Capitolo 9

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Un rumore fastidioso aveva disturbato il sonno di Lachesi. Si alza dal letto, l'aria afosa di fine estate era ancora presente nel piccolo appartamento. I piedi scalzi vanno contro il pavimento freddo, provocando un suono sordo nel silenzio della notte. La porta di Harmonia era socchiusa, una luce flebile scaturire dalla stanza, seguita dalla voce sussurrata della ragazza. Lachesi si avvicina, origliando.
«È il picchio rosso.» sussurra Harmonia.
«Esatto.» si complimenta il bisbiglio di Hermes. Lachesi corruga la fronte. Cosa ci fa Hermes qui?
«Prima la fermentazione o l'aggiunta di miele?» chiede Dioniso.
«Il miele, migliora il sapore durante la fermentazione.» esprime di getto, senza nemmeno rifletterci sopra. Lachesi è ancora più confusa. Anche Dioniso?
«Sei davvero brava, ti sei impegnata.» la elogia il dio del vino.
«Grazie di aiutarmi con questo ripasso.» esprime con gioia ad entrambi.
«Io ho accettato perché mi piace il pericolo. Se Lachesi ci scoprisse, moriremmo in pochi secondi.» dice Hermes con una voce tenebrosa. Dioniso lo guarda serio.
«Non scherzare con il fuoco. Lachesi ha orecchie ovunque.» la donna sorride divertita nel sentire quelle parole, consapevole che Dioniso avesse ragione.
«Non fare il fifone.» lo prende in giro Hermes giocando con i suoi capelli. «Che ore sono?» Harmonia si sporge verso l'orologio.
«È l'una, dovremmo dormire.»
«Qui?» chiede Dioniso.
«No, sull'albero qui vicino.» risponde sarcastica la ragazza. Un sorriso fiero appare sul volto di Lachesi. «Dormiamo, non vorrei svegliare le zie per sbaglio.» mormora facendo calare il silenzio e il buio subito dopo nella stanza. Ora a essere il suono protagonista era quello dell'aria leggera che muove le foglie.
«Sei diventata sentimentale?» gracchia un corvo sul davanzale della finestra del salotto. Lachesi lo guarda, gli occhi socchiusi per la pazienza che lascia il suo corpo.
«Perché mi infastidisci, Hades?» il corvo muove la testa a scatti per poi essere inghiottito da una nube nera spessa, mostrando poco dopo il corpo magro del dio della morte.
«Non ti infastidisco, voglio solo sapere se stai bene. Lo sai, lucky
«Quel cazzo di soprannome dev'essere eliminato dal tuo vocabolario.» sibila nervosa, la voce gelida.
«Nipotina non scaldarti, io ti chiamerò in tutti i modi che voglio.» afferma con voce atona e impassibile. Lachesi sospira mostrando uno sguardo minaccioso allo zio. «Non mi hai ancora risposto alla domanda, sai che non amo aspettare.» si appoggia al muro, le mani nelle tasche del pantalone a sigaretta nero.
«Non sono sentimentale, quello è un atteggiamento distruttivo.» mormora incrociando le braccia.
«Harmonia sembra una ragazza intelligente. Mi ricorda qualcuno.»
«Puoi tornare negli inferi, la terra non fa per te.» esprime ignorando le parole dell'uomo, dandogli le spalle scomparendo nella stanza. Hades tira fuori un orologio dorato dalla tasca.
«Spero su mio fratello che io mi possa sbagliare, ma quella ragazza è troppo familiare.» mormora nel salotto deserto, scomparendo in silenzio e lasciando una nube densa di fumo nero.
 
Il sole era sorto con più forza quel giorno, portando un senso di gioia nelle componenti della famiglia, ma non toccando Lachesi. La dea era pensierosa, preoccupata dalle parole di Hades della notte precedente. Per tutto il tempo la felicità delle sorelle l'aveva colpita con forza.
«Cosa succede?» le chiese Clotho, preoccupata del cambio repentino della sorella. Erano abituate alle sue battute ironiche e ai suoi sorrisi sarcastici, ma il silenzio improvviso di Lachesi era strano.
«Nulla.» aveva risposto più volte quella mattina. Non aveva espresso apertamente la sua perplessità: aveva paura di essersi affezionata alla ragazza. Non deve succedere, si ripeteva più volte in testa. È terrorizzata all'idea di questo possibile rapporto; non vuole. Harmonia non era in casa quel giorno, aveva una lezione con Chirone, e per Lachesi era la situazione migliore. Meno la vedeva, meglio si sentiva.
«Dimmi, hai già avuto altre lezioni al di fuori delle mie?»
«Certo. Ho incontrato Hermes e Dioniso.»
«Loro due sono una coppia inestimabile. Due ragazzi dall'animo puro.»
«Cosa mi può dire sui miei genitori?» Chirone mostra un sorriso sorpreso.
«Le Moire non ti hanno riferito nulla?»
«Sono a conoscenza del fatto che sono Apollo e Afrodite, altro non so.» alza le spalle enfatizzando il fatto che fosse a corto di informazioni.
«Hai già tutte le informazioni.»
«Sono poche. Voglio sapere come si sono conosciuti, quando hanno capito che si erano innamorati l'uno dall'altro.» la ragazza guarda quasi ansia il maestro, vuole risposte.
«Nessuno sa di preciso quando tutto accadde, sappiamo solo che un giorno tuo padre e tua madre annunciarono il loro fidanzamento.» Harmonia sospira delusa, sperava che almeno Chirone, colui che conosceva tutto, avrebbe potuto darle delle informazioni che tanto bramava. «Non esserne affranta, quando sarà il momento avrai tutte le risposte dai diretti interessati.» la ragazza annuisce, non ascoltando per davvero le parole del centauro, sicuro che presto o tardi ci sarebbe stato un incontro abbastanza rilevante.

Il lampo della Folgore. Nettare degli dei (Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora