Capitolo 2

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Mi vennero le lacrime agli occhi e corsi in camera. Mia madre provò a chiamarmi, ma Jimin, che come al solito aveva capito che volevo un po' di tempo, la fermò. Era il fratello perfetto sotto tutti gli aspetti e io non l'avrei più rivisto, se non per le feste o le occasioni rare... volevo solo passare una serata tranquilla in skate, non doveva andare così.

Mi chiusi in camera e presi gli auricolari. Dovevo ascoltare una canzone che mi facesse sentire forte e decisi di mettere Run Run di Jeorge Aguil.

Mi distesi sul letto e pensai...

Pensai a lungo e alla fine capii. Non potevo costringere mio fratello a venire con me, non era giusto nei suoi confronti. Mi voleva bene, ma ovviamente, non voleva rinunciare alla sua vita, per me. Era giusto, anche io avrei fatto così.

Scesi dopo circa due orette e cominciai:
"Mamma, sto uscendo, ho già impacchettato le cose in camera mia. Mi dispiace per prima, vorrei uscire in skate per l'ultima volta. Posso?" chiesi, ma non ricevetti nessuna risposta.

Così andai a controllare e vidi mia madre che si era addormentata sul divano, papà accanto a lei mezzo dormiente anche lui e Jimin che finiva di impacchettare le cose.

"Tranquilla, esci pure. Capisco perfettamente come ti saresti potuta sentire, vai e divertiti" mi disse non guardandomi neppure.

Andai da lui e lo abbracciai forte.
"Grazie Jimin-shi" dopo di che corsi fuori dalla porta di casa prendendo lo skate al volo e mettendolo sotto i piedi. Con la musica di sottofondo nelle mie orecchie e il buono che cominciava ad arrivare, sentii come se tutto fosse al suo posto finalmente.
Era tutto perfetto, anche il fresco della sera che mi veniva incontro... era davvero tutto perfetto.

*skip time*

Tornai a casa verso le 2:00 del mattino, i miei avvolte me lo lasciavano fare essendo che secondo per loro era quasi sempre un "hai l'età giusta".

Avevo le ginocchia sfracellate. Ero caduta più volte essendo che c'erano molte buche ed essendo buio, non le vedevo. Andai in camera mia, mi spogliai ed entrai in doccia.

Non facevano male, ero abituata a questo dolore, infondo lo skate non è facile anche per uno bravo. Mi misi il pigiama e mi coricai, ero consapevole che non sarei potuta andare più in skate per un paio di giorni, infondo dovevo finire i bagagli e non avevo tempo.
Speravo solo che nella nuova scuola mi facessero entrare con lo skate... almeno questo.

*skip time*

"Jimin, se non mi vieni a trovare, giuro che ti cavo gli occhi durante la notte" dissi quasi piangendo, ero decisamente troppo emotiva.

Lo abbracciai forte, non volevo lasciarlo andare... il suo profumo era bellissimo, mi faceva sentire a casa e mi faceva stare tranquilla.

Avevo paura di questa esperienza, ma la affrontai a testa alta. Mi staccai, lo salutai ed entrai nel in macchina. I miei genitori fecero lo stesso e dopo poco partimmo. Era fatta, non poteva tornare più indietro.

Mi comparve, stranamente, un sorriso sul volto guardando il mio paese che piano piano si allontanava, che strana sensazione...

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