"𝐿𝑎 𝑓𝑒𝑠𝑡𝑎"3

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La festa era piena di persone. La maggior parte si ritrovavano agglomerate vicino al DJ per consigliarli le varie canzoni da mettere, le pareti erano tutte colorate di rosso e bianco, le luci erano lampeggianti con dei colori che cambiavano velocemente e che mi provocarono subito un forte mal di testa.
La musica mi rimbombava dentro alle orecchie per far sì che non riuscissi a sentire ciò che Bianca mi stesse dicendo.
Il cuore prese a battere più veloce del dovuto , la testa mi girava e un forte dolore alla pancia mi costrinse a piegarmi su me stessa. Mi toccai la fronte per sentire se ero ancora lì, se proprio io, Violet Lay, avevo deciso di andare a quella festa, se,io , che detestavo così tanto quell'ambiente mi ero lasciata sopraffare così tanto da un ragazzo che oltretutto neanche mi voleva.
"Ehy,ci sei?". Un voce maschile m richiamò.
Gli occhi azzurri di Clavis mi osservavano con preoccupazione, anche se la sua voce era un po' diversa dal solito.
Spostò lo sguardo dai miei occhi al mio corpo e nelle sue iridi intravidi un luccichio di malizia.
"Sei stupenda stasera."
"Grazie."
"Ti va di andare a bere qualcosa?". Chiese.
"Va bene."

Ci facemmo strada nella folla e ci incamminammo subito verso il bancone dei drink.
Distolsi lo sguardo da Clavis e guardai la festa, tutto ciò che avevo sempre odiato era lì, davanti ai miei occhi.
Le persone si baciava e si toccavano, delle ragazze praticamente semi nude ballavano sul tavolino ubriache e i ragazzi le guardavano con la mascella a penzoloni.
C'erano dei ragazzi con gli occhi posati su di me e divampai, immediatamente mi sentii in imbarazzo.
Il mio vestito era molto semplice, celeste, un po' aderente nella vita, e arrivava un po' più sopra delle ginocchia.Il mio trucco faceva risaltare i miei occhi di un blu brillante.
"Scusi signorina, che cosa prende?." Il barista stava con le mani incrociate, dietro la cassa.
"Dell'acqua, grazie."
"Allora..,alla fine come mai sei venuta alla festa?." Clavis prese intanto il secondo bicchiere di vino e con una velocità paurosa lo mando giù, tutto ad un sorso.
"Non lo so..a me non piace questo tipo di ambiente, ma Bianca insisteva a voler venire." Cavolate, in realtà ero io ad aver insisto, e solo per un motivo, ma non potevo dare ulteriori spiegazioni.
Ero lì solo per Richard e sopratutto, non avevo intenzione di rinunciare al mio intento, volevo scoprire ciò che gli passava per la testa, da cosa proveniva l'astio nei miei confronti, sin dall'istituto. Non avrei mai mollato, io avrei scoperto a tutti costi ciò che gli passava per la testa.

Bianca, che avevo perso dall'entrata in quella stupida festa, venne verso di me con un drink in mano.
"Dove è Richard?". Le chiesi, da quando ero entrata lui non c'era, e avevo paura che non fosse neanche a quella festa.
"No..l'ho cercato ovunque ma non ne ho idea, Mi dispiace Violet. Per questa sera però promettimi che penserai solo a divertirti, vedrai che tutto andrà bene."
"Io.. io penso di andare fuori." Biascicai.

Mi ero allontanata abbastanza, così che Bianca o Clavis non potessero venire a cercarmi.
Non sentivo più la musica che mi aveva tenuto compagnia fino a quel momento, ormai si sentiva solo il rumore dei miei piedi sull'asfalto, lo scricchiolio delle mie scarpe con i tacchi, il mio camminare storta per colpa di quelle zeppe altissime su cui mi avevano obbligata a camminare quando, avrei preferito mettere semplicemente delle scarpe da ginnastica.
Le tolsi, decisa ad essere libera, perché nessuno poteva vedermi lì (anche perché..sinceramente, mi facevano molto male, perciò le tolsi.)
Il cielo era pieno di stelle ed una lacrima mi solcò il viso ricordandomi le sue iridi nere.
Piangevo perché non mi voleva, perché avevo capito che anche un minimo contatto con me lo destabilizzava, e ancora un altra volta non ero riuscita a capire il perché.
La mia vita era sempre stata un susseguirsi di eventi orribili:
Avevo iniziato con il sangue sulla testa, un letto o una sedia in cui mio padre mi violentava.
Un piatto preparato con amore da mia madre in cui vomitavo sopra. Un istituto dove rimanere chiusi tre anni, una stanza che non lasci più per un ragazzo che ti osserva e non si vuole far conoscere.

Non ci vedevo bene, ormai grazie alle lacrime la mia visuale era completamente oscurata e così, Inciampai su un sasso.
Un braccio forte mi prese al volo e mi fece tornare in piedi.
"Cosa stai.."
Era con una bottiglia in mano, gli occhi pieni di stupore: alzò un sopracciglio e mi guardò spaesato.
"Richard". Non so come ma mi uscì quel suono dalle labbra.

I suoi occhi magici scesero sul mio corpo, mi osservò tutta mettendomi in soggezione, tanto che mi fece venire la pelle d'oca.
Appena si accorse delle sensazione che ridestava in me, mi guardò negli occhi.
"Cosa stavi facendo?". La sua voce era diversa, sembrava più calda.
"Emh..io..stavo solo facendo una passeggiata."
"E tu, fai le passeggiate conciata in questo stato, con questo vestito...occhi oceano?."
"Io-Emh.."
"E poi, cosa ci facevi scalza..sulla strada.?" .
Si portò di nuovo la bottiglia alla bocca, era già a metà e capì subito perché la sua voce era così calda,il vero motivo per cui mi stesse parlando.
"Mi..mi facevano male le scarpe."
Poi successe qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Mi,sorprese.
Sfoggiò un sorriso che era in grado di smuoverti l'anima, uno di quei sorrisi che ti riscalda il cuore, che ti riempie di felicità.
In quel momento, pensai, che non volevo vedere nessun altro sorriso se non quello che era il sorriso più bello che io avessi mai visto in vita mia.
Divampai, probabilmente anche per i miei pensieri sciocchi. Non mi aveva mai voluta ed ora, per un sorriso mi ritrovavo con le farfalle nello stomaco.
"Penso di andare.." Mi girai e ripresi a camminare.
"Violet. Fermati. subito." Scandì bene quelle tre parole.
"Cosa succede?".
"Non puoi andare da sola di notte, in giro conciata in quello stato. Ritorna qui."
Ok, era ubriaco fradicio. Mi sedetti accanto a lui, alzando gli occhi al cielo.
"Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore." Mi uscì così, mentre osservavo quelle stelle luminose sopra di noi.
Sentivo il suo sguardo su di me, poi con voce bassa e roca disse:"William Shakespeare?".
"Si, William Shakespeare."
Segui un silenzio infinito, quando decisi di riparlare.
"Perché mi ignori?" Non so come mi uscì una domanda così, quella sera probabilmente sarebbe stata la prima e l'ultima volta che avremmo potuto fare un discorso civile, ma io stavo rovinando tutto.
Alzo un sopracciglio, incredulo, sorrise a mezza bocca.
"Occhi oceano..non vorresti essere ignorata per caso.?"
"Io non ti riesco a capire."
"Tu non devi capirmi."
"Io non chiedo nulla, solo sapere il perché. Voglio solo essere tua amica."
Rise, anche se non era un sorriso vero, ma solo una delle sue solite maschere.
"Mia..amica? Ma se non riesci a starmi vicino. Stai tremando come una foglia."
Si avvicinò sempre di più,
I suoi occhi neri mi penetrarono fino all'interno e io non potei che sentirmi soggiogata da così tanta bellezza.
"Io, non sto tremando..e anche fosse, non per te, ma perché ho freddo." Cavolo... cosa avevo appena detto.
Si tolse la giacca che aveva, e me la porse.
"Solo per non farti congelare...Occhi oceano."
"Potresti, gentilmente, non chiamarmi occhi oceano?."
"No,..occhi oceano."
"Va bene."
"Cosa va bene?".
"Non smetterai mai di chiamarmi così, ho indovinato?".
"È diverso, io non so nemmeno se ti parlerò più."

Richard finì il vino quasi subito, quando fu totalmente ubriaco, decisi di fargli una domanda.
"Puoi dirmi..perché mi fissavi in quel modo all'istituto? Il perché del tuo allontanarti di continuo, nonostante mi sedessi sempre al tuo tavolo. Perché non mi vuoi più parlare?."
"È inutile che ti sforzi per capirmi. Non riuscirai mai a farlo, tu non puoi farlo, come tutti." Mi derise, ancora.

Mi allontanava di continuo, ed io mi ero stancata di tutto ciò.
Ero stufa dell'abito che indossavo , perché tutto ciò che avevo fatto era per lui.
Ero stufa anche di essere lì, proprio con lui per cercare di comprenderlo.
Così, decisi di alzarmi e me ne andai.
"Violet! Finalmente ti ho trovata!".

"Leggera come una piuma"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora