"𝘊𝘭𝘢𝘷𝘪𝘴"

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Il resto del viaggio lo passammo in silenzio.
Per me andava più che bene, siccome non ero di tante parole e pensavo a farmi i fatti miei, ma Clavis continuò imperterrito a fissarmi,sorridermi e guardarmi maliziosamente senza dire una parola.
"Tu sei da più tempo qui da me. Quali sono i ristoranti migliori?" . Quasi sussultai, era da tempo che provava a formulare una frase sensata, poi mi guardava e continuava  ad osservare la strada.
"Beh..ecco..io non lo so" dissi. Ormai era da tre anni che non andavo più in quel posto, in quel quartiere, e di certo un ristorante era l'ultimo posto a cui avevo pensato di recarmi.

"Com..come non lo sai? Non sei mai andata in un ristorante da queste parti?"
"Si..io..certo, ma non.. ecco non vengo qui da un po' in realtà..".
Mi guardò di sottecchi, mi ritrovai a deglutire.
"Sono..sono..stata in un istituto" dissi con un nodo alla gola, non avrei mai voluto ammettere una cosa del genere, il cuore tremo e io deglutì presa dal panico.
"Ah..beh si certo non volevo farti,ecco non volevo che tu dicessi niente sul tuo passato,assolutamente"
Lo fermai prima che iniziasse a balbettare.
"Non ti preoccupare, cerco io su internet un ristorante allora?"
"Si" disse semplicemente.

Dopo circa dieci minuti arrivammo.
Avevo scelto bene il posto.
Il ristorante era all'aria aperta, cosa di cui ero molto compiaciuta perché avevamo la vista sulle stelle.
Era molto colorato,sul tavolo avevamo dei fiori profumatissimi. Mi misi vicino alla mamma-Clara- e di fianco si mise Amelia.
Davanti avevo Clavis, che continuava a guardarmi non preoccupandosi di sua madre che lo chiamava di continuo per porgerli il menù.
La mamma-Clara- continuava a ridere.
Fù quando arrivarono le cose da mangiare che mi si rinchiuse lo stomaco. Gli occhi saettarono da una superficie all'altra pur di non guardare il piatto.
La mamma mi mise una mano sulla coscia e me la strinse, dovevo farmi forte per non dare di stomaco davanti a tutti. Dovevo farcela.
Fu proprio quando dissero 'buon appetito' che dissi di dover andare al bagno.
Mangiare davanti agli altri, vederli così tranquilli mentre a me ronzavano mille pensieri in testa mi faceva male. Non c'è la potevo fare.
Mi sciacquai i polsi, la faccia e rimasi li, a guardarmi nello specchio e quando mi girai, che non potei a credere a quello che stavo vedendo.

"Leggera come una piuma"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora