Capitolo 3

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Da quanto? Da quanto tempo sono ferma a fissare il vuoto? Cosa sta succedendo? Sono bloccata da quelle sue parole. Chi è quel ragazzo e cosa intendeva...

"Principessa! Affacciati, il tuo principe è arrivato!" 

"Hope! Eeeehyy? Hope sei li??"

La voce di Jacopo mi fa tornare alla realtà. Mi affaccio dal muretto del terrazzo e lo trovo intento ad arrampicarsi sull'albero che affianca casa mia.

"Mio caro principe! Così ti romperai l'osso del collo!" 

" Mi avevi detto di sorprenderti e io lo sto facendo!" - mentre finisce la frase gli scivola il piede dal ramo su cui lo aveva appoggiato; perde l'equilibrio ma riesce ad aggrapparsi ad un ramo più robusto così da non cadere.
Feci un un gridolino di paura - "Tranquilla mia principessa, i principi non muoiono mai...almeno, non prima di aver salvato la principessa in difficoltà!" - "Ma, in questo momento, sei tu quello in difficoltà!" - " Questo lo dici tu!" - dice saltando dall'albero fino al mio terrazzo.
"Hai visto? Chi è in difficoltà adesso? - " Di certo non io" - gli rispondo io ridendo. 

"Perché non mi hai risposto? Cosa stavi facendo?" - si avvicinò a me con sguardo dubbioso - "Puzzi di fumo..." - abbassa lo sguardo e vede il mozzicone ormai spento fra le mie dita. 

'Avevo scordato di averlo ancora in mano' - appena guardo le mie dita mi tornano in mente le parole di quello strano ragazzo. 

Lo sguardo accusatorio di Jacopo mi risveglia dai miei pensieri. Come se non fosse successo niente porto la mano dietro la schiena.

"Non so proprio di che cosa tu stia parlando"

Lui mi guarda con un sorriso maligno e si avvicina sempre di più a me, io indietreggio mentre lui si avvicina sempre di più.
"Sai vero quello che ti sto per fare?" - "No, ti prego. No!" - corre verso di me e mi circonda con le sue braccia facendomi il solletico.
"BASTA! SMETTILA!" - riesco a dire tra un respiro ed un altro.

"Stupida hai tutti i capelli bagnati!" - ero troppo presa nei miei pensieri e mi sono dimenticata di asciugarmeli! Impreco mentalmente mentre lui mi guarda con lo sguardo da rimprovero.

"Dai, andiamo giù, te li sistemo" - si alza e mi porge una mano per aiutarmi, la afferrò e lui mi fa alzare.

"Ecco fatto, ho finito"
Jacopo è così dolce, mi ha asciugato i capelli e me li ha raccolti in un coda alta, mentre io quasi mi stavo addormentando.

"Grazie MAMMINA CARA" - lo prendo in giro.
Mi fa la linguaccia e poi si siede sul mio letto ancora disfatto - " Allora, avrei una proposta da farti...che ne dici di andare al mare oggi, insieme a Sion e Ted?"
"Mi sembra una bell'idea, però..." - "Però..." - "Non ho un costume, perciò dovrei andare a comprare" - sbuffa - "Ok...dai, andiamo" - "Sul serio!?" - "Si, basta che ti muovi a cambiare, io ti aspetto giù." - "Moto?" - "Moto principessa"

2 ore dopo

"Ma ti vuoi muovere!? Abbiamo l'incontro con gli altri tra un'ora, e dobbiamo ancora fare benzina!"
Alzo gli occhi al cielo, sentendo per la millesima volta quella frase - "Arrivo, arrivo. Ho finito" - esco dal camerino con un costume nero a due pezzi in mano.
"Ok, possiamo anche andare" - si alza e si avvia verso la cassa, io lo seguo.

-Fuori dal negozio-

"Hope aspettami qui, vado a prendere la moto" - "Si signore!" - gli dico facendoli il saluto militaresco mentre ridevo.

"O, Mio, Dio.." - sento urlare una ragazza da lontano...tutti strani in questa città... "Hope?! Sei davvero tu!?" - sentendo urlare il mio nome, mi giro...non ci posso credere... - "O mio Dio, Kandace!" - le corro incontro per poi saltarle al collo abbracciandola.
Kandace ed io, siamo cresciute insieme fino ai sette anni, siamo sempre state migliori amiche, finché un giorno lei dovette trasferirsi a New York, per colpa del lavoro di suo padre, il giorno dopo conobbi Jacopo. Kandace è una ragazza molto dolce ma ha anche il carattere di una tigre, è per questo che mi piace un casino; è alta, magra, ha i capelli viola tendenti al rosso e ha gli occhi marroni.

"Hope, mi sei mancata tanto!" - disse tenendomi ancora stretta nell'abbraccio - "Anche tu Kandace! Come mai sei tornata? Tuo padre lavora di nuovo qui?- chiedo io speranzosa. Ci separiamo, lei mi guarda con gli occhi spenti - "Ehi, che c'è?" - "Sono qui solo per le vacanze estive, poi dovrò ritornare a New York da mio padre" - il mio sorriso si spense per pochi secondi, per poi riprendermi subito con un sorriso più grande di prima. - "Allora, dobbiamo fruttare questi mesi per fare baldoria come i vecchi tempi!" - mi sorrise e mi strinse di nuovo a se.
"Ti adoro!"

"Hope! Ma dove diavolo ti sei cacciata?!" - ops...mi ero dimenticata di Jacopo...
"Jacopo! Sono qui!" - gli urlo mentre alzo il braccio per farmi vedere. Lo vedo avvicinarsi verso di noi con molta fretta.

"Ma perché non mi ascolti mai?! Ti avevo soltanto chiesto di aspettarmi per un paio di minuti, e tu che fai?! Sparisci?!"- mi schiarì la voce per farlo calmare, lui mi guardò ancora euforico. Gli feci segno con la testa per indicare la mia amica, appena Jacopo la vide, si calmò subito.
"Piacere io sono Jacopo, il migliore amico di questa pazza qui di fianco" - sorrido alla sua presentazione e di risposta, gli feci la linguaccia. Kandace rise. - "Io sono Kandace, una vecchia amica di Hope" - si strinsero la mano. Jacopo mi guardò e subito dopo gli si spalancarono gli occhi leggermente, guardò l'orario sul suo cellulare..."Hope, dobbiamo andare o arriveremo tardi all'appuntamento con gli altri!" - annuì con la testa, per poi rivolgermi a Kandace - "Ora noi andiamo, fatti sentire ok? - "Certo! Ah! Domani è il mio compleanno e mia madre mi ha lasciato carta bianca per la serata, perciò che ne dici di andare da qualche parte insieme? Così mi fai conoscere qualcuno." - le sorrisi - "Mi sembra un'ottima idea. Ci sentiamo!" - la salutai dandole un bacio sulla guancia per poi andare verso Jacopo già pronto a sfrecciare sulla sua moto.

45 minuti dopo

"Quanto manca?" - chiesi a Jacopo praticamente urlando, cercando di sovrastare il rumore provocato dalla moto - "Siamo arrivati!" - mi rispose lui fermandosi su una stradina sterrata in mezzo ad un boschetto. - "Starai scherzando?" - gli chiedo senza scendere dalla moto, pensando che mi prendesse in giro - "No, ma ora scendi, oppure vuoi rimanere qui con la moto?
Scesi dal veicolo, mi tolsi il casco e glie lo porsi mentre anche lui se lo stava togliendo. Dopo aver sistemato la moto, Jacopo mi fece avvicinare a lui, finché i nostri nasi quasi si sfioravano. Si avvicinò al mio orecchio e mi bisbigliò "Chiudi gli occhi"- io li chiusi e sentì una stretta alla mano. Mi guidò per pochi minuti, finché ci fermammo. "Ok, ora puoi aprirli".
Aprii gli occhi e rimasi strabiliata dalla bellezza di quel posto - "Wow" - riuscì solo a dire.

Strada per l'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora