Chi non lavora.....

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CAPITOLO II

Chi non lavora....


Si svegliò con il suono della sveglia poggiata sopra il comodino.

Se avessero fatto un sondaggio su l'oggetto più antipatico ma indispensabile al mondo, la sveglia sarebbe stata sul podio dopo l'epilatore elettrico. A fatica riuscì ad aprire gli occhi, si sentiva come uno di quei pugili, quando appena dopo l'incontro, facevano il resoconto dei lividi e delle ferite. Piano piano si mise a sedere, spense la sveglia che ancora suonava e ripensò alla giornata appena trascorsa. Tutto sommato era stata forte, nonostante la valanga di ricordi, non aveva ceduto all'impulso di chiamare Damiano.

"E brava Lisa" disse una vocina dentro di se.

La prima cosa da fare ora, era mettere un pochino di ordine in quella stanza. Doveva riporre gli abiti acquistati il giorno prima con Titty e poi sistemare tutti quei peluches che ancora davano un tono di infanzia alla sua camera. Da tempo aveva tolto i poster raffiguranti i divi anni 80, per lasciare posto ai vari puzzle incorniciati che raffiguravano istantanee di New York ed ad un quadro di sughero dove aveva attaccato tutte le foto che per lei erano importanti. Ce ne stavano molte di lei e Titty, due o tre erano della vacanza che avevano fatto a Barcellona, poi ce ne erano altre scattate con i colleghi al lavoro, in fin dei conti formavano un bel gruppo.

Dopo aver poggiato il peluche di Gatto Silvestro accanto al letto, sistemò le lenzuola e sprimacciò il cuscino. Diede un'attenta occhiata al lavoro appena svolto e decise che dopo tanta fatica era ora di andare a riempire la pancia. Uscì dalla camera e andò dritta in cucina, sicura di trovare sua madre. Ma restò delusa nel rendersi conto che era sola in casa. Sul tavolo trovò un biglietto "Lisa tesoro, sono andata a fare la spesa, oggi è martedì e se non vado presto al mercato non trovo nulla. Nel forno trovi il ciambellone che ti ho preparato per fare colazione. Ti voglio bene. Mamma".

Che mamma...se non ci fosse stata sarebbe stato il caso di inventarla. Ma suo padre era troppo impegnato a trovare altrove per rendersi conto di quello che aveva in casa. Mentre era sommersa dai pensieri prese la tazza per fare colazione, il latte e il ciambellone. Sedette e mangiando quella meraviglia che solo sua madre sapeva preparare, si chiese se suo padre avesse passato la notte fuori o si fosse almeno degnato di rientrare. Come mai erano andati a finire così alla deriva? Cosa era stato che aveva spezzato quel legame? Ma poi si trattava di legame? Da quando Lisa era piccola aveva sempre visto i suoi come i genitori ideali. Si sa che quando si è bambini non si riesce ad avere una visione profonda dei sentimenti. Non ricordava litigi o cose del genere, ma a pensarci bene non ricordava neanche gesti d'affetto. Quindi forse la crepa risaliva a qualcosa avvenuto prima che lei avesse quell'età in cui si cominciano ad avere dei ricordi.

Tante domande ma pochissime risposte. Non aveva mai avuto il fegato di intromettersi. Forse non voleva fare del male a sua madre e pensava che non parlandone il problema si sarebbe risolto da solo o forse non voleva conoscere la verità. Preferiva passare da egoista piuttosto che scavare e trovare il cadavere del matrimonio dei propri genitori.

E poi in quel periodo era troppo fragile.

Terminata la colazione, corse in camera per decidere cosa indossare, erano appena le 9:00 ma doveva essere al lavoro per le 11 e considerando il traffico, sarebbe dovuta uscire di casa entro 45 minuti. Mentre si stava preparando squillò il cellulare, era Erica « Buongiorno Lisa, senti ti spiace se passo a prenderti io stavolta? Oggi ho la macchina disponibile,dato che non l'ha presa mia madre, quindi se per te va bene tra venti minuti sono li".

« Certo, non c'è problema, allora mi faccio trovare sotto casa tra venti minuti. A tra poco». Lisa chiuse la chiamata e terminò di prepararsi.

Quando fece per aprire la porta di casa, si trovò davanti suo padre che subito le disse « Finalmente piccolina...non ci incontriamo mai noi due, non dirmi che stai già uscendo?».

Il dolore del NienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora