Di morte si impara

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C'è un arancio terso,
Fra le rocce del Gran Canyon,
Ed una sfera bianca che scheggia il caldo.

Si abbassa appo la strada,
Sull'orizzonte della ghiaia,
Il turista italiano dalla fronte,
Suda avvoltoi pellegrini.

Le sue gocce Hopy,
Sul palmo sedimentario,
Dell'aria puma,
Diventano semi americani di rafia vitale.

C'è una fantasia in ogni mondo,
Sulla via tettonica,
L'eco dell'Arizona,
È vuoto qui attorno.

Un brittelbush cade,
Dalla passerella turistica,
Sul suolo dei cactus,
Vedo dalle sponde dei Rim,
Un rapace aracnide,
E sembra che il suo riflesso puniceo,
Avveleni i parchi d' acquerelli di Guinnar Widforss.

Il clima non è mai piovoso,
In inverno la neve brullica,
Come i fiocchi di Havesponi,
Che in estate mi deteriorano,
Nel sangue di Patricia Astolfo.

Lima la sfida del Hopi Point,
Adonai sul mio palato afoso,
Persiste l'afa di Donatella Piras,
Ha la febbre ossida di serra,
La mia testa deossigenata.

Alla ressa calcarea,
E negli organismi del Bidahochi Lake,
Si alza dalla sabbia del Colorado,
La tormenta della Foresta del Kalibab.

I raggi spicchiettanti dell'Havesu Falls,
Erano prossimi ad ottundere,
Lo specchio dei bisonti ufo,
E delle nuvole di scisto,
Di cui le acque secche,
Ne sbucciano le tende mandarino.

Adonai ha soffiato su un sasso,
E ne ha formato le puntaruole,
L'uomo ed il Gran Canyon,
Hanno di unanime i loro corpi,
Che si sgretolano con gli occhi,
E la loro anima è sparsa arsa,
Nel nucleo senza centro,
In cui la morte lassa ne asciuga,
Le ripidità ditalate dell'apprendimento.

Il turista coi drammi,
Come manate sulle rocce ricalcate,
Ha la paura che gli vibra,
Nel sole dei suoi pentagrammi.

Scendono viole nelle gole del pendio,
Sembra Cristo che china le spine quel pomeriggio.

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