II

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E' il cavo delle cuffie attorcigliato attorno al collo che intento a strangolarmi mi sveglia e mi dà già una chiara idea della giornata di merda che si prospetta.
Liberato dal groviglio asfissiante e notato che sono solo le 7:45, balzo fuori dal letto.
Lo stomaco brontola fortissimo e non posso proprio saltare un altro pasto dopo aver mancato anche la cena di ieri a causa del malumore.
Se mi do una mossa forse riesco pure a fare colazione senza Manuel e soprattutto senza eventuali altri ospiti indesiderati.

Una volta certo che il corridoio sia privo di sgradite sorprese, la corsa verso la cucina diventa quasi disperata.
Caffè, yogurt, brioches, tutto tirato fuori in un attimo e divorato ancora più velocemente.
Sto per addentare l'ultimo boccone della nastrina quando "buongiorno!" esclama una voce sconosciuta dall'ingresso della stanza facendomi sobbalzare sulla sedia.
"'giorno" ripeto a mia volta mentre sento il cuore precipitarmi fino ai piedi.

E' un adone questo ragazzo che mi si para davanti. Occhi azzurri, capelli biondi e con un fisico scolpito dagli dei che mette in mostra nella sua mise fatta solo di pantaloncini e ciabatte... entrambi di Manuel.

"Piacere di conoscerti" sorride a 32 denti e mi porge una mano che subito afferro "io sono Mattia!"
"S- Simone..." balbetto insicuro pure del mio stesso nome difronte ad una bellezza tanto evidente e soprattutto tanto diversa da me.
Sgrana gli occhi come se avesse visto chissà cosa "Ah, quindi tu sei Simone..."
Alzo un sopracciglio e "si? Ci conosciamo già?" chiedo un po' incuriosito.

"No, no... è che Manuel non mi aveva detto che il suo coinquilino fosse così" scorre lo sguardo su tutto il mio corpo mettendomi in un imbarazzo non indifferente.
"Così come?"
"Beh-
"Ottimo! Vedo che vi siete già incontrati!" l'entrata rocambolesca di Manuel ci interrompe.

"Dormito bene?" mi domanda poi poggiandosi con le mani sullo schienale della mia sedia.
Le dita sfiorano piano le spalle e mi provocano brividi improvvisi.
Annuisco poco convinto e nel sollevare la testa assisto involontariamente alla scena di Mattia che manda un bacio nella nostra direzione, seguito da Manuel che, se il suono quasi stomachevole che sento non mi inganna, ricambia con una specie di ringhio.
Mi manca l'aria e devo in qualche modo riuscire a fuggire via dalla cucina prima di sentirmi male.

"Beh allora" mi richiama all'attenzione "che ne pensi di Matteo?"
Per poco non mi strozzo con la saliva "Si chiama Mattia..."
"Nun te preoccupà" interviene il ragazzo e "lui ce l'ha per vizio di sbagliare i nomi, vero?" ridacchia facendo un occhiolino che però pare più rivolto a me.
C'è di sicuro qualcosa che non sto cogliendo nel loro siparietto considerando anche la tosse improvvisa di Manuel e il "che cazzo dici" strozzato lanciato come monito al povero Mattia.

"Io- io vi lascerei fare la vostra colazione in pace..." mi alzo in piedi di scatto con la tazzina ancora mezza piena di caffè che rapido rovescio nel lavello.
La tensione fra sti due mi pare tanto palese che temo tra poco scoperanno pure sul tavolo.
Un conato di vomito provocato dall'immaginare la scena mi sale in gola.
E' chiaro che non posso rimanere qua nemmeno un minuto di più.

"Simone, guarda che puoi pure restare eh... a me fa solo che piacere" rassicura il biondino notando il mio evidente stato di disagio e prendendomi per un polso.
Ecco.
Non bastava bello da star male, pure gentile doveva trovarselo a questo.

"No, no tranquillo..." rivolgo un'occhiata veloce a Manuel che nel frattempo sta disintegrando con lo sguardo il punto in cui Mattia mi tocca.
Oddio.
Mo pensa che ci provo col suo- uhm... qualunque cosa sia.
"Davvero non preoccuparti" insisto staccandomi "vado a farmi una doccia così poi avete il bagno libero, ok?"
E senza attendere risposta procedo a grandi passi verso il corridoio e da lì filato in bagno.
Giro due volte la chiave nella serratura e mi accascio sul muro contro il quale respiro profondamente per qualche secondo.

Appena sento che il cuore ha ripreso un ritmo più regolare mi stacco dalla parete e infilo la mano dentro la tenda della doccia fino a tastare il rubinetto e aprirlo.
Entrando nel box spero solo che il rumore dell'acqua calda che scroscia sia abbastanza forte da nascondere i miei singhiozzi sommessi.

A drama of jealousy (and other things).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora