchia Lachesi ottenendo un sospiro infastidito.
«Che simpatica.» mormora pesando la farina.
«Siamo tornate.» annuncia Atropo, le altre due sorelle le rivolgono uno sguardo: Clotho sorride guardando Harmonia, Lachesi ritorna a guardare la rivista.
«Com'è andata la lezione?» chiede curiosa Clotho. Harmonia si siede davanti a Clotho.
«Molto bene, ho imparato molte cose.» si tortura le dita; si gira verso Lachesi. «Cosa leggi?» le domanda ignorando le altre due zie. Clotho e Atropo si guardano tese.
«Gossip.» le lascia uno sguardo veloce. «Quali tipi di cose hai imparato?» Harmonia si mette dritta con la schiena e un sorriso si dipinge sulle sue labbra. Il fatto che Lachesi si sia interessata le porta un senso di felicità improvvisa.
«Delle curiosità sulla natura, la vegetazione e come tutto possa diventare pericoloso.» Lachesi posa la rivista e le rivolge la totale attenzione.
«Scommetto che ti ha parlato di quanto, anche le fragole, possono essere letali.» incrocia le braccia. Harmonia annuisce.
«Mi ha fatto riflettere molto.» gli occhi di Harmonia non vogliono lasciare il volto di Lachesi.
«Gli insegnamenti di Chirone sono più veri di quanto si possa pensare non dimenticarlo mai.» Lachesi rompe quel contatto, afferra di nuovo la rivista e pone fine al suo ruolo in quella conversazione.
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Il lampo della Folgore. Nettare degli dei (Vol. 1)
Ficción históricaPerché mai una vita dovrebbe essere più importante delle altre? Semplicemente per la sua divina discendenza, anche se la sua ascesa non avverrà con tanta facilità: l'Olimpo, tanto bramato dai poeti, è terreno di astio alla saputa di questa nuova asp...